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ALBERTO N.A. TURRA – It is Preferable Not To Travel With A Dead Man

ALBERTO N.A. TURRA – It is Preferable Not To Travel With A Dead Man

Non avevo assolutamente considerato di trovarmi tra le mani con il 2017 in dirittura di arrivo, un nuovo disco di Alberto N.A. Turra.  A gennaio, infatti, il variegato e cristallino FILMWORKS (Felmay Records – 2017) è stato reso disponibile in formato cd, riscuotendo apprezzamenti a pioggia tra i cultori dell’artista e nuovi adepti. Alberto N.A. Turra che nasce a Milano nel 1975, è forse uno degli artisti più completi che possiamo vantare nel nostro panorama musicale, ma anche in settori ad esso affini. Per non dilungarci in una inutile biografia senza fine, basterebbe dire che siamo di fronte ad un musicista la cui maturità è stata raggiunta facendo scorrere le dita sul manico della sua chitarra, ma anche alla sua comprensione verso arti come la danza contemporanea o il teatro, mettendo le proprie capacità a disposizione del Teatro Binario 7 di Monza per ben quattro anni. Presta anche la propria abilità alla sei corde nei  Museo Kabikoff (esaustiva  l’analisi di PIETRAIA fatta dal boss Maurizio Donini e pubblicata su Tuttorock.net il giorno di Natale 2014!),  fautori di un euforico concentrato hardcore/psychoprog, e (se proprio dobbiamo catalogarli ….) ai jazz-rockers Turbogolfer (per cui il founder di Tuttorock.net, presta ancora la sua abile penna) in cui a primeggiare sono le partiture free form, vero asso nella manica di chi non ama cadere nella scontata reinterpretazione.   Non da meno sono le partecipazioni a colonne sonore di lungometraggi come NAJA (di Angelo Longoni per Cecchi Gori Group – 1988), per SEVESO 10 LUGLIO 1976: UNA STORIA DA RACCONTARE (Legambiente Lombardia /Fondazione Legambiente Lombardia – 2004)   o a produzioni teatrali più chiaramente mirate alle generazioni più giovani come ROLL OVER BEETHOVEN e ARE(A)ZIONE TRIBUTO A DEMETRIO STRATOS.

A seguito della pubblicazione del precedente lavoro, Turra intraprende un solo guitar tour di circa 30 date, da cui vengono presi i brani contenuti in questo disco. Una successione di cinque brani tutti strumentali, in cui è facile farsi sommergere da un’inondazione di note in grado di fuoriuscire da combinazioni musicali che trovano in un jazz anche orgogliosamente accademico, la base imprescindibile degli studi dell’autore. Segmenti musicali che vengo saldati gli uni agli altri, mostrando aperture sonore che hanno il merito di muoversi in uno spazio infinito andando oltre i limiti di genere che l’improvvisazione incorpora e stravolge, facendo trasparire a tratti il nervoso tremolare delle vene del polso. Un inconsueto darsi al pubblico (pur se udibile solo nel finale dei brani) con il quale viene a stabilirsi empatia e dove lo strumento va ben oltre l’essere un punto di incontro con chi ascolta, privilegiando costruzioni armoniche che tanto debbono al passato pur mostrandosi al tempo stesso contemporanee. Momenti ispirati che si nutrono di quel background di tutto rispetto (il diploma alla Scuola Civica di Jazz di Milano gioca un ruolo tutt’altro che secondario) e permettono al musicista di dar sfogo ad una inebriante capacità di improvvisazione che forse lo farà anche apparire a tratti gelido nella sua perfezione, ma sicuramente un intraprendente ginnasta della sei corde che non sfigurerebbe al fianco di mostri sacri come Chick Corea o Keith Jarrett. Perciò “Black Madonna”, “If You Want Me to Stay”, “Col di Lana”,   “You Don’t Know What Love Is” e “ Cellule” meritano di essere menzionate e ascoltate tutte senza distrazioni, in modo da cogliere una concettualità ardita  dalle sfumature tutt’altro che limitate ed un senso della melodia che può sembrare difficile da seguire.

IPNTTWADM, registrato nell’atelier dello scultore genovese Ruben Esposito situato in un palazzo del ‘400 del capoluogo ligure, esce per la Felmay Rec. dopo essere stato presentato all’inaugurazione dell’etichetta Chant Records al Nublu Classic in quel di Manhattan NYC alla fine di ottobre del 2017 e che pur non riuscendo nell’intento di farsi apprezzare al meglio al primo ascolto, resta un prodotto nudo e crudo fatto anche di ricerca e sperimentalismi dove una produzione tutt’altro che laccata garantisce l’avvicendarsi di luci ed ombre fluire in una scorrevolezza di alto livello. Personalmente e con le dovute differenze, insieme a REVIVE degli ALMACANTA (non solo) i jazzofili avranno di che far godere le loro orecchie!

CLAUDIO CARPENTIERI
Voto: 8/10

Tracklist:
1) Black Madonna
2) If You Want Me To Stay
3) Col di Lana
4) You Don’t Know What Love Is
5) Cellule.

Release date: 1 dicembre 2017

Contatti:
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