Beth Nielsen Chapman – CRAZY TOWN
Cantautrice americana dalla grande esperienza, capace di destreggiarsi in maniera sopraffina tanto con il Pop quanto con il Country, usando qualche venatura Soul – Beth Nielsen Chapman vanta collaborazioni con artisti straordinari quali Elton John, Faith Hill, Willie Nelson, gli Alabama, Emmylou Harris, Bonnie Raitt, Michael McDonald, Bette Midler – senza mai perdere entusiasmo e passione, sin dal suo esordio discografico nel 1980. Superato quindi il giro di boa dei quarant’anni di carriera, Beth presenta questo Crazytown – album il cui filo conduttore è il caos ed una allegra follia di fondo, che si esprime con la consueta eleganza in tutte e dodici le tracce che compongono l’album, esplorando temi come la speranza, l’amore e le vicissitudini della vita. Le abilità compositive della Nielsen Chapman emergono tutte anche grazie al lavoro del pluripremiato produttore Ray Kennedy: in questa opera possiamo trovare del morbido funk, atmosfere jazz moderne, ondeggiamenti blues e soul più qualche puntata sul country rock da airplay che mi fa pensare in più momenti alla prima Alanis Morrisette o a Shania Twain.
L’apertura dell’album è affidata alla doppietta All around the world e Put a woman in charge, manifesti frizzanti della volontà di una rivoluzione per una leadership femminile, la terza traccia è invece 4leafclover – una delicata cantilena soul. La quarta traccia è una ballad malinconica, in cui la ancora cristallina voce di Beth Nielsen Chapman ci culla lamentandosi del trascorrere del tempo e la cui catarsi è nella successiva Dancing with the Past, più allegra e spensierata. The truth abbassa i toni solo apparentemente: Beth affronta un blues profondo guardando dritta negli occhi la Adele di Rolling in the deep – mentre esplode in rock energico (con tanto di hammond in primo piano) a tema ecologico sulla successiva The universe, regalando un’altra doppietta di canzoni mirabili – tra i momenti migliori di questo Crazytown. Ritorna la malinconia sulla ballad The edge, dedicata al suo primo marito Ernest scomparso a causa di un cancro nel 1994: a tratti sembra di sentire il Bruce Springsteen più intimista o quello più moralmente disilluso di Devils and Dust o del precedente The Rising – restando nella scia del Boss senza mai davvero citarlo. In Pocket of my past si sente invece chiaramente una giovane Alanis Morrisette, gli arrangiamenti e le armonizzazioni ci portano infatti indietro di oltre vent’anni a quel Jagged Little Pill che ha stravenduto, sfornando singoli su singoli. Si ritorna al blues con Hey girl (We can deal with it), altro inno “girl power” della cantautrice statunitense che chiude con le atmosfere più country/soul di Everywhere we go e la struggente folk ballad con atmosfere irlandesi Walk you to heaven.
Cosa dire quindi di un album così piacevolmente altalenante, ben costruito, ben pensato, ben, prodotto e ben arrangiato – ma soprattutto cantato magnificamente? Beh, credo di averlo già detto adesso: classe ed esperienza non mancano di certo a Beth Nielsen Chapman – di sicuro le è mancato ricevere più notorietà di quanto in effetti si sia meritata e che ancora meriti. Per tutti gli amanti delle sonorità “classiche” a stelle e strisce: non rimarrete delusi.
Killer tracks: All around the world, Put a woman in charge, The truth, The Universe, The edge, Pocket of my past, Walk you to heaven.
SANTI LIBRA
Tracklist:
1 – All around the world
2 – Put a woman in charge
3 – 4LeafClover
4 – With time
5 – Dancin’ with the past
6 – The truth
7 – The universe
8 – The edge
9 – Pocket of my past
10 – Hey girl (We can deal with it)
11 – Everywhere we go
12 – Walk you to heaven
Credits:
Pubblicazione: 16 settembre 2022
Label: Cooking Vinyl, Egea Music, The Orchard
VOTO
Band:
Beth Nielsen Chapman
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Bolognese, classe 1978 – appassionato scrittore sin da piccolo e devoto alla musica al 100% Cresciuto con i grandi classici della musica italiana ed internazionale, scopre sonorità più pesanti durante la gioventù e non se ne separa più, maturando nel contempo il sogno di formare una rock band. Si approccia inizialmente al pianoforte e poi al basso elettrico – ma sarà la sua voce a dargli il giusto ruolo, facendosi le ossa in diverse band e all’interno di spettacoli che coprono vari generi musicali, fino a fondare i Saints Trade – band hard rock con cui sforna diversi album e si toglie più di una soddisfazione in Italia e all’estero, fino a realizzare un altro piccolo sogno – quello di scrivere di musica entrando a far parte della grande famiglia di TuttoRock.