VISIONS OF ATLANTIS – Intervista alla voce maschile Michele Guaitoli
Il nuovo album dei Visions Of Atlantis, “Pirates II-Armada” (leggi qui la recensione), ci trasporta nella seconda parte del viaggio nel loro mondo dei pirati giù iniziato con “Pirates” d due anni fa. Ne ho parlato con Michele Guaitoli, voce maschile e unico italiano in uuna band austriaca. Di seguito l’intervista.
Ciao e benvenuto su Tuttorock. Un nuovo album, “Pirates II: Armada”, come nascono i vari brani?
Ciao e grazie mille!
Praticamente la totalità dei brani di “Pirates II – Armada”, e di questo ne sono particolarmente orgoglioso, sono stati scritti da me. Direi al 90% per il semplice fatto che in alcuni brani ci sono delle melodie o dei temi che abbiamo riarrangiato, rivisitato o completamente ricreato con Clémentine. Ovviamente scrivere un brano per i Visions Of Atlantis significa – come primissimo incipit – scrivere un pezzo che sia capace di evocare un universo piratesco, musicato in maniera cinematografica (come una ricerca di una colonna sonora ad un film sul tema), che vesta la vocalità di Clémentine in primis, e la mia a seguire. Quindi tutto parte da due elementi fondamentali in ogni brano: un “tema” che caratterizzi il brano, ed ovviamente un ritornello che non solo deve essere memorabile, ma anche calzante per il concept.
E’ il seguito di “Pirates” uscito nel 2022. E’ un concept album quindi, narrami la storia.
Non esattamente. Sia “Pirates” che “Pirates II” non sono “concept album” con personaggi, una storia che si sviluppa come un’unica avventura, e si conclude (o lascia un cliffhanger) alla fine. Ci piace di più pensare a “Pirates” e “Pirates II – Armada” come raccolte di novelle, con una tematica ricorrente. Immagina un libro con tante piccole mini-storie: ogni brano è una novella, e “Pirates II” sia musicalmente che concettualmente racconta delle storie che non erano state narrate nel capitolo precedente. Sostanzialmente potresti alternare o mischiare tracce di Pirates e Pirates II senza problemi, e ti ritroveresti comunque con due ottimi album, vari e senza ripetizioni né sul piano musicale né sul piano concettuale. Se in Pirates la tematica ricorrente era la ricerca della propria libertà (libertà di pensiero, di agire, di scegliere il proprio futuro ecc. ecc.), in Pirates II la tematica ricorrente è la battaglia quotidiana: con le nostre problematiche, con chi ci ostacola, con i nostri “scheletri negli armadi”. Come puoi capire per quanto il nostro universo sia un universo che potrebbe essere facilmente associato a un concetto fievole o allegro, il contenuto è molto più profondo di quello che ci si può aspettare.
Ci sarà anche una terza parte o la storia finisce qui?
Ad oggi ti posso dire che ci sentiamo ancora in bisogno di scrivere ancora molto. L’ispirazione non manca sotto alcun punto di vista. E’ Clémentine che scrive tutti i testi e che “crea” l’universo dei Visions Of Atlantis, e sembra una bomba esplosiva con più idee di quante il tempo le permetta di buttare giù. La fortuna è che sul lato musicale, per me è lo stesso. Mentre rispondo a questa intervista ci sono già 3 demo per “Pirates III”, se mai lo chiameremo così. Credo che di novelle da offrire a chi ci segue, ne avremo ancora per un bel po’.
Tu sei entrato nella band nel 2018, ma la band ha 24 anni di storia alle spalle, ma sai come è nata la passione per il mondo dei pirati?
Se ti riferisci alla mia, scherzosamente posso dirti che ho foto di me da ragazzino vestito per carnevale da pirata, e che la mia vita è stata significativamente segnata da Guybrush Threepwood e le sue avventure in Monkey Island. Se ti riferisci alla band, la verità è che dalla sua fondazione la tematica del “mare” e delle “avventure sui sette mari” sono sempre state parte della band. Nel passato ci sono stati brani come “Seven Seas” che sono diventati iconici. Poi nel 2014 la band è stata rivoluzionata dopo un grosso stop, ma solo nel 2018 è davvero “ripartita”, con il mio arrivo che ha portato la fantastica situazione di equilibrio interno che abbiamo ora. Non a caso, la line-up da ormai 6 anni è invariata e non c’è breccia che faccia presagire altrimenti. Dal 2018 la band si è spostata sempre di più verso un tema piratesco più esplicito, culminato nel 2022 con Pirates con una scelta ben precisa. Una mossa che – a parere mio – è stata assolutamente azzeccata.
