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Primavera Sound 2019, annunciato il cartellone del festival di Barcellona

Primavera Sound 2019, annunciato il cartellone del festival di Barcellona

Parità, eclettismo e audacia nella

rivoluzionaria line up del

Primavera Sound 2019

· Solange, Tame Impala, Cardi B, J Balvin, Erykah Badu, Future, Janelle Monáe, Nas e Rosalía sono gli headliner di un cartellone in cui per la prima volta il numero di artisti è pari tra donne e uomoni
· Il festival consolida la sua capacità di reinventarsi puntando sulla urban music senza dimenticare i punti di riferimento più fondamentali
· Il biglietto intero per il festival rimarrà al prezzo attuale di 180€ (più spese di distribuzione) fino al 7 gennaio mentre i biglietti giornalieri sono da ora in vendita

Il fatto che in un cartellone ci sia parità tra artiste donne e artisti uomini dovrebbe essere normale

Il fatto che le barriere di genere e gli stereotipi debbano essere sconfitti dovrebbe essere normale

Il fatto che tutti i palchi, gli orari e le proposte siano una provocazione dovrebbe essere normale

Il fatto che la musica delle nuove generazioni debba essere accolta senza dimenticare come ci siamo arrivati dovrebbe essere normale

Il cartellone del Primavera Sound 2019 è normale? No, ma vogliamo che lo sia. The New Normal, o la nuova normalità, è l’idea su cui è fondato l’universo della diciannovesima edizione del festival di Barcellona. Dal 30 maggio al 1 giugno 2019, il Parc del Fòrum di Barcellona sarà testimone di un’edizione eccezionale: un punto di svolta. Come descritto “dal futuro” attraverso l’incredibile spot trasmesso proprio pochi minuti fa dagli studi di Radio Primavera Sound, questa è l’edizione dove tutto cambia.
La parità tra donne e uomini nel cartellone, una ecletticità di stili che è evidente e la spinta a prendersi dei rischi nel comprendere i tempi in cui viviamo, sono le idee centrali del Primavera Sound 2019. Questo è il culmine di quello che si intuiva già dalle edizioni precedenti del festival, confermato dai 226 nomi di cui più del 50% sono donne, con una varietà di generi musicali che spazia dal metal più estremo al reggaeton, passando dal pop, l’hip hop, il jazz, l’elettronica sperimentale, la trap e il canonico indie rock, con un evidente impegno a rinnovare le posizioni di maggior rilievo del cartellone.
Tutto questo senza rinunciare a presentare un cartellone che è assolutamente unico al mondo, rischioso ma convincente, come ogni anno. Un cartellone che quest’anno vede alla guida i nomi che definiranno la musica del 2018-2019: il ritorno al festival di Solange, dopo che la sua ultima apparizione l’aveva consacrata a diva del R&B, figura di cui il mondo intero aveva bisogno; i campioni del pop psichedelico Tame Impala che presenteranno il loro attesissimo nuovo album; Cardi B, annunciata come nuova regina dell’hip hop americano grazie al suo spettacolare debutto e al suo carisma senza limiti; il colombiano J Balvin, principale esponente di una nuova ondata di reggaeton che dopo aver pubblicato uno degli album dell’anno, Vibras, non mancherà di abbattere tutti i confini; Erykah Badu, l’indiscussa figura che coniuga il soul classico e moderno; il portabandiera della trap statunitense Future; la star Janelle Monáe, armata del suo pop politicamente impegnato; l’icona dell’hip hop Nas; Rosalía nel pieno della sua inarrestabile ascesa verso l’apice del pop sperimentale mondiale. Le attrazioni principali sono completate da James Blake, come paradigma dei nuovi creatori di musica che uniscono ballo ed emozione, gli Interpol con il loro nuovo album, ancora una volta in piena forma e l’artista svedese Robyn col suo ritorno discografico dopo otto anni di silenzio.
Perché un cartellone paritario proprio adesso? Perché avremmo già dovuto farlo da molto tempo. Perché, riguardando i nostri vecchi cartelloni e nonostante i passi avanti delle ultime edizioni, avevamo bisogno di andare ancora più in là. Se metà del nostro pubblico è femminile, perché non dovrebbe esserlo anche metà del nostro cartellone? Perché non dovrebbe esserci parità anche negli orari, negli stili e sui palchi? Non è stato facile combattere contro l’inerzia che si è perpetrata da molti anni, ma dopotutto se il futuro è donna, perché aspettare? Noi cominciamo qui, accelerando il cambiamento e mettendo insieme un cartellone che non dovrebbe essere un’eccezione e che vogliamo invece trasformare in normalità. Ma non dimentichiamo che questo è solo un cartellone e solo un festival, quel che importa è tutto il resto.

