UNA NO.TA POSITIVA NEL PANORAMA ITALIANO – Intervista alla band
by tuttorock
21 Maggio 2015
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NO.TA è il progetto musicale Rock in italiano inedito, diretto da Diretto Francesco Gaetano, Tano per gli amici. La formazione, 4 Talenti: Jvan Tagliabue (Batteria), Rino Zizzo (Basso), Corrado Zerni (Chitarra elettrica)e il tizio nominato prima (Voce e Chitarra acustica)… Le canzoni e lo spettacolo di questi 4 sono stimolanti dall’inizio alla fine, chi ascolta non può che godere e sentirsi coinvolto, nonchè riconoscersi nelle strofe di un rock fatto con criterio e di indiscutibile gusto! Studiano molto… La band nasceva nel 2011 con la prima formazione Alex, Max, Pietro, Franky e Giulia. Insieme più di 50 live, avventure indimenticabili, la produzione di un album SIAMO STATI NOI, 1 video clip omonimo, tante soddisfazioni, finchè il progetto non è crebbe al punto da dover dedicargli troppe forze.. così si arrivo alla necessità di rivoluzionare la line-up. E col tempo si sà, si fanno grandi passi avanti!
Oggi stavo riflettendo sul termine “rock” e su come questa parola -negli anni- abbia assunto significati sempre nuovi e ambigui. Secondo l’Enciclopedia Treccani la definizione originaria di tale termine -da un punto di vista concettuale è: “…simbolo di malessere e manifestazione di protesta e ribellione”. In ogni nota e in ogni parola dei brani proposti nel vostro album “Siamo stati noi” si avverte il desiderio di trasmettere un messaggio utilizzando il “rock” nella sua forma nuda e cruda, ovvero unendo musica di qualità a contenuti sociali di importanza rilevante. Amarezza, rabbia, ma anche tanta voglia di gridare e lottare: ha ancora senso secondo voi utilizzare la musica per protestare? Notate attorno a voi la voglia di ascoltare e condividere pensieri?
Innanzitutto grazie per le considerazioni sull’album, in poche parole ne hai descritto gran parte! Riflettendo sulla definizione di Treccani ci rendiamo conto che in ogni opera rock in qualche modo vi sono sempre elementi di malessere e di protesta, spesso anche in opere positive e allegre. Il rock riesce a far coesistere in quella sola definizione tante cose, come: moda, stile di vita, atteggiamento, celebrazione, aggregazione, tecnica, arte… Il rock è emozioni pure, il rock è roll! E’ così talmente “social” che ti permette di essere totalmente te stesso, farlo vedere al mondo, ed essere accettato. Riflettere su questo lascia un senso di vuoto sotto i piedi, di certo non siamo malinconici perché facciamo rock piuttosto facciamo rock perché siamo rock! Volendo rispondere alla tua domanda diciamo quindi che la musica è un mezzo utile a veicolare messaggi e sensazioni, quindi ottima per protestare ed essere attendibili se fatta bene. Sull’efficacia ancora qualche dubbio, siamo ancora in fase di test, di certo provoca molta aggregazione poiché chi ascolta e chi ci si affeziona ci si riconosce, ma che riesca ancora a cambiar le cose, dobbiamo prima dimostrarlo… Notiamo tanta voglia di condividere cose leggere, premendo un tasto, di conseguenza vengono sempre meno quelle pesanti, profonde… Stiamo protestando?
Oltre ai talent-show, oggi come oggi, si utilizzano sempre di più social network e piattaforme tecnologiche per diffondere la musica e voi -a tal proposito- gestite una pagina Youtube che sembra essere molto attiva: come vi trovate in questa dimensione? Siete riusciti ad avere più ascolti grazie al web?
Ormai sono anni che gestiamo social network e possiamo dire che, sebbene siano un ottimo sistema di visibilità, nel tempo l’abbiam visto sempre più evolversi in una direzione commerciale e lucrativa… Ovviamente. Significa che apparentemente sei alla portata di tutti ma realmente se non ci metti i soldini ti vedono sempre i soliti. Abbiamo dovuto erudirci su questi sistemi per sfruttarli con qualche tecnica, alternativa al pagamento, semi-efficace, per un po’ di numeri in più. Questo fa capire che l’artista adesso deve essere un commerciale prima di tutto per poter esser visibile… il resto lo fa la qualità, chi condivide, la fortuna. In definitiva ci hanno aiutato ma forse hanno cambiato una situazione di mercato più consona a noi e al nostro rock, non riusciamo a ignorare chi col cuore ci dice che se fossimo nati 10 anni prima avremmo fatto la rivoluzione. Di certo non per questo la tecnologia non deve proseguire, dispiace solo che le cose belle nel rock nascevano dalla collaborazione di gruppi, ora più che mai ci si fa la guerra per emergere… e tutti possono definirsi artisti…
I vostri video sono molto “spontanei”, ma ben studiati; quanta importanza date alla parte “visual”? L’idea per un video nasce da ciò che desiderate comunicare attraverso i testi oppure è una questione “a sé stante”?
