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BLACK AND BLUE RADIO – Intervista a DAVIDE ALBANO su “This order”

BLACK AND BLUE RADIO – Intervista a DAVIDE ALBANO su “This order”

In occasione dell’uscita del nuovo album “This order“, con i “Black and blue radio“, ho intervistato DAVIDE ALBANO.

Buongiorno Davide, piacere di conoscerci, innanzitutto devo farti i complimenti per il bellissimo disco, canzoni in inglese ed in italiano, una scelta che non si vede spesso, come hai deciso di strutturarlo in questa maniera?
Buongiorno a voi e grazie innanzitutto per l’intervista. Grazie, sono molto felice vi sia piaciuto. È stato un lavoro lungo e complicato, per cui l’apprezzamento vale molto. La scelta di includere alcuni brani in italiano arriva per una semplice esigenza di sperimentare. Essendo stato molto lungo il processo di produzione di questo disco ed essendo passato non solo molto tempo ma anche molta ‘vita’, non so se mi spiego, è come se fosse stato necessario per me affrontare un altro gradino. Non avendo tempo per pubblicare un disco e poi un altro subito in italiano, ho approfittato di questa lavorazione per provare a vedere come me la cavavo con una scrittura diversa dal solito. Mi serviva che le canzoni uscissero per poter avere una risposta concreta. E da qui anche il titolo del disco, “This Order”, che indica proprio un disordine organizzato nella produzione e nella realizzazione dei brani di questo disco. Ormai fare un disco intero non ha molto senso, soprattutto se sei un artista sconosciuto. Ma visto che ero in ballo e non avevo alcun tipo di pressione, ho deciso di fare di testa mia e provare a sperimentare. Tutto questo in vista del prossimo lavoro. Diciamo che ho buttato le basi per una nuova produzione che molto si baserà sul percorso di questo disco. E poi, forse, più semplicemente, volevo far vedere di cosa sono capace, quali sono le mie caratteristiche autoriali. Mi piacerebbe scrivere con e per qualcuno, e questo disco è come una sorta di catalogo da sfogliare per decidere la canzone più adatta per chi ascolta.

Folk e blues, mi viene subito da chiederti quali siano stati i tuoi primi ascolti musicali?
I primi ascolti sono stati Gary Moore con l’album “Still Got The Blues” (nella mia top 10 della vita), Eric Clapton, James Brown e Michael Jackson. Le prime cose che ricordo. E quelle a cui ho cercato di ispirarmi nella composizione dei miei pezzi. Spesso senza riuscirci, ma diciamo che parte tutto da qui.

L’ispirazione per i testi e le canzoni da dove è nata?
L’ispirazione mi nasce spesso da periodi di inquietudine, di malessere nei confronti delle varie situazioni della quotidianità. “Waits”, ad esempio, l’ho scritta durante il lock down e se leggi il testo si capisce. Molte canzoni parlano d’amore, più nello specifico delle difficoltà nei rapporti e della volontà di superarle. A volte sono autobiografiche, altre traggono ispirazione da libri, film, amici. Dalla vita, insomma. Com’era quella frase di Tenco? Scrivo quando sono triste perché, quando sono felice esco.

Possiamo immaginare date dal vivo in Italia?
Sì assolutamente. Ho già avuto 3 date fino ad oggi e un’altra è già fissata per gennaio 2024. Sto cercando di trovare altre date sia con la band che da solo, ma non è facile per un artista sconosciuto riuscire a convincere a puntare sulla propria musica. Ma sono convinto che sia solo questione di tempo. Perché ogni volta che ci siamo esibiti i riscontri positivi non sono mancati, anzi. (per fortuna!).

Come è avvenuta la decisione di intraprendere la carriera artistica, tra musica e teatro?
Ho iniziato perché adoravo (e adoro ancora oggi) il mondo della radio. Ho sempre sognato di lavorare in radio e avere una trasmissione tutta mia. E per un po’ è anche successo. Solo che le cose poi si sono evolute: teatro, doppiaggio, musica…Era un peccato fermarsi al primo step. Se si può e si riesce, perché non fare tutto? Non voglio avere rimpianti. Ovvio, se vedo che una cosa non funziona o non è adatta a me magari rivedo gli obiettivi. Ma fino ad oggi, nonostante tempo e fatica, tutto è andato come pensavo. Mi auguro vada sempre meglio. Magari un pochino più veloce, ecco. Adesso, oltre al doppiaggio, sto già cominciando a pensare a qualche brano nuovo e ad uno spettacolo a teatro. Ma siamo ancora alla fase della progettazione. Vedremo. Sicuramente con il nuovo anno ci saranno un sacco di novità, nonostante il disco appena uscito.

Hai doppiato Theon Greyjoy nel Trono di Spade, una serie che è diventata subito un cult senza tempo, che esperienza è stata?
L’esperienza del trono di spade è stata molto interessante soprattutto per l’attenzione che arrivava dall’esterno. Il mio è un lavoro bello, molto particolare, criticato spesso per il discorso che ‘è meglio l’originale’ oppure ‘così le persone non imparano l’inglese’ e polemiche del genere. Ovviamente originale e doppiato sono diversi, ma mi piacerebbe che le persone capissero davvero quanta fatica, attenzione, impegno, dedizione mettiamo nelle lavorazioni. E quante difficoltà dobbiamo affrontare tra tempi di consegna, scioperi, ecc ecc. Non saremo mai come gli originali (e nemmeno pretendiamo di esserlo, siamo al servizio degli attori che hanno già lavorato al prodotto prima di noi) ma vi assicuro che diamo sempre il massimo. E il trono di spade (insieme a molti altri progetti) è un esempio di quanto detto sopra. Poi è ovvio che c’è sempre il doppiaggio fatto male. Può capitare. Come una canzone riuscita peggio di altre. O come un film meno bello di altri. Parliamo di lavori artistici, non di catene di montaggio. Ci può stare. Ma nel tempo dei social, gli esperti da tastiera non lasciano scampo. Pazienza. Noi continuiamo a fare il meglio che possiamo.

Teatro, doppiaggio, musica, in quale ordine di preferenza metteresti le tue passioni?
Ti dirò, un ordine preciso non c’è. Spesso varia a seconda del periodo, di quello a cui sto lavorando. Però una cosa te la posso dire: non potrei mai e poi mai vivere senza musica. Suonare, cantare, scrivere, ascoltarla…la mia vita non è tale senza musica.

Progetti futuri?
Nel mentre che continuo la promozione di “This Order”, sto organizzando delle date. Sia qui che all’estero. Recentemente ho suonato ad Amsterdam e a Berlino. Ma in Olanda ho avuto una risposta pazzesca e sto lavorando su nuove date. Magari anche con la band. Incrocio le dita. Intanto continuo con il doppiaggio e sono in fase di lettura di un’opera teatrale originale scritta da un mio carissimo amico, che sarebbe bello mettere in scena. Mi è stata proposta e sto valutando il da farsi. Ma mi piacerebbe molto.

MAURIZIO DONINI

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