Bob Dylan “Tu sei quel che sogni” di Alex R. Falzon (Melville Edizioni)
Sono reduce da una rilettura recente dell’ “Aleph” di Borges e quindi in qualche modo “acclimato” e preparato alla lettura di questo “Bob Dylan – Tu sei quel che sogni” di Alex R.Falzon. Saggio decisamente inconsueto che capita a fagiolo con i primi ottant’anni del nostro, peraltro, che indaga su aspetti poco sondati della scrittura del cantautore statunitense (premio Nobel per la letteratura nel 2016 “per aver creato nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana” : questa circostanza va opportunamente ricordata, dal momento che l’analisi svolta nel volume, precedente rispetto al conferimento del Nobel all’uomo di Duluth, è di tipo squisitamente letterario e che Falzon è uno specialista in materia essendo docente di Lingua e Letteratura Inglese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena): quelli che riguardano l’universo onirico di un autore che nelle sue canzoni è sempre stato introspettivo, visionario, sensibile e profondo come pochi. La dimensione del sogno appare particolarmente congeniale allo scrittore di canzoni del Minnesota e sono una miriade le composizioni di Dylan che possono essere considerate sotto questo particolare punto di vista: negli otto capitoli di cui il libro si compone vengono analizzate e approfondite songs come “Bob Dylan ‘s dream”, “Talking world war III blues”, “Percy’s song”, “Motorpsycho nitemare”, “Bob Dylan ‘s 115th dream”, “Gates of Eden”, “Ballad of a thin man”, “I Dreamed I saw St. Augustin”, “All you have to do is dream”, “Series of dreams”, “Red river shore”, “Dreamin’ of you”, “This dream of you”, “Tempest”; moltissime altre canzoni, oltre a quelle elencate, vengono richiamate tra le pagine del volume. Sappiamo come quasi tutta la produzione dylaniana degli anni Sessanta si sia spesso distinta per cinismo da un lato e per essere espressione di energica combattività (e almeno inizialmente di inestinguibile passione civile da parte del giovane Bob) dall’altro e per essere musicalmente e letterariamente “di rottura”. Appartengono al Dylan successivo alla conversione al cristianesimo e a quello dei nostri giorni i caratteri del pessimismo cosmico irredimibile; testimonianza di ciò è contenuta anche nelle numerose dichiarazioni pubbliche dello stesso Dylan e in molte delle canzoni che compongono i suoi ultimi album di composizioni originali, “Rough and Rowdy Ways” (uscito qualche mese fa) compreso. La visione dylaniana attuale del mondo, rileva l’autore del libro, è diventata prettamente negativa, per non dire del tutto disperata. Scrive Falzon che innegabilmente “esiste un legame stretto tra queste canzoni (soprattutto quelle della seconda e terza fase) e i profondi cambiamenti che hanno coinvolto direttamente la cultura e la politica della società americana, testimoniandone il definitivo naufragio del suo implicito Dream.” Ma leggiamo alcuni versi dello stesso Dylan, che nella recente MY OWN VERSION OF YOU (che fa parte del suo ultimo album) mostra di aver maturato nei confronti del mondo un atteggiamento di sfiducia insanabile: ” Vedo la storia di tutta la razza umana/E’ tutta lì, scolpita sulla tua faccia/Dovrei rompere tutto? Dovrei cadere in ginocchio?/C’è luce alla fine del tunnel, puoi dirmelo, per favore?/Resta lì, vicino al cipresso/Dove donne e bambini di Troia furono venduti in schiavitù/Molto prima della prima crociata/Molto prima della nascita dell’Inghilterra o dell’America”. Ma tornando al libro di Falzon, l’autore scrive di come la sua analisi delle dream-song dylaniane abbia lo scopo di dimostrare quanto i sogni cantati dal cantautore statunitense siano anche il prodotto culturalmente determinato del loro tempo e di come lo stesso Dylan abbia con le medesime canzoni illustrato il fallimento (il tradimento) del dreamworld americano mettendone in rilievo la sua trasformazione in miraggio alienante. Lo studio critico di Falzon è interessante perché colloca in una prospettiva particolarissima l’opera di Dylan; il libro piacerà ai tanti cultori e agli esegeti di uno degli artisti più influenti e ascoltati del nostro tempo.
GIOVANNI GRAZIANO MANCA
Dettagli del prodotto:
- ASIN : 8899294186
- Editore : Melville (26 maggio 2016)
- Lingua : Italiano
- Copertina flessibile : 204 pagine
- ISBN-10 : 9788899294182
- ISBN-13 : 978-8899294182
- Peso articolo : 238 g
- Dimensioni : 21.2 x 1.8 x 14.2 cm
Giovanni Graziano Manca è nato a Nuoro ma vive e opera a Cagliari. Laureato in filosofia, pubblicista, da sempre si interessa di cultura, in particolar modo di musica, poesia, arte, filosofia e letteratura. Numerose le pubblicazioni al suo attivo: oltre a collaborare con quotidiani e periodici, ha pubblicato volumi di narrativa e di poesia (ultimi, tutti in versi, "In direzione di mete possibili" Lieto Colle, 2014 , "Voli in Occidente" Eretica, 2015, e "Nel tempo che si muove", Antipodes, 2020, articoli e saggi su riviste specialistiche e web.