Un cartellone per il pubblico più giovane? Sì… e no. Ci sono idoli delle nuove generazioni come l’enfant terrible Mac DeMarco, l’eccelsa FKA Twigs, le rappresentanti del pop di personalità Carly Rae Jepsen, Christine and the Queens e Charli XCX, l’innovatore del soul James Blake, la diva colombiana dell’R&B Kali Uchis, l’indie rock ridotto ai minimi termini di Snail Mail, la follia da palcoscenico di Boy Pablo e molti altri nomi che rappresentano il futuro prossimo del pop più ricercato, come Sigrid, Clairo ed Empress Of. Ma c’è anche spazio, ed è uno spazio non indifferente, per annunciare l’atteso ritorno degli Stereolab (sì, proprio loro), una nuova avventura dell’illustre Jarvis Cocker, l’esuberante Courtney Barnett, la tanto attesa prima apparizione al nostro festival dei Guided by Voices, i titani del punk Jawbreaker, il ritorno dei Low con uno dei loro migliori album, l’anticonformismo di Roisìn Murphy, il sobrio folk di Kurt Vile & The Violators, il classicismo di Aldous Harding, gli emozionanti Big Red Machine di Justin Vernon e Aaron Dessner (che suoneranno nella giornata inaugurale a ingresso libero del mercoledì) e un lungo elenco di nomi che rende chiaro che l’amore per gli anni novanta non finirà mai: Suede, Built to Spill, Primal Scream, la madre dell’indie Liz Phair, Stephen Malkmus & The Jicks… È possibile fondere la storia con il futuro? Certo che sì!
Reggaeton? Sì, reggaeton. Basta con la dittatura di cosa è corretto. Il mondo si sta affacciando sui ritmi latini ed è il momento giusto per aprirsi a un festival senza dogmi, un festival più libero e più vario. Da qui la presenza di J Balvin, una figura fondamentale per capire l’importanza dell’espansione mondiale del reggaeton. Un artista che ha abbattuto le barriere e i pregiudizi col suo ultimo album, Vibras. Altrettanto importante è la presenza della regina portoricana Ivy Queen, del pioniere DJ Playero e del panamense Japanese – un riferimento storico del genere. Aggiungiamo alla lista leggende come Don Chezina, Hurricane G e Tony Touch e non possiamo più dire che il reggaeton stia sbarcando al Primavera Sound 2019. Semmai è l’intera armata del perreo che sta arrivando.
Cosa dire sull’impegno verso l’urban music? Che guadagna sempre più terreno. In questo caso, oltre alle prime apparizioni in terra spagnola di veri punti di riferimento come Cardi B e Future tra gli headliner, troviamo altri nomi fondamentali dell’hip hop nord americano contemporaneo come Danny Brown, Nas, e Pusha T. Al Primavera Sound 2019 ascolteremo anche le rime incendiarie di Kate Tempest, Flohio, Slowthai e Loyle Carner dalla Gran Bretagna e quelle di artisti che stanno costruendo il futuro di questa musica, come 070 Shake (appoggiato da Kanye West), l’incredibilmente irriverente cupcakKe che si esibirà due volte, JPEGMAFIA che darà seguito al suo incendiario concerto al Primavera Club, Tierra Whack, Princess Nokia con il suo personalissimo revival emo e come rappresentanti della lingua spagnola la magnetica Nathy Peluso e il prodigioso Sticky M.A.. Ma non finisce qui, perché il festival avrà anche un palco interamente dedicato alla urban music con 18 artisti selezionati dal re della trap spagnola Yung Beef. Dal collettivo dei Goth Boi Clique all’artista di New York Rico Nasty passando per leggende locali come SOMADAMANTINA e nomi del momento come La Zowi, GOA, Albany e Brat Star, questo palco renderà evidente che è impossibile voltarsi dall’altra parte e che dalla prospettiva della urban possiamo capire il presente, dalla trap al reggaeton, e anche tutto ciò che è ancora in là a venire.
Qual è la situazione della musica elettronica, quindi? È ancora ben presente. Ancora una volta con la collaborazione del Comune di Sant Adrià de Besòs, Primavera Bits avrà tre palchi che daranno vita al lato più edonistico, festaiolo e alternativo del festival, oltre a una sorpresina o due per chiudere al meglio. E come al solito tutti i generi saranno rappresentati da leggende come Richie Hawtin CLOSE a nuovi pilastri dei beat come Nina Kraviz, Modeselektor, Peggy Gou, Krystal Klear e Helena Hauff, oltre alle prime esibizioni live di Objekt e Veronica Vasicka, Yves Tumor accompagnato da una band e un nuovo spettacolo del maestro tedesco Apparat. Ci saranno anche lezioni che impreziosiscono, come quella tenuta da Suzanne Ciani (pioniera della musica elettronica), impegnative come quelle di SOPHIE e Mykki Blanco e ibride come quelle di Neneh Cherry, Maribou State, Jungle e David August, insieme alle nuove generazioni rappresentate da Yaeji, Danny L Harle e RRUCCULLA.
Cosa vuol dire un festival contro gli algoritmi? Nell’era dei big data, siamo fieri di essere un festival che può esistere solo grazie al lavoro instancabile del nostro team di booking. È solo così che in uno stesso evento possono convivere una band metal estrema come i Carcass e la voce flamenco millenaria di María José Llergo, la sperimentazione militante dei BEAK> e il punk rock impegnato degli Stiff Little Fingers, l’EBM vintage di Nitzer Ebb, il ritorno a sorpresa dei Lisabö e il combinado 2018 di Bakar, due concerti dei Dirty Projectors (uno nell’Auditori del Fòrum e l’altro all’aperto) e la tradizione dell’artista cubana Daymé Arocena. Dall’ambient di Tim Hecker & Konoyo Ensemble ai The Messthetics con Joe Lally e Brendan Canty dei Fugazi e dal post-hardcore dei June of 44 a Lisa Gerrard dei Dead Can Dance che presta la voce a The Mystery of the Bulgarian Voices, al free jazz dei The Necks, dai quattro batteristi di Sons of Kemet XL al primo tour nella storia dei padri dell’electro Cybotron (Juan Atkins e Richard “3070” Davis) e a una delle rare occasioni di vedere sul palco il trombettista Jon Hassell. E quest’anno ci sarà anche una spedizione nei territori della musica giapponese con la performance di Wednesday Campanella, il quartetto garage CHAI, la leggenda asiatica Midori Takada e il j-pop ribelle di Haru Nemuri. Solo al Primavera Sound.
Ci saranno ancora i concerti gratuiti? Ma certo… La giornata inaugurale del mercoledì al Parc del Fòrum sarà interamente a ingresso gratuito con concerti di Big Red Machine, il genio post-millennial Cuco, il dream pop di Hatchie e le glorie locali Melenas e Mow. E anche quest’anno, il CCCB ospiterà i concerti gratuiti di chiusura della domenica, quest’anno capitanati dai Filthy Friends di Peter Buck (REM) e Corin Tucker (Sleater-Kinney), Christina Rosenvinge in uno stato di grazia e Cupido, la band rivelazione urban music del momento composta da Pimp Flaco e Solo Astra.
In che modo stiamo mantenendo intatta l’essenza del festival? Con la dodicesima performance degli Shellac, per esempio; con i nostri Deerhunter che hanno deciso di tornare ancora una volta per inaugurare il festival lunedì sera all’Apolo e con DJ Coco che quest’anno chiuderà il festival all’Apolo la domenica e cederà il suo posto alla fine della festa sul Ray-Ban stage del Parc del Fòrum a DJ Rosario & Sama Yax, due DJ dalla famiglia del Primavera Sound che metteranno il sigillo su questa edizione irripetibile del festival.
C’è dell’altro? Ci sono tantissime cose nel cartellone del Primavera Sound 2019 che non sono ancora normali, ma speriamo che da ora lo possano essere. Non siamo certo i primi, ma più di ogni altra cosa non vogliamo essere gli ultimi. Vogliamo The New Normal. Salite a bordo, siamo già partiti.

