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YES/ARW – Intervista a JON ANDERSON, il leggendario cantante degli Yes

YES/ARW – Intervista a JON ANDERSON, il leggendario cantante degli Yes

Una delle interviste che non scorderò mai è proprio questa con Jon Anderson, il leggendario cantante degli Yes. Ci ha dedicato del suo tempo nel corso del tour con gli ARW in compagnia di Rick Wakeman e di Trevor Rabin, del tempo prezioso che ci ha permesso di poter pubblicare un’intervista, seppure breve, ma importante e che ci rende fieri. Non mi resta che dire “Ladies & Gentlemen, Mr. Jon Anderson”!
 
Benvenuto tra le pagine di Tuttorock.net e grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande e per noi è un  vero onore. Vorrei iniziare l’intervista parlando del progetto ARW, o meglio gli Yes, visto che tu e Rick Wakeman siete nuovamente insieme.
Grazie a te, con Rick abbiamo continuato a collaborare insieme e c’è sempre stata la voglia di riportare al pubblico la musica degli Yes, grazie anche al calore che i fan ci hanno sempre dimostrato e che continuano a dimostrare.
 
Avete suonato molti concerti, quale riscontro avete avuto dal pubblico?
E’ stato meraviglioso, in ogni parte del mondo. La musica degli Yes vive ancora e vivrà per sempre. Celebriamo la musica degli Yes in ogni spettacolo e sono molto contento della felicità dei nostri fan, è una sensazione meravigliosa.
 
Avete suonato solo brani degli Yes, sia del periodo con Steve Howe che di quello con Trevor Rabin, ma so che avete in cantiere anche un album di inediti. Qualche anticipazione?
No, solo brani degli Yes e al momento non posso anticiparti niente, stiamo valutando molte cose.
 
Jon, perché hai lasciato gli Yes nel 2008?
Perché stavo rischiando di morire per una forte forma d’asma. Sono stato in ospedale per tre mesi e sono stato veramente molto male, avevo veramente paura di non riuscire a superare il tutto. Ora sono qui però e ho tanta voglia di salire su un palco.
 
Gli Yes hanno scritto capolavori epocali, splendide pagine di rock progressivo.Poi negli anni ottanta avere rivoluzionato il vostro sound, anche se sempre di alto livello. Perché questo cambiamento?
La musica cambia sempre, c’erano nuovi suoni negli anni ottanta e abbiamo voluto sperimentare ed il risultato è che sono nati album come “90125”, una sfida con noi stessi e la voglia di creare un sound unico, come avevamo fatto dieci anni prima con “Fragile”.
 
Hai anche una lunga carriera da solista, album dai mille colori dove esplori tantissimi generi musicali, perché?
Quando ho incontrato Vangelis, volevo scrivere musica e cantare solo con lui. Poi con l’andar del tempo ho collaborato con altri grandi musicisti e ho sempre avuto u n’ampia visione della musica, senza barriere. Poi oggi con internet è tutto più semplice e puoi collegarti con tutto il mondo. L’ultima collaborazione è stata con Jean-Luc Ponty, un musicista e un uomo straordinario e un album con Roine Stolt, dove torno al progressive rock. Collaborazioni e musica che mi fanno ancora sognare e che mi rendono vivo.
 
Cosa ne pensi del rock progressivo di oggi?, E’ molto vivo e ci sono molte giovani band che cercano di renderlo attuale e come fonte d’ispirazione ci sono sempre i gruppi storici come gli Yes.
Ci sono musicisti molto validi anche oggi, che hanno idee fresche e intelligenti e che stanno creando nuove contaminazioni musicali. Il rock progressivo c’è ancora ed è molto vivo e naturale.
 
Chiudi l’intervista come vuoi Jon, per i nostri lettori ed i tuoi fan e grazie per l’intervista.
Grazie a tutti per amare la mia musica e quella degli Yes. E’ meraviglioso sentirvi cantare con me ad ogni concerto. Amore e luce a tutti voi.

FABIO LOFFREDO

 
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