ALICE MERTON Il ritorno della ragazza “senza radici» col singolo VERTIGO
Disco d’oro negli Stati Uniti e in Italia. Disco di platino in Germania, Austria, Francia, Polonia, Svizzera, Turchia, e ancora doppio disco di platino in Italia. Più di 500 milioni di stream.
Anche se sovente i dati vengono gridati vigorosamente al megafono per gettare fumo negli occhi, non è questo il caso. I numeri del palmares di Alice Merton li citiamo da subito per sottolineare un concetto: il suo è stato uno degli esordi discografici più brucianti da almeno dieci anni a questa parte. Con “No Roots” (2017), la cantautrice metà inglese e metà tedesca ha lasciato un segno indelebile, dimostrando che la qualità in musica fa ancora notizia. Per la serie: se non avete mai sentito questa canzone significa che siete in viaggio per la spedizione segreta su Marte finanziata da Elon Musk! Dopo aver dato seguito al successo folgorante dell’esordio con la pubblicazione dell’album Mint nel 2019, al cui interno singoli come Lash Out, Learn to live e Easy hanno confermato la capacità innata di generare musica da charts, la cantautrice “senza radici” ritorna con un’ode alla fragilità.
Con Vertigo Alice esce allo scoperto con un manifesto della sua indole: essere fragili come punto di forza. La ragazza che a soli 27 anni ha traslocato 13 volte crescendo in Canada e in Germania per poi stabilirsi oggi a Berlino, è agli occhi di tutti una donna forte. Ma le cose non sono mai a una sola dimensione e con il suo nuovo singolo la cantautrice “global” vuole dimostrare che la sua forza nasce dalla consapevolezza delle insicurezze. Gli artisti devono mettersi a nudo per mestiere, quando cantano, quando si esibiscono sul palco; devono ostentare la solidità dell’amianto andando oltre un’essenza di cristallo. Ed ecco la vertigine raccontata nel nuovo singolo. Questa confessione del dietro le quinte mentali di un’artista ha il suo incipit nella vita quotidiana, e ve lo vogliamo raccontare come propedeutica all’ascolto.
Vertigo il singolo
Serata in discoteca.
Rimpatriata con le amiche.
Regola: divertirsi.
Sembra la sinossi stringata di una sceneggiatura, o le laconiche indicazioni di un algoritmo per androidi. Ma la vita vera non è questo. Anzi, molto spesso le aspettative sono deluse dall’imprevedibilità dei nostri umori. Alice Merton si è ritrovata nello scenario della ricetta suddetta, ma ciò che difettava era proprio la regola, ovvero la motivazione finale che dovrebbe giustificare tutto l’antefatto.
Perché gli altri si divertono e io no?!
Sono diversa da loro?
Era meglio non uscire?!
Su questi presupposti di vita quotidiana si basa Vertigo, il nuovo singolo. Uno spunto iniziale che fa da trampolino a una introspezione più ampia. Una riflessione sul mestiere di artista, ovvero il compromesso tra le insicurezze del musicista e la necessità di trasformarle nella corazza da indossare ad ogni performance. Vertigo è un ritmo cavalcante, un tambureggiante inno alla deflagrazione dei sentimenti più sommersi dell’inconscio. Il disagio di una sera in discoteca che si fa confessione dell’artista sotto le spot light. Dalla pista da ballo al palcoscenico, la vertigine è la medesima. Come un’onda la vertigine bagna tutti allo stesso modo: qualunque sia il mestiere che si fa, ognuno ha un laccio che ci fa roteare vorticosamente come fossimo yo yo. “Tutto quello che sento è una vertigine” canta Alice Merton. Sincronizzate la vostra vertigine con il metronomo di Alice Merton e buon ascolto con Vertigo.
Vertigo il videoclip
Il videoclip di Vertigo non “racconta”. Perché descrivere il contesto biografico in cui nasce l’ispirazione del nuovo singolo di Alice Merton sarebbe stato come tradire lo spirito della canzone. Il video “evoca”. Evoca il senso inebriante della vertigine interiore, trasportandoci in un futuro distopico. La regia di Anuk Rohde inizia con lo sguardo di Alice Merton, o meglio ancora con la versione futuribile della nostra. La vertigine che nasce dalla paura è dentro i suoi bulbi oculari. Essa prende vita in senso materico, diventando un liquido nero che cola sul suo volto: è petrolio. Veniamo così introdotti in una location retro-futurista. Le labbra della Alice futuribile recitano il testo della canzone, mentre il suo corpo incarna il senso della vertigine in ogni movimento. Tra fiamme ed ombre, la protagonista è coinvolta in un vortice coreografico di personaggi imbevuti di petrolio a loro volta. Tra Blade Runner e l’ultimo Mad Max, il video di Vertigo esprime l’essenza della canzone trasportandola in uno scenario agli antipodi della sua stessa genesi. Una psicoanalisi ribaltata in cui la realtà dà un senso allo status onirico di un mondo distopico.