YUMAN – Intervista al cantautore romano
In occasione dell’uscita dell’EP “QUI”, avvenuta l’11 febbraio per Leave Music in licenza Polydor / Universal Music e in vista del concerto del 5 aprile che si terrà al Tunnel Club di Milano, ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con YUMAN, artista classe ’95 nato a Roma da padre capoverdiano e mamma romana. Non ancora maggiorenne inizia a scrivere i suoi primi brani e si sposta, nel 2015, a Londra e Berlino, per continuare il suo percorso artistico e umano, immerso nei tessuti stimolanti delle due città. Nel 2016 torna a Roma ed entra in contatto con la Leave Music, che se ne innamora e decide di produrlo, affiancandogli Francesco Cataldo come produttore artistico. Nascono nuovi brani e nel 2017 firma con la Leave Music e va in licenza Polydor/Universal Music.
Il 9 novembre 2018 esce “Twelve”, il primo singolo, mixato da Chris Lord Alge (Green Day, Muse, Joe Cocker), che entra in rotazione in radio fm come 102.5, Radio Deejay, Radio Rai e arriva in vetta ad alcune importanti playlist editoriali delle principali piattaforme di streaming.
A settembre 2019 esce disco d’esordio “Naked Thoughts”, ed il singolo “Run” viene inserito nella DSCVR New Music Italia di Vevo, la playlist dedicata ai nuovi artisti da tenere d’occhio. Grazie a “Run”, YUMAN viene notato anche in Germania: parte un tour estivo e viene ospitato dal Die Pierre M. Krause Show del network nazionale SWR3. Non solo. In primavera, YUMAN è sulla copertina de Il Venerdì di Repubblica, assieme a Mahmood, Rancore e Chadia Rodriguez, MTV lo proclama “Artista del mese” e YouTube lo inserisce tra 10 artisti più promettenti del 2019. Nello stesso anno YUMAN è uno dei pochi artisti italiani scelti dal prestigioso festival “South By Southwest” (SXSW), che si svolge ogni anno a Austin, in Texas.
A metà del 2021 YUMAN pubblica il suo nuovo singolo, “I AM”, che presenta in Italia con un tour radiofonico e in collegamento virtuale con diverse emittenti inglesi (come London One Radio, Premier Radio, Chat and Spin Radio). Il brano viene poi trasmesso da radio fm in Italia e all’estero.
Il 15 dicembre 2021 YUMAN vince la finale di Sanremo Giovani con il brano MILLE NOTTI, superando due selezioni e distinguendosi tra le oltre 700 domande pervenute, diventando uno dei 25 Big che in gara a Sanremo 2022 con il brano ORA E QUI. Durante la partecipazione al Festival ha ricevuto il Premio Jannacci, assegnato dal nuovo IMAIE e dalla famiglia Jannacci che hanno così motivato la scelta: “un’interpretazione, definita dalla giuria, solida, e che saputo esaltare la ricercatezza armonica e l’eleganza del brano in gara al Festival”.
Ciao Yuri, benvenuto su Tuttorock, il tuo EP “Qui” è uscito poco più di un mese fa, che riscontri stai avendo?
Ciao Marco, piacere! Ci voleva perché è un disco che ci ha permesso di portare dal vivo musica nuova, il 5 marzo ci siamo esibiti all’Auditorium Parco della Musica di Roma e abbiamo avuto un ottimo riscontro. Chiaramente non ci si può fermare e guardiamo avanti.
Il titolo “Qui” significa che vuoi concentrarti sul momento senza pensare troppo al futuro o al passato?
Bravo, è esattamente così, volevo esprimere il concetto del vivere l’attimo.
Parlami un po’ dell’esperienza sanremese, ti ha infastidito trovarti al ventunesimo posto della classifica finale o sei comunque contento dei tanti complimenti ricevuti e del premio Jannacci?
