Bell Orchestre – House Music
Un’orchestra fuori dal comune e pure… bella! Nonostante gli anni della propria esistenza che una persona dedichi la agli ascolti più svariati e tirando come conclusione di conoscere (quasi?) tutto, quando ti capita tra le mani l’ultimo disco della Bell Orchestre, beh puoi ritenerti ragionevolmente sconfessato. Parliamo di quello che comunemente viene definito un side project che coinvolge oltre ai founder members Richard Perry (bass & vocals) e Sarah Neufeld (violin & vocals) degli alternative canadesi Arcade Fire, anche il polistrumentista Pietro Amato (The Luyas), il navigato Michael Feuerstack (pedal steel, vocals & keyboards) e il regista Kaveh Nabatian (keyboards & trumpet). Una bella accolita di veri musicisti che hanno fatto della ricerca musicale una ragione di vita, dedicandosi alla scoperta di suoni che traggono dalla fusione di strumenti classici e moderni un’atipica combinazione sonora facilmente inquadrabile nell’avant-garde music. Una strada quella intrapresa da questi musicisti canadesi, in cui lo studio serrato va a braccetto con l’improvvisazione, fuoriuscendo dalle convenzioni senza misurarsi con la pura cerebralità.
Un cammino in cui il primo passo è stato mosso con l’uscita sul mercato nel 2005 di RECORDING A TAPE THE COLOUR OF THE LIGHT (Rough Trade), originale e dall’approccio bucolico, per poi proseguire in maniera più inquietante con AS SEEN THROUGH WINDOWS (Arts & Crafts – 2009) concedendo alle parti orchestrali prendere il sopravvento, rivelandosi adattabili ad una cinematografia di genere. Purtroppo, i seguaci raccolti con questi due lavori, dovranno aspettare ben undici anni, per trovarsi ad ascoltare la terza produzione discografica dei sei musicisti canadesi. HOUSE MUSIC è il titolo e viene anticipato dall’uscita dal corto per” IX: Nature That’s It That’s All” girato dallo stesso Nabatian e dal singolo “V: Movement”. Dando il via all’ascolto è come trovarsi di fronte ad un unico brano che racchiude le dieci tracce di un disco ove è percettibile una continua atmosfera di sperimentazione e ricerca, in cui fiati ed archi ne suggellano i momenti più trascinanti, pur se talvolta l’incontenibile voglia di caccia al nuovo, non sempre si rivela la miglior scelta. Un vero amalgama musicale senza confini di stile, dove un jazz multiforme cammina di pari passo con una classica visionaria e le stravaganze psichedeliche riescono a far fuoriuscire indugianti dosi di post rock. Se a questo aggiungiamo che le registrazioni del disco sono state effettuate in una tenuta di campagna della Neufeld nel Vermont, ove ogni musicista si è sistemato in una differente parte dell’immobile suonando per alcuni giorni senza sosta, il fattore improvvisazione non può di certo risultare una sorpresa. In questo caso la vera libertà è stata quella di suonare (e registrare) senza limiti, che ha portato solo successivamente alla fase di scelta del materiale ritenuto migliore ed editarlo. Lo stesso Parry parlando del disco non ha nascosto che il riferimento di ispirazione è stato Miles Davis in BITCHES BREW (Columbia Records – 1970), riuscendo così a canalizzare sensazioni ed attualizzando anche le composizioni capaci di rivelarsi un perfetto riflesso in note delle restrizioni imposte (leggasi Corona Virus) durante le quali le composizioni sono state create.
Il terzo capitolo della Belle Orchestre per cui la produzione è stata affidata alle sapienti mani di Hans Bernard che si distingue per l’approccio minimalista, riesce a tirar fuori un non facile filo comune tra particolari armonie e sfavillanti soluzioni ritmiche non sempre entusiasmanti, ma che non meritano che questi quasi quarantacinque minuti passino sotto silenzio.
CLAUDIO CARPENTIERI
Tracklist:
- Opening
- House
- Dark Steel
- What You’re Thinking
- Movement
- All The time
- Colour Fields
- Making Time
- Nature That’s it That’s All
- Closing
Credits:
Etichetta: Erased Tapes Records
Pubblicazione: 19 marzo 2021
VOTO
Band:
Pietro Amato: French horn, keyboards, electronics
Michael Feuerstack: Pedal steel guitar, keyboards, vocals
Kaveh Nabatian: Trumpet, gongoma, keyboards, vocals
Sarah Neufeld: Violin, vocals
Richard Reed Parry: Bass, vocals
Stefan Schneider: Drums
www.bellorchestre.com
Nasco Ia Ferrara nel 1966 ma dopo alcuni anni per questioni di lavoro il mio papà si trasferisce a Roma dove attualmente vivo. Cresciuto come in molti della mia generazione con lo Zecchino D’Oro dell’indimenticato Mago Zurlì (in pancia però già scalciavo al ritmo di (I Can’t Get No) Satisfaction) muovendo i primi passi verso un ascolto di massa con trasmissioni come Discoring (ispirato al Top of the Pops inglese) e successivamente mi mostravo affascinato all’iperspazio dell’innovativo Mister Fantasy(condotto da Carlo Massarini). I primi amori? Dire Straits, The Police, Deep Purple e Supertramp. Ma nel mio bel mobile ove ancora oggi continuo a custodire ed a collezionare Lp e Cd l’eterogeneità regna sovrana e c’è sempre stato spazio per tutti! Al fianco di un disco di Dylan è facile trovare un album dei Duran Duran, come subito dopo i Van Halen trovare inaspettatamente i Visage, ma anche trovare come “vicini di casa” Linkin Park e Nirvana. Sì, la musica è bella perché varia e Tuttorock incarna al meglio un luogo magico dove la disuniformità del mondo delle sette note, non può non attrarre chi alla musica non ha mai posto confini. Keep the faith…