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VENEZIALE – “IL TUO BACIO” METAFORA POP DEL CENACOLO

VENEZIALE – “IL TUO BACIO” METAFORA POP DEL CENACOLO

Alessandro Veneziale, in arte solo Veneziale direttamente dal Molise con talento, grinta e il grande obiettivo di trasformare la sua passione per la musica in una professione stabile.
Performer, cantautore, artista versatile, Veneziale è stato ospite a Radio Roma, radio e tv, sul canale 115 digitale terrestre Lazio e Lombardia e 104.0 FM di Roma e del Lazio e ci ha presentato “Il tuo bacio”, singolo tra il Sacro e il Profano in stile 2021 uscito da pochissimi giorni già un successo di critica e di pubblico.

Una visione pop e metafisica de “L’ultima cena” nel videoclip de “Il tuo bacio”
Il brano con il video – disponibile su Spotify e YouTube – è accompagnato da un interessante videoclip di cui Veneziale è curatore e direttore artistico, in cui viene rappresentata una rivisitazione de “L’ultima cena” e del tradimento di Giuda (simbolo per eccellenza del tradimento, metafora del nostro vivere) – una visione laica del Cenacolo – sconvolgendo un pò la classica iconografia tradizionale con immagini forti e simbolismi religiosi capaci di sollevare alcune polemiche ma che il pubblico ha invece dimostrato di gradire ed apprezzare.  Il cantautore si ispira al famosissimo affresco di Leonardo Da Vinci e ad altri esempi pittorici di celebri artisti che trattano il tema topico dell’arte sacra, come anche Salvador Dalí che con quel dipinto, sconvolse i canoni della classica iconografia sacra.
Dopo il suo primo EP “Sorgere”, pubblicato nel 2020, Veneziale quest’anno si è proposto con due inediti “Parli troppo di me” e quest’ultimo intenso singolo “Il tuo bacio”.  Un pezzo in grado di uscire dagli schemi, scavalcare i confini e rompere binari prestabiliti, come del resto la sua artisticità, fuori dagli schemi e originale in grado di esprimere e manifestare totalmente sè stesso. Il percorso artistico di Veneziale – come ci racconta nell’intervista – rappresenta anche un cambiamento verso sonorità e aspetti maggiormente “dark” rispetto ai suoi inizi.
Mi piace pensare a Veneziale – avendolo incontrato e conosciuto – come un novello Andy Wharol in cui l’artista trasforma il dipinto rinascimentale in un’allegoria pop e che rovescia il rapporto tra Sacro e Profano, tra cultura d’élite e di massa.
Abbiamo raggiunto Alessandro Veneziale e intervistato per Tuttorock:

Sei un giovane talento, un cantautore emergente. Come nasce ” Il tuo bacio”?
Questo nuovo singolo dà una sorta di svolta al mio percorso, e spero anche alla mia carriera, con uno stile musicale e stilistico molto più dark dei miei brani precedenti.  Un anno fa, dopo la pubblicazione di Sorgere, il mio primo EP, avevo desiderio e voglia di ascoltare basi strumentali per comprendere bene il mood senza i condizionamenti del testo. Mi sono ispirato molto agli anni ’80, anni di grande sperimentazione e ricerca.
Proprio negli anni ’80 si è sviluppato il sintetizzatore che poi via via si è evoluto. Parlando con il mio produttore, gli avevo espresso il desiderio di un maggiore stile dark, palesando nella mia fantasia e nella mia testa l’immagine de “L’ultima cena”, per parlare del tradimento per eccellenza, come metafora della vita, in ogni ambito: lavoro, amore, famiglia, amicizia.  Ho poi creato il testo e sviluppato il resto. Ho scelto quelle precise immagini e quell’ abbigliamento per lanciare un messaggio: un uomo può stare bene anche con abiti non convenzionalmente “maschili”.  Volevo toccare il tasto del machismo a tutti i costi, nella nostra società.

Nel videoclip de “Il tuo bacio” affronti un tema importante, combatti la mascolinità tossica: il pregiudizio che grava su tutti gli uomini ossia il non mostrare le proprie fragilità. Offri anche una visione metafisica del tradimento; 
Un uomo che piange non è ancora ammesso nella nostra società. Indosso abiti che combattono pregiudizi, le persone sono piene di pregiudizi e si fanno sempre tanti problemi anche per come un ragazzo, un uomo, si vesta. E’ successo anche a me. Le persone vogliono solo criticare e offendere, dare giudizi e pregiudizi. Giudizi e pregiudizi che anche in famiglia si danno, ossia riguardo a delicatezze e fragilità che come “maschi” non dovremmo mostrare e che quando si ricevono, feriscono. Imponendoci anche di sembrare più forti e diversi di come siamo. Giudizi su abiti, capelli, gusti, stile che limitano la propria libertà.
In Italia sembra che i problemi gravi siano le “etichette” da attaccare alle persone, agli artisti, a tutti e tutto.

Quali sono gli artisti italiani attuali di tuo riferimento?
Marco Mengoni, Madame, Maneskin ma direi Achille Lauro su tutti, un artista trasversale, anche perchè Achille Lauro con le sue performance ha dato uno schiaffo morale a questo nostro Paese che resta, ancora oggi, molto “bigotto”, sdoganando abiti, look, atteggiamenti versatili e trasversali. E’ un performer, un artista a 360′ che adoro e che è sempre molto avanti pur prendendo e attingendo da artisti di ieri, come David Bowie, Renato Zero.

Come è nata la tua passione per la musica?
La musica per me è tutto e lo è sempre stata. Da piccolo mi piaceva creare, disegnare. Ho avuto sempre una visione completa dell’arte, una creatività che esprimo anche in altri ambiti come per esempio la direzione artistica e il curare anche i miei video, come nel caso de Il tuo bacio. La mia attenzione è focalizzata sulla musica e sul percorso artistico insieme a un percorso di crescita personale.  Mi è sempre piaciuto molto, fin da subito, l’idea di creare videoclip perchè amo moltissimo l’arte visiva.

C’è un inedito per il 2022? Ci puoi anticipare qualcosa?
Sto lavorando a un secondo album che uscirà nel 2022 ed è pronto un singolo che si intitola “Vincere”, uscirà a gennaio prossimo, con una ricerca attraverso la scrittura per affrontare sempre temi sociali.

Quali sono il tuo sogno nel cassetto e il tuo obiettivo da seguire? Quale il tuo sogno da coltivare?
Ovviamente sono tutti legati alla musica. Dopo diversi anni che mi cimento in questo campo ho capito che non esiste nient’altro che mi faccia stare bene come la musica, la mia musica. Non c’è altro che mi faccia avere quella gioia e passione come quando lavoro con la musica. Mi sento vivo nell’affrontare il lavoro nel campo musicale. Vorrei guadagnarmi il pane con la mia musica.  Lavoro sodo e la gavetta non mi spaventa, le porte si aprono con il  sacrificio (qualche porta si sta già aprendo) e spero che la mia passione diventi una professione.

Alessandra Paparelli