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BALTHAZAR concerto riprogrammato a marzo 2022

BALTHAZAR concerto riprogrammato a marzo 2022

Sinuoso. Elegante. Sexy. Sulla scia di “Fever”, l’ultimo lavoro pubblicato a gennaio 2019, arriva “Sand”, un disco che si spinge verso nuove, audaci ed eccitanti direzioni e consolida lo status della band belga quali re dell’alt-pop. “Abbiamo sentito che con Fever non ci eravamo spinti abbastanza in là”, dice il co-frontman Maarten Devoldere. “Quindi questo era il punto di partenza: andare oltre”.

I Balthazar hanno sempre amato sperimentare e non ripetersi, mettendosi alla prova su numerosi stili e generi musicali: il pop classico di “Rats”, l’indie rock ricco di groove di “Thin Walls”. “Sand”, che conferma il loro talento, è un disco intriso di uno speciale senso di equilibrio e grazia. Un album dalle tinte alt-pop, meno legato ai toni malinconici del passato, che prosegue il percorso intrapreso dalla band negli ultimi anni ed è il loro lavoro più coeso. Con “Sand”, dove ritroviamo tematiche come l’amore, la vita e la perdita, il duo di autori raggiunge vette mai toccate prima. “Abbiamo fatto un sacco di cose che non avevo mai fatto prima d’ora” ha commentato Maarten, “come ad esempio usare tanti sample di batteria o il bass synth. Quindi è stato pazzesco per noi”. Jinte aggiunge: “abbiamo realizzato questo album in maniera moderna, a causa delle restrizioni imposte per contenere la pandemia ci siamo trovati a lavorare separati e a chiacchierare tra di noi attraverso un computer, piuttosto che in uno studio”. Sulla copertina dell’album troviamo un’opera del noto scultore olandese Margriet Van Breevort, specializzato in sculture iperrealistiche. È stata originariamente commissionata da uno studio medico in Olanda ed è una delle opere più famose dell’artista. Si chiama “Humunculus Loxodontus” (quello che aspetta) e, secondo quanto detto da Maarten, rappresenta: “come ci si sente quando si è in una sala d’attesa, obbligati ad attendere, pienamente consapevoli ma un po’ imbarazzati. E più andavamo avanti con le ricerche più ci accorgevamo che questa rispecchiava l’idea dell’album”. Un’immagine surreale e in qualche modo alienante, difficile da inquadrare, un po’ come gli strumenti cinematografici, l’energia pop e le melodie che regnano nel mondo musicale dei Balthazar. Poi concludono: “c’è un tema che ricorre in tutte le tracce, l’attesa, l’irrequietezza, l’essere incapaci di vivere il momento o riporre fiducia nel futuro. Siamo arrivati ad un punto delle nostre vite in cui dobbiamo considerare tutte queste cose, ecco perché l’album si intitola Sand, perché prende il suo nome dalla sabbia che c’è nella clessidra”. E così per ora, proprio come Humunculus Loxodontus, i Balthazar aspettano, pronti a portare i loro nuovi brani in tour e a diffondere la gioia della musica live e della connessione umana. Per sentirsi vivi. “Vogliamo solo condividerlo con le persone, sai?” dice Maarten, “e non vediamo l’ora disuonarlo dal vivo”.

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