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BLACKMORE’S NIGHT – Nature’s Light

BLACKMORE’S NIGHT – Nature’s Light

Dopo il ritorno di Ritchie Blackmore all’hard rock con i suoi Rainbow e con Ronnie Romero alla voce ci si aspettava un nuovo album dei Rainbow, come aveva annunciato proprio il leggendario ex chitarrista dei Deep Purple. Ma niente di tutto questo, perché ecco nuovamente tornare i Blackmore’s Night, la band folk che dal 1997 il chitarrista porta avanti con la sua affascinante e brava moglie Candice Night. Siamo quindi alle solite, chitarre acustiche, violini, tamburelli, ritornelli e ambientazioni fiabesche e solo in rare parti qualche accenno elettrico della sua intramontabile Fender Stratocaster. Sono sincero, queste sonorità sono affascinanti, solari, divertenti, ma mi hanno un po’ stancato e tutti da Blackmore ci aspettiamo sempre di più. I brani sono ascoltabili e orecchiabili e la forza della band non è solo Blackmore, ma anche la moglie e la sua voce molto ammaliante.

“Once Upon December” è la solita ballata festosa folk rinascimentale con la sempre bella voce di Candice Night e Ritchie Blackmore ci delizia con la sua chitarra acustica e “Four Winds” ha le stesse caratteristiche ma qui ci sono più tamburelli e influenze celtiche, song che sa comunque affascinare per le sue melodie favolistiche e orecchiabili e ancora “Feather In The Wind”, altro affascinante brano più sinfonico grazie ad una maggiore presenza del violino e di armonie vocali. C’è anche lo strumentale, “Darkest Shade Of Black” che ha una forte vena nostalgica nei quasi otto minuti di durata, musica quasi da colonna sonora che può ricordare il nostro Ennio Morricone, organo a canne, un clavicembalo e vocalizzi femminili e Blackmore imbraccia poi la chitarra elettrica per regalarci assoli passionali e pieni di feeling e come pochi sanno fare, brano a dir poco spettacolare.

“Nature’s Light” è la title-track, festosa e che invita alle feste e ai banchetti di corte e “Der Letzte Musketier” è l’altro splendido strumentale introdotto dal suono di un Hammond che ricorda il grande Jon Lord e nuovamente Sir Blackmore imbraccia l’elettrica per offrirci un altro ottimo guitar solo molto intimista e sentito e ci ricorda alcune cose dei Deep Purple. “Wish You Were Here” la conosciamo già, è la nuova versione del brano che faceva parte di “Shadow Of The Moon”, il primo album del 1997 e che era una cover dei Rednex, qui in una versione di poco diversa dall’originale e “Going To The Faire” con le sua arie e armonie sempre festose ma cantilenanti e “Second Element”, più sul folk e con lievi tracce prog e con un gran bel guitar solo di Blackmore, chiudono un cd che se non fosse per i due brani strumentali la mia valutazione non sarebbe stata affatto 7/10, ma minore.

FABIO LOFFREDO

Tracklist:

  1. Once Upon December
  2. Four Winds
  3. Feather In The Wind
  4. Darker Shade Of Black
  5. The Twisted Oak
  6. Nature’s Light
  7. Der Letzte Musketier
  8. Wish You Were Here (2021)
  9. Going To The Faire
  10. Second Element

Label: Ear Music
Genere: Folk/Celtic/Medieval/Rock
Anno: 2021

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/10
VOTO

Band:
Ritchie Blackmore: Chitarra elettrica e acustica, hurdy gurdy, nickelharpe, e mandola
Candice Night: Voce, voci armoniche, woodwind e tambourine
Earl Grey Of Chimay: Basso e chitarra acustic
Bard David Of Larchmont: Tastiere e cori
Troubadour OF Aberdeen: Percussioni
Scarlet Fiddler: Violino
Autumn Bkackmore: Voce
Rory Blackmore: Voce
Jim Pappalardo: Cori
Lady Linn: Cori

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