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COEZ – TRA I PROTAGONISTI DEL 2022, SI SCAGLIA CONTRO LA MUSICA DEL MOMENTO

COEZ – TRA I PROTAGONISTI DEL 2022, SI SCAGLIA CONTRO LA MUSICA DEL MOMENTO

Coez – al secolo Silvano Albanese – la tocca piano e non le manda certamente a dire. Tra i protagonisti dell’evento in diretta RTL 102.5 Power Hits Estate 2022 in cui ha presentato il singolo “Essere liberi” estrapolato dal disco “Volare”, il noto cantautore romano reduce da “Essere liberi Tour” polemizza in queste ultime ore con la musica del momento, definita da lui stesso anche “merd*”.

L’artista nato a Nocera ma cresciuto a Roma tra rap e cantautorato, tra i maggiori esponenti del panorama nazionale e della scena indie, tramite Instagram ha espresso il proprio parere sulla musica attuale e sulle classifiche e lo ha fatto apertamente, citando alcuni album: “Mainstream, Regardez moi, Superbattito, L’ultima festa, Polaroid, ci metto anche Faccio un casino” – riferito ad album di colleghi ed al suo, di qualche tempo fa. E ancora “C’è stato un grande momento per la musica italiana ma guardando la classifica mi chiedo se stiamo sbagliando noi qualcosa o non state capendo più un ca@@o voi”.

E’ tutta bella e valida la musica italiana attuale? Sicuramente no e l’artista con la sua consueta franchezza, dice la sua:
Con un occhio ed un orecchio alle polemiche che hanno in queste settimane investito il trapper Rhove, definita da molti la sua una “non musica” (tra insulti e concerti interrotti, l’astro “nascente” (definito da alcuni) del rap italiano è già uno degli artisti più criticati di questi mesi) e guardando alle classifiche attuali del mercato discografico, Coez non apprezza proprio l’aria che tira ed i risultati non gli vanno proprio a genio, tanto che gli album citati nel suo post sono rispettivamente di Calcutta, Frah Quintale, Gazzelle, Mecna, Carl Brave con Franco 126 ed il suo, sono tutti risalenti ad alcuni anni fa. L’artista – che tra l’altro ha interagito con chi lo segue su Instagram – ha poi chiarito: “Non è che sto a piagne eh, le cose mi vanno bene ma era più una riflessione generale”.
Ogni vecchia generazione ha considerato orribile la musica precedente:
E’ successo con il jazz, il punk, il rock ed il prog. E’ successo ancora con la musica elettronica, la new wave, il grunge. Ed ora con la trap la vecchia generazione ha finalmente ragione? Pensiamo a De Andrè, alla sua poetica oppure a Tenco, Battiato, Jannacci, Battisti, i quali hanno saputo trascendere i generi musicali, superare generi ed etichette e abbattere le barriere tra un pubblico trasversale; la musica leggera – dagli anni ’60 in poi – è sempre stata una fabbrica di prodotti appunto “leggeri”, da consumare senza pensare, quando non veicolavano messaggi conformisti o ultraconformisti (Gaber, docet).

Classifiche, vendite, testi naturalmente ma anche e soprattutto live, concerti: è lì che si misura la capacità di un artista di tenere il palco ed empatizzare con il pubblico:
Sarà forse per una gestione non proprio impeccabile dei concerti – i live di Rhove per esempio – quelli che Salmo definisce “gli esami di maturità di ogni artista”, gli esami di Stato appunto, dove chi si esibisce viene apprezzato o detestato dal pubblico pagante, giudice inappellabile. Le ultime esibizioni di Rhove, infatti, hanno fatto clamore più in negativo che in positivo. Ma dove sta andando la musica italiana, dove va a finire? Alcuni giorni fa ha suscitato grande scalpore un articolo di Gino Castaldo, noto giornalista e critico musicale, dal titolo “La musica del momento fa veramente schifo”. Un’affermazione così perentoria e risoluta ha suscitato inevitabilmente un vespaio di polemiche. La musica attuale fa schifo? Possiamo dire – mi prendo la responsabilità di scriverlo – che ovviamente c’è anche musica spazzatura in giro ma ci sono anche tantissimi giovani talenti, noti e meno noti: giovani musicisti e artisti che sanno tratteggiare emozioni, liberare la sana rabbia, coltivare un sogno, unire avanguardia, poesia, ricerca a tradizione mantenendo forte empatia, importante contatto con il pubblico. E probabilmente, come dice Coez, non sono solo le case discografiche ma è “il pubblico a scegliere e comandare”: il punto è questo, chi insegue chi? Le case discografiche inseguono il gusto del pubblico o viceversa?
Insomma, la polemica offerta sui social da Coez ci impone una profonda riflessione.

Intanto, il meritato riposo di due settimane di vacanza dopo il successo del lungo Tour e successivamente con l’autunno l’annuncio di un progetto-bomba di cui parleremo prossimamente.

https://www.instagram.com/coezofficial/?hl=it


Alessandra Paparelli