AABU – San Giorgio

Gli Aabu non hanno bisogno di un caldo abbraccio, gli Aabu hanno bisogno di dispositivi di riproduzione che riescano a reggere. Le digradazioni fluorescenti delle chitarre, La rapsodia ritmica di basso e batteria e gli sprazzi di voce delucidati a dovere formano un arcipelago di movimenti tellurici. San Giorgio in sostanza è un minuto e diciassette secondi di caffeina antirepressione. Andrea Scardovi ed il suo Duna Studio regalano al brano un mix ed un mastering di pregevole manifattura, dalle distanze porose e dalle parvenze nostalgiche.

Un magistero di acquazzoni pulsanti e ricchi di frequenze. Al di là di chitarre che fremono un po’ troppo, gli equilibri sono onnipresenti e voraci. “La canzone racconta una crisi tanto personale quanto universale, cercando di far emergere l’inst-abilità che tutti abbiamo provato nell’ultimo anno- dichiara la band -Il brano dura soltanto 1 minuto e 17 secondi perché vuole mettere al centro l’urgenza di un ritorno all’essenziale. Citando l’ultima strofa ‘Oggi ho bisogno di roccia da trasformare in un battito’ che vuole essere un invito a riflettere su ciò che è realmente importante e al ruolo centrale che ricoprono la musica e lo spettacolo nelle nostre vite.”

A questo punto non rimane altro che capire come il quintetto bolognese si evolverà con il passare del tempo, magari utilizzando come metro di misura brani dalla lunghezza più pronunciata. Per il momento la densità di “San Giorgio” rimane salda ed inoppugnabile.

GIOELE AMMIRABILE