VIOLA NOCENZI – Intervista per il suo libro “Poesie Da Parati”
E’ sempre un piacere parlare con Viola Nocenzi, figlia di Vittorio Nocenzi, fondatore del Banco Del Mutuo Soccorso, ma lo sappiamo tutti. Ti trasmette il suo entusiasmo, la sua passione, la sua sensibilità e tutta la sua Arte. Di seguito la mia intervista in occasione dell’uscita del suo libro, anzi della sua antologia poetica “Poesie Da Parati”.
Ciao Viola e bentornata su Tuttorock. Un nuovo libro, “Poesie Da Parati”, perché la decisione di tornare con un libro invece che con musica nuova, un nuovo album?
Ciao Fabio è nato tutto quasi per caso, anche se per me il caso non esiste, non avevo con me un pianoforte e nemmeno la tastiera, era estate e faceva abbastanza caldo, ero a Lugano ed avevo bisogno di scrivere e ho iniziato con delle melodie e parole, ma non prole come testi per una canzone, ma parole come se dovessi scrivere la partitura di una canzone. In tre giorni ne ho scritte circa 100. Una necessità naturale di me, del mio corpo, della mia mente, quella di scrivere non note, ma parole intese come note per me, come vibrazione, mi sono travata quindi ad avere 200 e poi 300 scritti ed ho iniziato a confrontarmi con le persone di uno spessore culturale che conoscevo. Ho avuto dei feedback più positivi di quanto mi aspettassi e nel giro di poco tempo alcune di queste poesie sono state parte di uno spettacolo che ha una valenza anche sociale fatto da Assemblea Teatro, da Renzo Sicco in collaborazione con il Museo D’Arte Contemporanea, uno spettacolo che è stato portato nelle carceri minorili e in tanti luoghi importanti di aggregazione sociale. Uno spettacolo dove c’erano musicisti, ballerini, attori e anche le mie poesie. Lo spettacolo era stupendo e ho visto che anche le mie poesie piacevano ed ho quindi continuato a scrivere fino ad arrivare ad avere un’antologia poetica e la casa editrice Pendragon mi ha dato la possibilità di uscire con un vero e proprio libro.
Come hai scelto le poesie da pubblicare? Sicuramente non sono tutte nel libro!
No, non tutte, ma sono tante e penso che la scrittura sia oramai la mia attività principale, la musica lo è stata, lo è e lo sarà sempre, ma ora mi appaga molto lo scrivere poesie nello stile della poesia contemporanea, uno stile che all’inizio nemmeno conoscevo in maniera approfondita, avevo conosciuto Alda Merini sia come persona che come poetessa ma non sapevo che ci sono tantissimi poeti oggi immensi che scrivono ed io ho fatto una traduzione dalla melodia alla parola. Tornando alla tua domanda ho scelto insieme all’editoriale circa 190 poesie, per questo dico che è un’antologia poetica.
Perché il titolo “Poesie Da Parati” tra l’altro molto affascinante?
Il titolo è un’idea di Alessandro Bergonzoni che è colui che ha scritto la prefazione per questo libro ed è una persona che stimo moltissimo, quindi la paternità di questo titolo la devo a lui e per me è un’idea geniale. Sono rimasta molto colpita da questa sua idea, sono poesie nate tutte dentro casa, parlano del mio mondo, della casa stessa e di quello che vedevo dalle finestre e visto che la carta da parati è, anzi forse era, perché oggi si usa poco, è quello che riveste gli interni delle nostre case e poi la parola parati vuol dire anche apparare, abbellire. Penso quindi che “Poesie Da Parati” sia un’idea geniale e che rappresenta tutto il senso del libro.
Ma ogni poesia ha un suo significato o c’è un filo conduttore che lega il tutto?
Di sicuro la musica è un filo conduttore che si trova non solo nell’incalzare ritmico ma anche sui titoli delle poesie e perché sono scritte per alcuni musicisti e nomino con molto piacere la partecipazione in quarta di copertina di grandi musicisti come Angelo Branduardi, Eugenio Finardi, Giovanni Caccamo e Frida Bollani Magoni, quindi la musica centra tantissimo e l’ho condivisa non solo con uomini di cultura letteraria ma anche con musicisti. Non credo che le poesie debbano essere lette una di seguito all’altra così come sono state proposte e forse altro filo conduttore è sicuramente il mio stile, questo mio modo particolare di angolare, spezzettare, tagliare realtà emotive ma anche pratiche e concrete.
Se dovessi scriverne una colonna sonora, scegliere delle musiche, quali sceglieresti?