INFO BIGLIETTI

Gli abbonamenti per il Primavera Sound 2019 sono in vendita al prezzo di 180€ (più costi di distribuzione) sul Portal Primavera Sound di Redtkt e su Ticketmaster. Questo prezzo rimarrà tale fino al 7 gennaio (incluso) o finché non sarà stato venduto il 70% dei biglietti. Dall’8 gennaio, gli abbonamenti costeranno 195€ (più spese di distribuzione).
I biglietti delle giornate singole sono ora in vendita al prezzo di 80€ (più spese di distribuzione) sul Portal Primavera Sound di Redtkt e su Ticketmaster. Questo prezzo rimarrà tale fino al 7 gennaio (incluso) o finché non saranno stati venduti il 70% dei biglietti per quella singola giornata. A quel punto il prezzo salirà a 90€ (più spese di distribuzione).
Sono anche disponibili gli abbonamenti VIP al prezzo di 400€ (più spese di distribuzione) e i biglietti giornalieri VIP al prezzo di 170 € (più spese di distribuzione).

Pacchetti viaggio sono disponibili tramite Festicket. 

Gli accrediti per il Primavera Pro 2019 sono in vendita al prezzo di 215€ (più costi di distribuzione) fino al 7 gennaio (incluso) o finché non sarà stato venduto il 70% dei biglietti. Dall’8 gennaio costeranno 230€. Una volta che l’85% dei biglietti sarà venduto il prezzo finale sarà di 250€.

Primavera Sound avrà ancora una volta il sostegno di Heineken e Seat come principali partner strategici, con una partecipazione che include significative novità che sveleremo nel corso dei prossimi mesi. A loro si aggiunge Pull & Bear come Eco Partner, con l’inflessibile impegno a continuare a migliorare le nostre politiche di sostenibilità. Con questa edizione del 2019 festeggeremo ben 10 anni con adidas Originals, rafforzando la collaborazione con nuove iniziative associate alla scena urban, come anche col nostro più duraturo collaboratore, Ray Ban, che per l’undicesimo anno consecutivo conferma la sua fiducia nel festival. L’elenco dei partner è poi completato da Aperol e Desperados, che rinnovano il loro impegno sul Primavera Bits come luogo dove celebrare la loro passione per la musica.

www.primaverasound.es