Una passione che avevi anche tu o l’hai ereditata entrando nella band?
Come ti dicevo è una passione che ho sempre avuto, per cui sono stato davvero entusiasta di questa scelta. Una cosa importante da dire è che però non si tratta di una scelta prettamente visiva o “di marketing”. C’è molto di più dietro a questi costumi e non voglio che passi inosservato. La verità è che al giorno d’oggi, siamo convinti che quasi chiunque abbia bisogno di una vita d’uscita – se pur provvisoria – dalla realtà del quotidiano. Quando andiamo al cinema, per qualche ora ci distacchiamo dalla realtà ed entriamo in un universo creato dal film stesso, più o meno fantastico, ma che pur sempre ci fa dimenticare dove siamo, chi siamo e ci fa dimenticare dei nostri problemi. Lo stesso succede quando si legge un libro, o quando si gioca ad un videogame o di ruolo. La musica nel 2024 ci sembra trovare completezza se, come il cinema o la scrittura, può raggiungere lo stesso risultato. Ci vestiamo da pirati, ci presentiamo come pirati e invitiamo chi ci segue a fare lo stesso perché vogliamo che la nostra arte per qualche ora dia pace alle menti e alle anime di chi ci ascolta. Venire ad un nostro concerto significa, forse per troppo poco, dimenticarsi di tutto quello che ci disturba e vivere un’avventura con un bel sorriso. Poi domani, tutto riparte, ma almeno un po’ di sollievo lo possiamo offrire…e i “costumi di scena”, in questo caso, sono un mezzo per un fine decisamente nobile.
Ma come eri stato coinvolto?
Siegfried, il precedente cantante dei Visions Of Atlantis, non riusciva più a stare al passo con l’importante richiesta di disponibilità della band. Viaggiamo ad un ritmo di 70-80 date l’anno, e già quando entrai nel 2018, si era sulla cinquantina. E’ un ritmo che chiaramente può essere gestito solo da chi come me e i miei compagni di avventura (e come tanti altri!), hanno scelto di dedicare la propria vita alla musica. “Siegi” non aveva alcuna intenzione di mollare il suo attuale lavoro, e fu lui stesso a chiedermi se volessi subentrare in maniera da non lasciare la band in una situazione difficile. Lui mi conobbe perché, al tempo, i Temperance erano stati scelti come band di supporto ad un tour di Visions Of Atlantis e Serenity.
Ogni brano è ricco di arrangiamenti molto curati, orchestrali e sinfonici. Chi cura tutto questo nella band?
E’ un percorso più lungo di quello che si possa immaginare. Io scrivo tutte le orchestrazioni di base, ma poi abbiamo un produttore – Felix Heldt – che ci mette del suo tagliando dove c’è troppo, aggiungendo dove manca, e modificando dove qualcosa non gira. Quando io e Felix, che lavoriamo comunque con un confronto costante, siamo entrambe soddisfatti del risultato, il tutto viene girato a Lukas Knoebl. “Luki” di professione arrangia e scrive parti orchestrali per Film e Videogame. Lui ri-processa tutte le parti che gli arrivano con le sue librerie e spesso e volentieri, ci mette del suo portando tutto ad un livello superiore. E’ un processo non immediato, ma ne vale assolutamente la pena.
Avete suonato dal vivo con un’orchestra, penso sia stato molti impegnativo ed emozionante. Puoi raccontarci qualcosa?
E’ stata in assoluto una delle emozioni più piacevoli della mia vita. Il “Symphonic Metal” è un genere ambizioso, che sinceramente trova la sua completezza solo in quel contesto. Alla fine quello che tutte le band Symphonic, come noi, cercano di fare, è proprio di scrivere musica per una band Metal accompagnata da un orchestra, ma chiaramente i budget ed i costi di produzione non permettono quasi mai di portare dal vivo una tale situazione. Averne avuto l’occasione, se pur per poche occasioni, è una di quelle cose nella “to-do-list” della mia vita su cui felicemente posso mettere una crocetta.
Pronti per un nuovo tour?
Prontissimi, e sarà il tour più grande e più importante che abbiamo mai affrontato. Non solo per la lunghezza, visto che sono 33 concerti in giro per l’Europa, ma anche e sopratutto per le la produzione del palco (avremo diverse sorprese per rendere lo spettacolo ancora più immerso, lo staff (saremo una quindicina di persone solo nell’entourage dei Visions Of Atlantis), la produzione in generale e l’offerta musicale. Non a caso lo stiamo promuovendo non solamente come un “tour” ma come una “cinematic live experience”. Come ti dicevo, vogliamo regalare qualche ora di vera distrazione, portando chi verrà a vederci sulla nostra nave, pronti per un’avventura.