Della classifica alla fine non mi è interessato molto, ero un po’ preoccupato all’inizio, poi, quando ho iniziato a concentrarmi su quello che stavo vivendo l’ho considerato un inizio, è come se mi fossi affacciato sul panorama in quel momento, gli anni precedenti non contano per chi ti vede per la prima volta sul grande schermo.
Hai ricevuto anche molti complimenti da Christian De Sica.
Sì, che bello! Questa cosa è stata bellissima e mi ha fatto bene anche perché non era tenuto a farmeli e anche subito dopo la trasmissione di Mara Venier è venuto a parlarmi in privato.
Tra l’altro, nella serata dedicata alle cover, ti sei presentato con un brano molto difficile, “My Way”.
Volevo assolutamente portare quel pezzo rivedendolo in chiave mia personale però non stravolgendo l’originale, “My Way” è “My Way” e non avrebbe senso farla in un altro modo.
Il tuo primo disco era cantato totalmente in inglese, lingua che si presta maggiormente al tipo di musica che proponi, quando e perché hai pensato di iniziare a scrivere in italiano?
Ho pensato all’italiano in vista di Sanremo, me l’ha proposto la mia etichetta anche se non ero molto convinto, non riuscivo a trovare i suoni e le parole giuste, volevo fare qualcosa di qualità che suonasse bene, il primo esperimento è stato “Mille Notti” e di conseguenza ho scritto altri brani in italiano e sto continuando a farlo.
Il 5 aprile canterai al Tunnel Club di Milano, cosa deve aspettarsi chi viene ad un tuo concerto?
Sì, finalmente andremo a Milano a tastare il terreno, sarà la prima volta, vedremo come reagiranno le persone. Chi viene ad un mio concerto deve farlo a mente libera, deve godersi la serata e le emozioni che ogni canzone suscita. I miei brani sono uno diverso dall’altro e vengono collegati tra loro come se fossero un discorso, un po’ come succede quando faccio un album, non sono mai messi a caso.
Dopo questa data immagino ce ne saranno altre, puoi già anticiparne qualcuna?
Sì, il 22 luglio apriremo all’Orvieto Sound Festival e sarà bellissimo andare anche lì.
Ho notato usi molto “noi”, il fare gruppo musicalmente per te è importantissimo?
È fondamentale, il team vince sempre sul singolo, io la vedo così, ognuno ha il proprio ruolo ed è giusto che sia così.
Una domanda per chi ancora non ti conosce, quando è nato il tuo nome d’arte?
Me l’ha suggerito un amico, YU sono le prime due lettere del mio nome, Yuri, unite alla parola “Human”. Già cantavo e suonavo e lui mi propose questo nome, mi faceva un po’ strano ma mi piacque, una volta una signora dopo un concerto mi chiamò così allora pensai che fosse il nome giusto per me.
Com’è partito il tuo percorso musicale e quando hai capito che la musica sarebbe diventata una professione?
La passione l’ho sempre avuta, poi alle scuole medie ho iniziato a suonare la chitarra e quello mi ha fatto avvicinare molto di più alla musica. Ho capito che sarebbe diventato un lavoro più avanti, quando ho firmato il mio primo contratto con Leave Music poi con Universal, lì ho avuto l’impressione che la cosa sarebbe poi diventata più grande. Continuo comunque a considerarla una passione.
Cosa ti porti dentro delle esperienze a Londra e Berlino?
Londra è la piazza principale e bisogna andarci per forza, incontrare persone di altri paesi ti fa aprire la mente non solo a livello musicale. Nella vita fa bene rischiare, bisogna puntare in alto.
A proposito di puntare in alto c’è una città, un paese, un club dove ti piacerebbe esibirti?
Ce ne sono tantissime ma, sognando, mi piacerebbe un giorno esibirmi alla Royal Albert Hall di Londra, mai dire mai. Non avrei mai pensato di finire a Sanremo, quindi perché non sognare?
Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà di aggiungere quello che vuoi.
Grazie a te! Ribadisco la data del Tunnel Club del 5 aprile, ci vediamo a Milano!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.