“Work in Progress” di In June: l’intervista
In occasione dell’uscita del singolo “Work in Progress” abbiamo fatto qualche domanda a In June
Benché giovanissimi, gli In June si sono già fatti molta strada grazie ad alcuni singoli e al precedente ep, “Common Grounds”.
Ora con il nuovo brano, “Work in Progress”, di cui hanno pubblicato anche un lyric video, incominciano la strada che li porterà al lavoro successivo. Abbiamo rivolto loro qualche domanda.
Ciao ragazzi, ci spiegate qual è il messaggio centrale di “Work in Progress” e come si lega all’EP in arrivo?
“work in progress” parla della solitudine che si prova quando si lavora su sé stessi senza vedere progressi e si lega all’Ep soprattutto dal punto di vista delle sonorità più acide e sature.
Ci sono sfide particolari che avete affrontato nella produzione del singolo?
Abbiamo cercato di rendere il sound il più possibile simile a quello che realizziamo live; spesso la produzione rende tutto più rarefatto, ma con questo singolo e con le altre canzoni dell’Ep abbiamo voluto mantenere l’autenticità che spesso rischia di perdersi tra i vari espedienti in studio.
Da come lo presentate, si direbbe che vediate “Work in Progress” un punto di svolta nella vostra carriera musicale: perché?
Lo vediamo come un ponte tra il passato, quello che abbiamo fatto finora e la direzione che vogliamo intraprendere per il futuro.
Come avete selezionato i temi da esplorare in “Collapse” rispetto al vostro EP precedente?
In “Common Grounds” si parlava di posti sicuri, in “Collapse” tutto si sgretola e bisogna fare i conti con questo.
Avete esperienze live molto significative alle spalle: che cosa vi attende quest’anno da questo punto di vista?
Al momento stiamo cercando di organizzare una serie di live al Nord Italia e speriamo di riuscire di nuovo a suonare al più presto anche all’estero.