ALCHEMY – Dyadic
Da Wikipedia, per le “capre” come me: in sociologia, una diade è un gruppo di due persone, il più piccolo gruppo sociale possibile. Come aggettivo, “diadico” descrive la loro interazione. Parrebbe quindi un concept album date le premesse, ma non lo è in senso stretto – certamente vi è un filo conduttore che lega tutte e 11 le tracce (più una bonus in versione acustica) dando coerenza all’album degli italiani Alchemy, intitolato appunto Dyadic. Valida realtà tricolore in ambito hard rock melodico, gli Alchemy presentano il loro quarto lavoro, dopo due EP autoprodotti datati 2013 e 2014 ed il primo full length Never too late del 2016 lanciato da Street Symphony – etichetta che ha scelto di credere in loro ancora una volta e a ragion veduta, come vedremo. La band capitanata dal cantante Marcello Sprea e dal chitarrista Cristiano Stefana propone infatti un album di hard rock moderno, con uno sguardo attento al nord Europa, qualitativamente molto buono e ben prodotto – non a caso vi è sempre lo zampino del vecchio leone dell’hard rock italiano, il superbo Roberto Priori che ne ha curato mixing e mastering.
Il lavoro si presenta molto originale, con brani a volte guidati dai ficcanti suoni di tastiera del validissimo Andrew Trabelsi, a volte invece più ispirati dalla chitarra presentando riff rocciosi in contrasto con assoli molto melodici e subito fruibili: la ritmica precisa ed incalzante dei due Matteo – Castelli al basso e Severini alla batteria – e la bella voce di Sprea fanno il resto, il lavoro scorre piacevolmente e non sfigurerebbe in alcun modo accanto a quello di altri artisti più blasonati grazie anche alla collaborazione con Dave Rox Barbieri, Stefano Zeni e Steve DeBiasi (presenti come special guest nell’album) e con lo scrittore britannico Peter Darley che ha supervisionato i loro testi. Ciò è stato d’aiuto a perfezionare il loro sound ed arrivare a tutta velocità a questo prodotto che andiamo ora ad analizzare: si comincia con Cursed, brano potente e dinamico, per proseguire con One step away – dotata di una struttura semplice ma assolutamente efficace e forte di un ottimo arrangiamento, sicuramente tra la top song dell’album. La terza traccia – il singolo Endless quest, in cui emergono ancora più evidenti le influenze della moderna scena rock-melodica scandinava (H.E.A.T. su tutti) è un ottimo biglietto da visita per la band: i suoni sono molto buoni, la presenza di chitarra e tastiera è ben dosata e ciò giova in tutto e per tutto alla dinamica del branno e dell’ intero album.
Si passa ad una buona semi-ballad, ovvero una What it takes dotata di un valido ritornello, a cui fa seguito Nuketown, ottima traccia guidata da un bellissimo riff ed una melodia azzeccatissima: gli Alchemy paiono crescere in questo album brano dopo brano ed è molto piacevole accorgersene. Interessanti anche le successive Day by day e Hero che cavalcano veloci avvicinandoci sempre a quelle atmofere “swedish friendly” menzionate poc’anzi – così come la successiva Lost in the dark che fa da apripista alla vera ballad dell’album, Goodbye.
Il brano è carino anche se non memorabile – come sempre la fanno da padrone gli arrangiamenti e la melodia: l’assolo centrale regala brividi e ci prepara al gran finale con brani più potenti quali la tambureggiante Take another shot o l’epica e conclusiva Prisoner, vera e propria ciliegina su una torta già di per sé molto gustosa e che riporta alla mente il periodo degli Europe con Kee Marcello alla sei corde o i più recenti Eclipse. Vi è anche l’immancabile bonus track – in questo caso una versione acustica della sopracitata ballad Goodbye, che fortunatamente non perde il suo potere emozionale – grazie anche alla valida presenza di SteveDiBiasi come ospite.
In sostanza un ottimo lavoro da parte dei nostri Alchemy – un album che pur presentando qui e lì alcuni cali di tensione può come dicevo gareggiare ad armi pari e senza sfigurare nei confronti delle miriadi di band provenienti dal nord Europa, una montagna russa piacevole e divertente da cui si scende controvoglia! Bravi ragazzi, vi aspettiamo presto su palchi importanti per portare avanti la vostra buon musica e supportare questo valido Dyadic! Kiler Tracks: One step away, Endless quest, Nuketown e Prisoner.
SANTI LIBRA
Dyadic tracklist:
01. Cursed
02. One Step Away
03. Endless Quest
04. What It Takes (feat. Stefano Zeni)
05. Nuketown
06. Day By Day
07. Hero
08. Lost In The Dark
09. Goodbye (duet with Davide “Dave Rox” Barbieri)
10. Take Another Shot
11. Prisoner
12. Goodbye (Acoustic Version feat. Steve De Biasi – Exclusive European Bonus Track)
Produced by Pierpaolo “Zorro” Monti
Mixed & Mastered by Roberto Priori
Publishing by Tanzan Ed. Musicali/SUISA (publishing.tanzanmusic.com/)
Artwork & Graphics by Aeglos Art
Alchemy:
Marcello Spera: voce
Cristiano Stefana: chitarra
Andrew Trabelsi: tastiera
Matteo Castelli: basso
Matteo Severini: batteria
Sito ufficiale: https://alchemyband.wixsite.com/rock
Pagina Facebook ufficiale: https://www.facebook.com/musicalchemy/
Profilo Instagram ufficiale: https://www.instagram.com/alchemy_band/
Canale YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCeAH1FkcZHcPEOvsLlHP7UA
Bolognese, classe 1978 – appassionato scrittore sin da piccolo e devoto alla musica al 100% Cresciuto con i grandi classici della musica italiana ed internazionale, scopre sonorità più pesanti durante la gioventù e non se ne separa più, maturando nel contempo il sogno di formare una rock band. Si approccia inizialmente al pianoforte e poi al basso elettrico – ma sarà la sua voce a dargli il giusto ruolo, facendosi le ossa in diverse band e all’interno di spettacoli che coprono vari generi musicali, fino a fondare i Saints Trade – band hard rock con cui sforna diversi album e si toglie più di una soddisfazione in Italia e all’estero, fino a realizzare un altro piccolo sogno – quello di scrivere di musica entrando a far parte della grande famiglia di TuttoRock.