GUIGNOL: è L’UOMO SENZA QUALITA’ il primo estratto dal nuovo disco ABILE LABI …
by tuttorock
4 Febbraio 2016
0
Shares
Nati nel ’99 dall’incontro di Pier Adduce con Alberto De Marinis e il batterista Andrea Dico’, iniziano mescolando influenze blues, folk a echi di chansonnier francesi e italiani, assumendo col tempo una sempre crescente fisicità e irruenza ritmico-rumoristica, tra intense ballate e sfuriate punk-blues. Dopo alcuni demo e la partecipazione a festival come Sonica2001, al No Silenz Fest e a compilation come “Soniche avventure VI” (Fridge Italia), arrivano all’esordio discografico con un EP di quattro brani, intitolato Sirene edito da Toast Records.
In seguito a una frequente attività live italiana ed estera i nuovi brani sfociano nella produzione del primo album “Guignol”, a cui segue “Rosa dalla faccia scura” – entrambi prodotti da gianCarlo Onorato. “Guignol” rappresenta una visione insieme interiore e lucidamente critica del vivere il presente in una realtà urbana decaduta come quella di Milano e più in generale del Paese, un album di rock figlio diretto di un “blues” malato, intriso di rumorismo, minimalismo e intimamente vicino al rock d’autore più rabbioso e malinconico, aspetti che torneranno anche nei lavori successivi.
La realizzazione dell’ep acustico, “Canzoni dal cortile” (2009) con la ripresa di alcuni brani della prima ora in veste acustica e in aggiunta il singolo “Farfalla” è propedeutica alla produzione di “Una risata ci seppellirà”, dove i Guignol imbracciano le armi “della satira e della parodia,dentro e contro il conformismo e i luoghi comuni, la propaganda di regime, il populismo becero da videocrazia”. Ospiti del disco Cesare Basile, Amaury Cambuzat (Ulan Bator) e Davide Gammon (Hikobusha).
Nel 2012, il quarto album dei Guignol, dal titolo “Addio cane!”, è un viaggio-esplorazione nel “mezzo del cammin di nostra vita” anagrafica e artistica, tra gli effetti del pm10 e vaghe visioni oniriche, dalle periferie urbane come dai molti, possibili, luoghi della mente. “Addio cane!” è anche una sorta di commiato, la fine di un ciclo, attraverso anche alcune memorie personali, storiche e di gioventù, di fronte a un fragile presente e a una miope o strabica visione futura.
I Guignol ripartono nel 2014 con un nuovo ciclo, una band rinnovata e una nuova produzione, mantenendo però un filo ideale col passato recente. Saldamente (si fa per dire) nelle mani di Pier Adduce, leader fondatore e ideatore di testi e musiche di quasi tutta la produzione del progetto, il nuovo “Ore piccole” si avvale della nuova line-up che vede Enrico Berton ai tamburi, Stefano Fascioli al basso e Davide Scarpato alla chitarra e al violino elettrico e la produzione nuova di Giovanni Calella (già coi Guignol sul palco sporadicamente nel tour per il disco precedente. Segue un tour di circa 70-80 date svoltesi nel corso dell’ultimo anno e mezzo in tutta Italia e collaborazioni internazionali e non, tenute in questi mesi con Julitha Ryan (AUS) (Hugo Race, Mick Harvey ecc..) e Salvo Ruolo.
Il nuovo lavoro “Abile Labile” vede un nuovo cambio di formazione con l’ingresso di Paolo Libutti al basso e Raffaele Renne alle chitarre.
In seguito a una frequente attività live italiana ed estera i nuovi brani sfociano nella produzione del primo album “Guignol”, a cui segue “Rosa dalla faccia scura” – entrambi prodotti da gianCarlo Onorato. “Guignol” rappresenta una visione insieme interiore e lucidamente critica del vivere il presente in una realtà urbana decaduta come quella di Milano e più in generale del Paese, un album di rock figlio diretto di un “blues” malato, intriso di rumorismo, minimalismo e intimamente vicino al rock d’autore più rabbioso e malinconico, aspetti che torneranno anche nei lavori successivi.
La realizzazione dell’ep acustico, “Canzoni dal cortile” (2009) con la ripresa di alcuni brani della prima ora in veste acustica e in aggiunta il singolo “Farfalla” è propedeutica alla produzione di “Una risata ci seppellirà”, dove i Guignol imbracciano le armi “della satira e della parodia,dentro e contro il conformismo e i luoghi comuni, la propaganda di regime, il populismo becero da videocrazia”. Ospiti del disco Cesare Basile, Amaury Cambuzat (Ulan Bator) e Davide Gammon (Hikobusha).
Nel 2012, il quarto album dei Guignol, dal titolo “Addio cane!”, è un viaggio-esplorazione nel “mezzo del cammin di nostra vita” anagrafica e artistica, tra gli effetti del pm10 e vaghe visioni oniriche, dalle periferie urbane come dai molti, possibili, luoghi della mente. “Addio cane!” è anche una sorta di commiato, la fine di un ciclo, attraverso anche alcune memorie personali, storiche e di gioventù, di fronte a un fragile presente e a una miope o strabica visione futura.
I Guignol ripartono nel 2014 con un nuovo ciclo, una band rinnovata e una nuova produzione, mantenendo però un filo ideale col passato recente. Saldamente (si fa per dire) nelle mani di Pier Adduce, leader fondatore e ideatore di testi e musiche di quasi tutta la produzione del progetto, il nuovo “Ore piccole” si avvale della nuova line-up che vede Enrico Berton ai tamburi, Stefano Fascioli al basso e Davide Scarpato alla chitarra e al violino elettrico e la produzione nuova di Giovanni Calella (già coi Guignol sul palco sporadicamente nel tour per il disco precedente. Segue un tour di circa 70-80 date svoltesi nel corso dell’ultimo anno e mezzo in tutta Italia e collaborazioni internazionali e non, tenute in questi mesi con Julitha Ryan (AUS) (Hugo Race, Mick Harvey ecc..) e Salvo Ruolo.
Il nuovo lavoro “Abile Labile” vede un nuovo cambio di formazione con l’ingresso di Paolo Libutti al basso e Raffaele Renne alle chitarre.