ARCTIC MONKEYS – The car
Venerdì 21 ottobre dopo un silenzio di quattro anni è uscito in nuovo album degli Arctic Monkeys di Alex Turner “The Car”, seguito del raffinato e baracco Tranquillity Base Hotel & Casino, che aveva fatto storcere il naso ai fan della prim’ora e puritani dell’indie e alternative che accusarono le scimmie artiche di aver tradito le loro origini, comunque quell’album piacque tanto al sottoscritto, ascoltandolo dava l’impressione che la mia stanza vorticasse nel cielo atterrando infine nel deserto, un album che riecheggiava rock psichedelico ben costruito da una prospettiva più intima e matura. The Car è stato annunciato durante l’estate, anticipato dai singoli There’d Better Be a Mirrorball e Body Paint, e la copertina raffigurante esclusivamente un auto utilitaria parcheggiata su di un terrazzo senza alcuna dicitura significa che il gruppo non ha più bisogno di presentazioni. Dieci tracce per la durata di poco più di mezz’ora. Si poteva fare di meglio, ma anche di peggio, quindi bene com’è andata.
The Car degli Arctic Monkeys non è un album alternative, non è rock nemmeno blues tantomeno jazz o pop, è un genere indefinito un sound che per alcuni potrebbe risultare irritante e ruvido, il gruppo si è scrollato completamente quella polvere di rock’n’roll che li portava a suonare con chitarre ad alto volume e distorsione, dedicandosi a pacate e sontuose riflessioni che riempiono i brani con archi e modeste tastiere, gli assoli di chitarra si possono contare sulle dita di una mano. Il ritmo dei dieci brani è cadenzato e spaesato, una sorta di colonna sonora di un anonimo film anni settanta, ascoltandoli al tramonto magari in riva al mare (probabilmente) riesce a sprigionare una bellezza nascosta, perché i brani scorrono lenti e meditativi.
Sembra che i vecchi Arctic Monkeys capitanati da Alex Turner siano stati fatti fuori da alieni che hanno preso le loro sembianze e stanno suonando musica che mai ci saremmo aspettati da loro (nonostante quel gioiellino anomalo di Tranquillity Base). D’altronde i veri artisti fanno musica principalmente per loro stessi, questo giustifica il cambio pelle e la scelta stilistica di The Car. Sul disco se ne sta parlando e se ne parlerà tanto, rimane qualcosa di insolito e coraggioso che è entrato a gambe tese in tutti i negozi di musica da qualche giorno, l’esplosione creativa e sonora di quella pietra miliare di AM che non ci dimenticheremo tanto facilmente è lontana, ma l’importante è che si abbia qualcosa da dire e la voglia di reinventarsi, e chissà che tireranno fuori dal cilindro per la prossima fatica gli Arctic Monkeys, a questo punto la curiosità (dato il potenziale e la capacità di reinventarsi) c’è tutta.
Leonardo DeLarge
Tracklist:
- “There’d Better Be a Mirrorball”
- “I Ain’t Quite Where I Think I Am”
- “Sculptures of Anything Goes”
- “Jet Skis on the Moat”
- “Body Paint”
- “The Car”
- “Big Ideas”
- “Hello You”
- “Mr Schwartz”
- “Perfect Sense”
Credits:
Pubblicazione: 21 ottobre 2022
Label: Domino Records
VOTO
Band:
Alex Turner – vocals, guitars, keyboards, piano, synthesizers, drums, string arrangements
Jamie Cook – guitar, synthesizer, organ, slide guitar
Nick O’Malley – bass, vocals
Matt Helders – drums, vocals, keyboards
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Nato sotto le stelle del 06 dicembre 1993 a Trani (BT) è appassionato di ogni forma d’arte fin da piccolo, dal 2018 è l’autore di vari racconti fantastici e surreali tra cui: “FigaPower - In cerca d’Amore”, “C’era una volta la Musica” e “Corsa nella Notte” che l’inseriscono nell’ambiente underground letterario italiano; nel 2021 è pubblicata la sua prima raccolta: Eroi e Fregature a cui segue nel 2023 Birre, Rose e Fantasia. Dal 2020 la passione e devozione per la musica lo conduce a intraprendere una collaborazione con TuttoRock, arricchendo l’area blog e recensioni.