Bob Marley – Catch a Fire
Domenica scorsa siamo stati assediati da foto di tramonti pittoreschi. Da qualunque lato ci si girasse ne spuntavano a centinaia, e con allegati riferimenti ad una nota serie tv ambientata negli anni ‘80. C’è da dire ci sono momenti in cui il Sole e la sua luce, magari per una combinazione di agenti atmosferici o meno, ci regalano affreschi impressionanti, talvolta dalla durata di pochi attimi, ma di folgorante bellezza. Quelle immagini e queste riflessioni non chiedetemi perchè ma mi hanno fatto venire in mente un album: Catch a Fire.
Inizialmente pubblicato a nome dei Wailers, “Catch a fire” è il primo disco ad avere in copertina la scritta Bob Marley and The Wailers ( la prima pubblicazione aveva raffigurato in copertina un accendino Zippo ). Questo disco è come una di quelle immagini pittoresche, la stella di Marley pervade della sua luce la scena musicale di quel momento ( e non solo quella musicale ) . Ma più che un tramonto è un aurora, quella luce che appare nel cielo poco prima che sorga il Sole. La lotta sociale, la condanna alla schiavitù, alla povertà, e ad ogni tipo di guerra si alternano a dolci canzoni d’amore e talvolta a sguardi ottimisti verso il futuro. Tutto ciò in una miscela di sonorità seducenti e accattivanti, e con quella ritmica che da lì a poco avrebbe imparato a riconoscere tutto il mondo. Pensate che alcuni turnisti che lavorarono alla registrazione del disco nemmeno conoscevano bene cosa fosse il reggae, ma in fondo non c’era da preoccuparsi perché si sa il Sole arriva in alto nel cielo e poi, che lo vogliano o no, lo vedono tutti.
di Francesco Vaccaro
Studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'università La Sapienza di Roma, da sempre animato dalla passione per la musica. Nel 2012 entra nel mondo dell'informazione musicale dove lavora alla nascita e all'affermazione del portale Warning Rock. Dal 2016 entra a far parte di TuttoRock del quale ne è attualmente il Direttore Editoriale, con all'attivo innumerevoli articoli tra recensioni, live-report, interviste e varie rubriche. Nel 2018, insieme al socio e amico Cristian Orlandi, crea Undone Project, rassegna di musica sperimentale che rappresenta in pieno la sua concezione artistica. Una musica libera, senza barriere né etichette, infiammata dall'amore di chi la crea e dalle emozioni di chi la ascolta.