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URBAN CAIRO – Intervista alla band piemontese

URBAN CAIRO – Intervista alla band piemontese

In occasione dell’uscita del nuovo singolo “2OfU”, pubblicato da Overdub Recordings e distribuito via Virgin Music/Universal, ho avuto il piacere di intervistare gli Urban Cairo, trio formatosi ad Acqui Terme da Giuse (chitarra e voce), Cigo (basso e voce), Vasco (batteria). In un mondo in cui ci si ammala cercando disperatamente di apparire bravi in qualcosa gli Urban Cairo si propongono come alternativa alla monotonia sonora di questi anni senza volersi inventare nulla di nuovo ma proponendo un super-fuzz fatto di sincera rabbia verso una provincialità che non li rispecchia cercando una nuova dimensione in cui esistere e poter gridare a pieni polmoni. Il loro suono è compatto, leggero e pesante allo stesso tempo attraverso sonorità che spaziano dal post hardcore al garage rock arricchite da melodici sbalzi di rumore, distorsioni shoegaze e un approccio alla musica/vita in stile grunge. Pubblicano nel 2019 il primo album “Nowhere in Particular”.

Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock, “2OFU” è il vostro nuovo singolo, che riscontri state avendo?

Ciao Marco! Dobbiamo dirti: sorprendentemente positivi. Siamo piacevolmente stupiti, non ci siamo abituati. Pensiamo sempre che nessuno più ascolti musica in generale e quindi chi mai ascolterà la nostra? Tutto sommato, ci stanno arrivando diversi responsi da conoscenti ma soprattutto da non conoscenti il che ci fa sicuramente molto piacere. Inoltre, abbiamo saputo che siamo ad esempio finiti tra i singoli del mese di Agosto selezionati da Sky TG24, ci ha abbastanza stupito. Merito  sicuramente anche di Barbara è tutto il team della Overdub Recordings, tra cui Marcello e Maria che si sbattono a stare dietro a noi tre scappati di casa e per la pazienza che hanno nei nostri confronti…

Ultimo ma non meno importante, come avrai capito, non riusciamo molto a prenderci sul serio, quindi per noi qualsiasi riscontro ci arrivi ci stupisce.

Un brano nato quando e come?

Nato già parecchio tempo fa. È un brano che abbiamo iniziato a sviluppare intorno al 2020. Le nostre canzoni le sentiamo autobiografiche e raccontano quello che ci succede nel quotidiano e/o di come esso influenzi le nostre vite più o meno inconsciamente. In quel momento volevamo sperimentare con un brano più “notturno” che catturasse un’atmosfera leggermente diversa dal solito “bordello” che ci piace creare, mantenendo comunque sempre una dose di distorsione e “sbargi” aperto a più dinamiche così come accade all’inizio; poi la coda si lascia andare verso quello che più a noi piace fare… Ha un senso per, ci piace pensarlo così!

Ascoltando più volte “2OFU” (che apprezzo moltissimo) ho immaginato i Joy Division che improvvisamente si trasformano nei Nirvana, siete d’accordo con questa mia visione?

Grazie di cuore, apprezziamo che a tua volta tu abbia apprezzato il nostro brano. Questa domanda per noi è già di per sé un grosso complimento. Principalmente per Giuse, il cantante e chitarrista, i Joy Division e Nirvana sono due principali influenze. In generale, parlando anche per Vasco e Cigo [batterista e basso], in questo brano ci sono anche altre citazioni ed influenze prese dagli Husker Dü, Sonic Youth e Dinosaur Jr.

L’abbiamo già detto che ci piace fare rumore?

Quando e com’è nato il progetto Urban Cairo?

Dovrebbe essere stato nel 2017, e sicuramente nessuno di noi aveva in mente di progettare qualcosa dato che in quel momento tutti e tre avevamo solo voglia e necessità di suonare e sfogarci. Dopo una chiacchierata al bar, ci è bastato per decidere di andare in sala prove.

Il nome della band è sorto in maniera spontanea o c’è un ragionamento preciso dietro ad esso?

Tifosi incazzati del Torino? Mirabolanti avventure in Egitto? Ex fidanzate al confine tra Piemonte e Liguria? Decidete voi, stiamo ancora aspettando che Pinketts ne faccia un caso.

Avete mai pensato ad ampliare la vostra formazione o tre è veramente il numero perfetto?

Per carità, già siamo abbastanza ingombranti a livello di decibel così ed è già difficile trovare da suonare in giro, se ci portassimo un quarto elemento penso le possibilità si riducano ancora di più allo zero. Scherzi a parte, abbiamo avuto per un periodo come secondo chitarrista Giulio, nostro grande amico, con cui due estati fa abbiamo suonato in giro ed ancora di recente questo inverno per Sanromolo all’El Paso Occupato. Era un periodo in cui volevamo sperimentare con due chitarre perché non avevamo trovato ancora la formula che reputiamo ora di avere in tre. A volte due chitarre ti danno una mano in più per alcune parti, in altri casi la potenza e dinamica che sinora abbiamo raggiunto in tre non ci sembra sempre di raggiungerla quando in quattro.

Ma mai dire mai, Giulio tieniti sempre pronto…

Proseguirete con l’uscita di altri singoli prima del vostro secondo album?

Per ora l’unica certezza è la voglia di chiuderci in saletta e lavorare su suoni e idee che abbiamo maturato negli ultimi tempi. Non abbiamo nessuna fretta. Alcuni pezzi nuovi ci sono, altre idee ci frullano in testa già da un po’ e di sicuro avremo voglia di farle sentire alle vostre povere orecchie.

Avete qualche data live in programma?

Per scaramanzia diciamo che ci stiamo lavorando speriamo di potervele comunicare presto tra cui anche un release party. Non vediamo l’ora!

Grazie mille per il vostro tempo, vi lascio piena libertà per chiudere questa intervista.

Sarà che da poco abbiamo partecipato all’Acquirock Festival, sarà che lì abbiamo visto un sacco di facce giovani condividere la serata con altrettanti vecchi, sarà che in sottofondo in questo preciso istante sta passando Garageland dei Clash… divertiamoci cazzo, che la MUSICA SUONATA (…) su un palco è una delle poche cose reali che ci resta in quanto esseri umani.

MARCO PRITONI