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Ant Mill -“Double Rod Pendulum”

Ant Mill -“Double Rod Pendulum”

Qualche mese fa è uscito “Double rod pendulum”, edito dalla Kandinsky Records, il primo album degli Ant Mill, dalla sera della presentazione del disco non sono più riuscito a toglierlo dalla testa. Quei riff di chitarra, quel rock, quei pezzi che si prendono il tempo giusto, senza fretta, la voce, tutto così curato ed equilibrato, mi sembrava quasi di ascoltare un nuovo album dei “Mad Season”, lo so, è un paragone azzardato ma vi sfido a provare ad ascoltarlo, non ve ne pentirete. Non sarò qui a dirvi che è un album perfetto ma è molto bello di sicuro, riesce ad entrarvi dentro e a rimanerci a lungo, non vi lascerà indifferenti. Personalmente più lo ascolto e più mi piace.
Massimo Dalla Tor,  Gabriele TirelliGiacomo PapettiMatteo Arici, sono personaggi che orbitano nel panorama musicale nazionale da anni, collaborando con artisti del calibro di Vittoria and The Hyde Park, Plan de Fuga, The Grass Tuxedo, Birdcage, l’esperienza accumulata ha dato i suoi frutti, riuscendo a creare un album equilibrato,  un crossover personale e contemporaneo tra energia rock, sfumature prog, l’irruenza del grunge/stoner e groove danzerecci. Nove brani registrati in presa diretta e senza sovraincisioni – con il sound engineer/producer Marco Tagliola (Vinicio Capossela, Scisma, Baustelle, John Parish e molti altri) presso il Perpetuum Mobile Studio. 
Ma cosa vuol dire Ant Mill?  E’ il cerchio suicida delle formiche, un fenomeno naturale raro e piuttosto sorprendente, che interrompe il perfetto funzionamento biologico del formicaio a causa di un piccolo errore, creando un evento caotico a suo modo ordinato e affascinante.
I nove pezzi che compongono l’album sono:
-The Burnin’ Rope
-Bluewatchin’ Daylight
-Tale #11 (Lullaby for E.)
-Gloomtrotter
-Beautiful Toy
-Inner Sounds
-Thrilling Days
-Again
-Feed Me (As I Fit You)
Nello specifico gli Ant Mill sono: 

Massimo Dalla Tor: voce
Gabriele Tirelli: chitarra, backing vocals
Giacomo Papetti: basso, backing vocals
Matteo Arici: batteria

Voto:8/10

Daniele “DiKi” Di Chiara

Sabato 7 Ottobre in occasione dei 10 anni della Kandinsky Records uscirà la stampa in vinile dell’album “Double rod pendulum”  , la festa si terrà alla Latteria Molloy, abbiamo raggiunto Tirelli (chitarra) per una breve intervista:
Ciao Gabriele, sei emozionato dell’uscita del vinile e del live che farete sabato in Latteria Molloy?
Ciao daniele, Sono molto emozionato. Diciamo che ogni concerto con Ant Mill mi emoziona. Con loro sono cresciuto musicalmente e umanamente. Ogni volta che possiamo suonare le nostre canzoni, frutto di tanto confronto e tanto scambio è un momento emozionante
Sono convinto che il nostro concerto possa comunicare tanto proprio per questo.
Sì, poi sabato siamo a casa, a festeggiare il compleanno della nostra etichetta Kandisky Records, che ci ha permesso di far uscire “Double Rod Pendulum” su vinile.
Credo che per ogni musicista sia un punto di arrivo e grande soddisfazione poter veder girare quel disco nero e ascoltare la propria musica, no?
In particolare sono convinto che il nostro suono sia più adatto a questo supporto, sia per il calore che dona il disco, sia perché tutto l’album è stato registrato seguendo le “vecchie abitudini”, assolutamente in presa diretta, con suoni crudi e senza l’utilizzo di sovraincisioni.
Non poteva esserci conclusione migliore di un vinile
Per chi già conosce il nostro album grazie all’uscita in digitale sono sicuro che il vinile regalerà delle belle sorprese.
Tutto prende un sapore completamente diverso, ma lascio al loro orecchio il piacere di scoprirlo.

Io vi ho visti alla presentazione dell’album al Belleville, e con l’ascolto dell’album si è rafforzata molto una mia impressione, sembrate una band con delle basi solide, mi date l’impressione di conoscervi da una vita, da cosa è dovuto?
Gli Ant Mill nascono qualche anno fa, ma noi quattro suoniamo insieme da ben 12 anni sotto il nome di Argo, progetto tributo alla musica dei Led Zeppelin.
Sicuramente i dieci anni passati insieme e i tantissimi concerti hanno creato un feeling molto forte. La musica degli Zep, per come l’abbiamo sempre vissuta, lascia tantissimo spazio al dialogo musicale, alle improvvisazioni, alle variazioni… E tutto questo ha permesso di conoscerci profondamente come musicisti e non solo come esecutori.
A volte, mentre improvvisiamo, ascolto gli altri ad occhi chiusi e so già dove andremo a finire
La cosa più bella è che poi la “nostra” musica non ha nulla a che vedere con il rock/blues degli Zep, ma piuttosto è influenzata tantissimo dal loro modo di viverla.