Tanti generi diversi, inizierei dalla musica popolare, della quale tra l’altro cito all’inizio del libro con questa ninna nanna laziale popolare del 1800 che da piccola mi cantavano i miei genitori, logicamente la musica progressive rock che fa parte di me ed alcune poesie sono corte e spezzate come dei controtempi e poi c’è molta musica classica, c’è molto Eric Satie e c’è il pop, ma anche la musica d’autore e molte Lucio Dalla, alcune poesie le ho scritte ascoltando le sue splendide canzoni e la scelta della casa editrice Pendragon non è del tutto casuale con la presenza di Roberto Roversi che ha scritto i testi di alcune delle meravigliose canzoni di Lucio Dalla.
Ma c’è anche il mondo di oggi in queste poesie, di quello che stiamo vivendo?
Tratto temi che sono volutamente visti da dentro di me, ma anche da fuori, quindi osservazione civile sociale, un richiamo a liberarsi di questi slogan, infatti c’è una poesia che si chiama proprio “Slogan”, il diritto di esistere e basta, di riempire il vuoto. Parlo anche di spiritualità, della parità di genere, della sensibilità verso il mondo femminile ma anche di quello maschile, ma tutto dal punto di vista onirico e poetico, mai politico.
Che consensi hai avuto fino ad ora?
Sono contentissima perché siamo già alla seconda ristampa, non mi aspettavo assolutamente questo risultato, ho poi lasciato in alcune librerie delle copie firmate e so che stanno vendendo molto.
Stai pensando di fare tipo un recital in teatro, magari abbinando alle poesie la musica adatta?
Al momento no, sono poesie che hanno aperto una porta ad un universo sensoriale che mi hanno dato la possibilità di vedere alcune scene e trasformarle in parole, ma non lo escludo. Sinceramente quello che vorrei, come ho fatto con l’album, che queste parole arrivino a più persone possibili e che facciano parte della vita di queste persone ma con la loro interpretazione.
La foto di copertina ha un significato particolare?
L’immagine di copertina è stata realizzata da Mod Group e io non li ringrazierò mai abbastanza, è molto particolare, sono io e rappresenta proprio me e l’intera raccolta poetica, non appare il mio viso, presente sempre fino ad adesso. Sto guardando verso l’interno ma anche versoi l’esterno e sono all’interno di una casa, ho questo velo dei lavori in corso ed è quello che per me è la poesia, lavori in corso interiori e di osservazione dell’esterno, sono ferma, immobile a guardare, mentre una parte di me si muove attraverso quelle linee rosse e credo sia stata un’intuizione geniale.
La Viola Nocenzi musicista tra quanto tornerà?
Io continuo a scrivere sempre musica sia per me che per altre persone e attualmente sto lavorando a nuovi brani. Ma questa uscita poetica per me è molto importante e fondamentale, sia perché viene da due anni di percorso di lavoro matto e disperatissimo e sia perché il libro sta avendo un evidente riscontro positivo. Al momento quindi non ho la mente per rimettermi a suonare e non ho molto tempo da dedicare alla musica, che è sempre una parte di me, è la mia genetica e la mia famiglia.
Cosa vuoi lasciare a chi leggerà le tue poesie?
Un senso di libertà e di non sentirsi soli. Mi farebbe veramente piacere se almeno all’interno di una delle mie poesie, una persona possa sentirsi abbracciata e non solo, perché stiamo vivendo in un’epoca in cui c’è il grottesco shakespiriano sempre presente, ovvero l’assenza della tragedia nella tragedia e sembra che tutti noi non siamo soli, siamo sempre tutti in contatto tramite internet e tramite i social, ma ci sentiamo sempre più soli; quindi, io credo molto nel potere della poesia.
E allora come faccio sempre e come ho fatto anche con te nelle nostre precedenti interviste, lascio chiudere a te l’intervista con un messaggio per i lettori di “Poesie Da Parati”.
Vi aspetto, tra le mie parole dove mi trovate e sicuramente vi ritroverete
FABIO LOFFREDO
Appassionato di musica sin da piccolo, ho cercato di esplorare vari generi musicali, ma è il metal, l'hard rock ed il rock progressivo, i generi musicali che più mi appassionano da molti anni. Chitarrista mancato, l'ho appesa al chiodo molto tempo fa. Ho mosso i primi passi nello scrivere di musica ad inizio anni 90, scrivendo per riviste come Flash (3 anni) e Metal Shock (ben 15 anni), qualche apparizione su MusikBox e poi il web, siti come Extramusic, Paperlate, Sdangher, Brutal Crush e Artists & Bands. I capelli mi si sono imbiancati, ma la passione per la musica è rimasta per me inalterata nel tempo, anzi molti mi dicono che non ho più speranze!!!!