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ANALOGIC – EVA

ANALOGIC – EVA

Il primo pensiero che si è insinuato nella mente del sottoscritto al termine dell’ascolto di “EVA” (Luminol Records), disco d’esordio degli ANALOGIC che ho ricevuto nella forma di uno splendido vinile (e già qui i punti salgono), è stato: “Così avrebbero suonato i Bluvertigo oggi, se solo la carriera musicale della fenomenale band brianzola non fosse ferma ormai da una decina di anni”.

Non vorrei limitarmi però solo a questa citazione, perché il dedalo di note e parole del combo nato recentemente, nel 2023, e formato dalla famiglia Crateri, con Davide (padre) a voce, basso e synth, Diego (figlio) a voce e chitarra con l’aggiunta di Michelangelo Gandossi (“spirito santo”) alla batteria (anche se nell’album suona il batterista Antonino Bonanno) si fa spazio tra rock, prog, elettronica, funk, indie, musica esoterica, senza trascurare splendidi assoli chitarristici che rimandano al panorama metal di tre o quattro decenni fa. Per intenderci, immaginiamoci Bluvertigo, PFM, Area, Pink Floyd, David Bowie, The Beatles e tanti altri artisti seduti allo stesso tavolo per poi entrare in sala prove e dar vita alla più bella jam session di tutti i tempi.

La band descrive il progetto come “un disco che viene da dentro, dal profondo, un flusso di coscienza che esce direttamente dalle mani dei musicisti senza l’uso disumanizzante del digitale ed esprime una spontaneità che si riflette non solo a livello musicale ma anche tematico”.

Il titolo dell’album richiama a quell’ideale di Bellezza e di Purezza ineguagliabile. EVA, per l’appunto, è per la band l’unico nome femminile che si può associare a Madre Natura, colei che rende indissolubile il legame poeticamente artistico tra umanità e naturalità.

“EVA” si compone di dieci brani che raccontano la nostalgia, l’amore, la critica sociale:

GENERAZIONI: “Chi poteva e non ha voluto. Chi ora vuole e non può più”. La crescente consapevolezza dell’inesorabile incombenza del tempo.

AVE NATURA: Una riflessione esistenziale ispirata al poeta romantico William Wordsworth all’interno di un brano acustico che ricorda le composizioni più eteree dei Beatles.

MYSTIC ORPHIC MUSIC: Elettronica e chitarre si inacidiscono in un esoterico e decadente canto dedicato al poeta maledetto Dino Campana.

LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE NERO: La vena progressive della band sgorga in questa reinterpretazione moderna del capolavoro degli Area.

MILANO MAGNETICA: La Milano anni ‘90 del Plastic e del Transex nella nostalgica polaroid degli ANALOGIC, qui allineati con gli Afterhours dell’epoca.

ODE NICHILISTA: Combattere il Nulla con la dolcezza e il coraggio di mostrarsi a nudo. Un brano esoterico con influenze prog che grida al ritorno alla vita.

MASTURBATI: Una dolce e malinconica descrizione dell’atto onanista. L’autore Andrea Tich partecipa in prima persona alla reinterpretazione degli ANALOGIC.

I AM AN INTELLECTUAL: Il funk irrompe mischiandosi all’elettronica in questa ironica considerazione su conoscenza e ignoranza.

MIRAGE: Non poteva mancare l’amore tra i tanti temi di Eva. La narrazione questa volta è in inglese e Crateri è accompagnato dalla voce eterea di Letizia Racca (Yavanna).

INDEFINITA: Perdere sé stessi dietro a una donna ineffabile, tanto da affidarsi a lei per ritrovare un nuovo io. Il finale è perfettamente racchiuso nel suo titolo.

Un debutto davvero sorprendente, che ha già permesso agli ANALOGIC di ricevere consensi e premi dagli addetti ai lavori, infatti ad aprile hanmo vinto la prima targa Cramps Music nel contest live al Piccadilly di Faenza, organizzato da Giordano Sangiorgi, con la propria versione di “Luglio Agosto Settembre Nero” degli Area. Il video, con cameo di Patrizio Fariselli, è stato inserito nel docufilm su Gianni Sassi “L’occhio, l’orecchio, la gola” diretto da Roberto Manfredi e presentato in anteprima a maggio allo IULM.

Inoltre, ad agosto, hanno ricevuto la menzione speciale per il premio Canti Orfici in Musica dell’amato poeta Dino Campana con il brano “Mystic Orphic Music”.

MARCO PRITONI

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