Quali sono le differenze nel sound tra i due “Pirates” se ce ne sono?
Essendo “la libertà” la tematica di Pirates, mentre invece è “la battaglia interiore” quella di Pirates II, è chiaro che le sonorità devono andare a pari passo con le tematiche presentate. Pirates II è un disco più oscuro, più tetro, più aggressivo. Forse semplicemente potremmo dire che è un disco più “metal”, con batterie più pesanti, ritmi più serrati, chitarre più taglienti e molto più riff-oriented. Credo che per una band “Symphonic Metal”, sia decisamente sull’estremo più “Metal”.
Tanti cambi d line up, sarà questa quella definitiva, siete tutti voi i Pirati dei Visions Of Atlantis?
Non solo, oggi noi cinque siamo una vera e propria famiglia. Siamo una band che si scrive quotidianamente su Whatsapp, non soltanto nel “gruppo” comune, ma anche privatamente. Siamo 5 amici che non vedono l’ora di vedersi, che vanno in vacanza assieme, che mangiano assieme al ristorante e si trovano anche al di fuori degli impegni musicali. Faccio musica da quando sono un ragazzino, ed è incredibile ma a quasi 40 anni, sto riscoprendo le stesse emozioni che provavo a 18 anni quando con i miei compagni di band del tempo, andavo col sorriso in sala prove perché era un mondo tutto da scoprire.
I tuoi album migliori della band prima che entrassi tu e quello migliore con te come voce maschile.
“Delta” e “Trinity” sono indiscutibilmente delle pietre miliari del Symphonic Metal. Nei primi anni 2000 i Visions Of Atlantis erano in assoluto l’unica band con due voci maschili melodiche. Ai tempi nei Nightwish Hietala faceva solo qualche parte qua e là, e la maggiorità delle band Symphonic con voce maschile, erano caratterizzate da un growler che controbilanciava la sua controparte femminile. I primi albumi dei Visions, che al tempo avevano persino dei video (New Dawn e Lost) che giravano su MTV, hanno lasciato un segno – piacciano o non piacciano. Da quando sono entrato, il vero salto di qualità l’abbiamo fatto con Pirates e con l’imminente Pirates II. Se devo dirti la verità la sensazione è stata proprio quella di una band “appena nata” che con “The Deep & Dark” si è lanciata in maniera interessante sulla scena, con “Wanderers” ha sviluppato la sua identità senza però raggiungerla, e che con “Pirates” ha finalmente trovato una quadra. Pirates II, a questo punto, dovrebbe essere il disco della maturità. Non sta a me giudicarlo.
Quale è la tua “Visione” del mondo dei Pirati?
Trovo affascinante la nostra interpretazione “romantica” del mondo piratesco. Come sai ogni storia ha due lame. Ci sono film, band e libri sulle avventure di grandi condottieri del passato, che ne cantano le gesta eroiche e mettono in luce quanto questo o quest’altro personaggio abbia insegnato un’importante lezione di vita. Poi ha la realtà storica, degli stessi eroi che tradivano le loro mogli, uccidevano senza ritegno né compassione e magari non si lavavano per settimane.
I pirati erano uomini di mare che puzzavano da fare schifo, rubavano per sopravvivere e massacravano innocenti. Partendo quindi dal presupposto che viviamo in un romanzo, in un’avventura, i “miei” pirati sono spiriti liberi che hanno scelto di non sottostare alle regole di nessuno. Sono eroi che si alzano al mattino scegliendo la propria meta, e che vivono grandi avventure sui sette mari, alla ricerca di un tesoro che forse non esiste, ma che dà un senso magico alla loro vita, ricca di imprevisti e di coraggio.
Chiudi l’intervista come vuoi, un messaggio ai vostri fan italiani per salpare con voi in un vostro avventuroso viaggio.
Chiunque abbia letto questa intervista fino a questo punto, è pronto per abbandonare i propri abiti, indossare una camicia in lino e dei pantaloni a tre quarti, e salpare con noi. L’appuntamento è ad ottobre, a Milano o a Treviso. Un vero pirata prometterebbe una serata impeccabile, il concerto più bello della vostra vita, con ricompense al di là dell’immaginabile. Io sono il pirata romantico di cui sopra per cui non farò false promesse. Quello di cui sono certo è che se ci sarete, per qualche ora sorriderete e sarete inondati da positività, e credo che al giorno d’oggi questo valga più di qualsiasi altra cosa.
FABIO LOFFREDO
Band:
Clémentine Delauney: Vocae
Michele Guaitoli: Voce
Christian Douscha: Chitarra
Herbert Glos: Basso
Thomas Caser: Bateria
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Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!