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EVOCANTE: DISCO (“FINO A TARDI. VIAGGI SONORI CON BATTIATO”) E LIBRO SU BATTIA …

EVOCANTE: DISCO (“FINO A TARDI. VIAGGI SONORI CON BATTIATO”) E LIBRO SU BATTIA …

Vincenzo Greco (in arte Evocante) esce con un progetto che si compone del CD “Fino a tardi. Viaggi sonori con Battiato” e del libro “Battiato. Una ricostruzione sistematica. Percorsi di ascolto consapevole”. Il disco esce il 7 aprile u.s. (Dialettica Label, Carlo Cammarella ufficio stampa), mentre il libro il 14 dello stesso mese (Edizioni Arcana, Roma). A Evocante abbiamo rivolto qualche domanda.

1) D: Domanda che sorge spontanea: perché un disco su Battiato?

Perché è il musicista più importante che abbiamo avuto dal Dopoguerra in poi. Perché ha seminato così tanto che su di lui c’è ancora tanto da scoprire. Perché, infine, è stato colui che, da quando avevo undici anni, mi ha preso per mano e mi ha fatto sentire, vedere, immaginare cose che nessun altro artista era in grado di rappresentare. E, soprattutto, mi ha fornito una chiave di comprensione di me stesso e del mondo. Anche io, come nel titolo di una sua recente canzone, che poi è tratta da un tema che aveva scritto in quinta elementare, mi sono chiesto “io chi sono?”. Non è poco.

2) D: Quale criterio ti ha guidato quando hai scelto i diversi brani dell’album?

Innanzitutto, ho cercato di non fare semplici cover riproduttive e, tranne che per un caso, ho rifuggito i brani più noti. Insomma, non c’è La cura e nemmeno Centro di gravità permanente (brani che però suono nelle mie presentazioni del libro in forma di concerto, insieme a tanti altri).
Non potendo mettere insieme tutte le sfaccettature dell’anima artistica di Battiato, perché sono tante, ho privilegiato l’anima sperimentale e quella spirituale. L’album, infatti, si divide idealmente in due parti. La prima richiama molti pezzi del periodo sperimentale, ed è piuttosto movimentata; nella seconda parte, che inizia da metà di Da Oriente a Occidente, tutto si placa, non ci sono più colpi di batteria, perchè i ritmi che si devono percepire sono quelli del cuore. Rhytm of the heart, non a caso, è il titolo di un’aria di Genesi, la prima opera lirica di Battiato. Ed era pure il nome dello spettacolo che Battiato ha portato avanti in un periodo in cui voleva provare che effetto dava al pubblico la rappresentazione, in forma ridotta, di alcuni brani di quest’opera.

3) D: Qual è, se esiste, il filo rosso che unisce idealmente le tracce del CD?

A livello musicale, l’elettronica. E’ un disco che fonde elettronica e orchestrazione classica. Un sintetizzatore e un’orchesta d’archi possono dialogare benissimo. In questo, credo o almeno spero, di essere stato un buon allievo. Questo approccio l’ho imparato proprio da Battiato, e anche i miei brani originali ne risentono parecchio. A livello più generale, la ricerca. Che sul piano sonoro comporta un non fermarsi mai davanti alla soluzione o al suono più banale e preconfezionato, ma lavorarlo fino a farlo proprio, inventando sonorità. E sul piano personale..pure. Non fermarsi mai davanti all’apparenza, non rimanere in superficie, ma andare in profondità. Cosa, capisco, del tutto in controtendenza con gli attuali tempi, basati sull’istantaneità sterile del mordi e fuggi.

4) D: I brani dell’album sono talvolta intervallati da estratti da conversazioni con Battiato. È come se tu volessi tracciare un profilo, per così dire, filosofico-pratico dell’artista siciliano accanto a quello musicale. È così?

La sua voce si sente in Sequenze e frequenze. E’ un brano che parla di ricordi. E quindi, nella sua prima parte, ho fatto parlare direttamente Battiato dei suoi ricordi di bambino, di artista in crescita, di uomo. Per poi, nella seconda parte, ampliare il discorso su altri temi a lui cari. Anche qui richiamo una sua tecnica, quella dei frammenti e ritagli, utilizzata molto a livello sonoro nel periodo sperimentale e a livello letterario nei testi degli anni ’80. Il mio è una specie di blob, tratto da varie interviste, che ho costruito dopo averne ascoltate moltissime, cosa che mi è stata utile non solo per produrre questo brano ma anche il libro che ho scritto su di lui.

5) D: Un doppio progetto, il tuo, che all’uscita del CD monografico affianca l’edizione del libro “Battiato. Una ricostruzione sistematica. Percorsi di ascolto consapevole”. In che modo disco e libro trovano una sintesi comune sul Battiato artista e uomo?

Il libro sta ottenendo un successo che mai avrei immaginato, visto che i temi trattati sono di un certo livello. L’ho scritto facendo riferimento a quel che da anni studio, e pratico, in tema di filosofia, spiritualità e musica. Il disco è una verifica sonora di certe mie ipotesi formulate sul libro. Che non è una biografia, ma un tentativo, credo il primo, di approcciarsi all’opera di Battiato secondo i criteri dell’interpretazione, in particolare quella sistematica. Battiato l’ho interpretato, insomma, su un piano sua letterario che musicale. La mia attenzione è stata quasi del tutto presa dal Battiato artista. Il Battiato uomo mi avrebbe portato a scrivere l’ennesima biografia. Però certe volte esce fuori anche il lato umano, e non potrebbe essere altrimenti. Ma solo quando serve per capire meglio il perché di certe scelte e il senso ultimo di tutto il suo percorso artistico, che è di forte impronta spirituale e di innata e mai sazia curiosità ed entusiasmo e gioia verso quello che offre la vita.