Siamo indipendenti, non c’è nessuna struttura che investa o metta a disposizione mezzi per produrre nostro materiale. Di conseguenza ci auto finanziamo, puntiamo a una buona organizzazione per rendere di più nelle nostre produzioni low-budget. Detto questo la cosa più bella per noi è l’esperienza in sé, non c’è cosa più inestimabile che coinvolgere persone che ti apprezzano e che voglio provarci, sperimentare, mettersi a disposizione… E allora vai! Tutti dentro! Registi e attori! Nessun super professionista, spesso alle prime armi ma con tanta voglia di mettersi in gioco, per noi è ancora più importante che avere standard qualitativi da mercato discografico. Questione di gusti, che dovranno cambiare, ma non potevamo che iniziare così, e forse sarà così anche nel prossimo video! Di sicuro porta molto, essere attivi nella produzione ci ha insegnato tanto e quello che abbiamo creato è unico proprio per la sua imperfezione. Bisogna vederli diverse volte per capire queste parole. Apprezzando le ragazze, apprezzando le ragazze, apprezzando l’impegno, le ragazze, la storia, l’impegno, e infine ricordandosi di ascoltare la canzone!
Francesco, tu sei il leader dei “No.Ta”: la tua vocalità è estremamente grintosa e roca e mi incuriosisce sapere che riferimenti musicali hai avuto a livello di cantanti? Ascolti musica italiana?
Inizio a dirti che da quando scrivo il mio rapporto con la musica è cambiato molto, da allora la ascolto senza far caso a chi appartiene senza darle un nome, e per lunghi periodi non l’ascolto neanche. Forse per non esserne influenzato, forse per questioni di concentrazione sulla mia, per bisogno di silenzio.. non so dirti perché ma è più una necessità che una scelta. Alcuni riferimenti comunque son chiari, a dirla tutta nel tempo me ne han dette di tutti i colori! Vasco, Liga, Piero, Rino, Masini! Io ho sempre approcciato a tutta la musica estera e italiana, chi mi ha insegnato tanto sono: Aerosmith, Skunk Anansie, Nirvana, Pearl Jam, Tears for Fears, Janis Joplin, Baglioni, Pino Daniele, Zero, Litfiba, Vasco, Rino Gaetano. Potrei andare avanti per molto a scavare nelle mie esperienze, benché la mia voce non trovi riferimenti in tutti gli artisti che ho scritto, la composizione è loro allieva e anche quella fa parte del modo di cantare e forse il nostro essere eighties è proprio dovuto al fatto di insistere a mettere in poesia i nostri messaggi, con sintesi e non in prosa come si tende di più a fare adesso. La voce è quella che ho, un po’ forzata agli inizi, nettamente più matura, controllata e piacevole adesso.
“Sentire che manca” è una traccia molto forte, che, a mio parere, è nucleo fondamentale dell’album. Cosa “sentite che manca” nel nostro Paese per far sì che le cose funzionino meglio?
Sentire che manca è la traccia più personale dell’album, per scriverla ho scavato davvero tanto in me stesso, non so se riuscirò a rifarlo. Ciò che manca in questo paese per funzionare è la voglia di dare un senso alla nostra vita, preferiamo esser i più furbi che esser le persone migliori. Si da un senso alla propria esistenza quando si è un ingranaggio funzionante nel benessere. L’erudizione, il lavoro di ognuno di noi ha valore quando non lede ma avvantaggia la società. L’obiettivo più ambito sembra essere invece arricchirsi, abbellirsi, atteggiarsi, fregare il prossimo. Il denaro che dovrebbe essere al servizio dell’uomo, ci rende schiavi ed è visto come miglior fonte di ricchezza. Ciò che serve è chiudere gli occhi a pubblicità e televisione, aprirli alla vita e alla vera informazione, accettare i difetti e lavorare su se stessi e utilizzare le proprie capacità al servizio della società e non esclusivamente del proprio ego. Torniamo coi piedi per terra… a livello pratico servirebbe un test attitudinale ai cittadini per poter andare al voto! Sai quale governate stai votando? Forse qualcosa migliorerebbe perché comunque qualcuno di onesto ancora c’è che parole COSCIENZA e BONTÀ’. Regalano una felicità ben più grande di ricchezza e bellezza.
Oggi stavo riflettendo sul termine “rock” e su come questa parola -negli anni- abbia assunto significati sempre nuovi e ambigui. Secondo l’Enciclopedia Treccani la definizione originaria di tale termine -da un punto di vista concettuale è: “…simbolo di malessere e manifestazione di protesta e ribellione”. In ogni nota e in ogni parola dei brani proposti nel vostro album “Siamo stati noi” si avverte il desiderio di trasmettere un messaggio utilizzando il “rock” nella sua forma nuda e cruda, ovvero unendo musica di qualità a contenuti sociali di importanza rilevante. Amarezza, rabbia, ma anche tanta voglia di gridare e lottare: ha ancora senso secondo voi utilizzare la musica per protestare? Notate attorno a voi la voglia di ascoltare e condividere pensieri?
Innanzitutto grazie per le considerazioni sull’album, in poche parole ne hai descritto gran parte! Riflettendo sulla definizione di Treccani ci rendiamo conto che in ogni opera rock in qualche modo vi sono sempre elementi di malessere e di protesta, spesso anche in opere positive e allegre. Il rock riesce a far coesistere in quella sola definizione tante cose, come: moda, stile di vita, atteggiamento, celebrazione, aggregazione, tecnica, arte… Il rock è emozioni pure, il rock è roll! E’ così talmente “social” che ti permette di essere totalmente te stesso, farlo vedere al mondo, ed essere accettato. Riflettere su questo lascia un senso di vuoto sotto i piedi, di certo non siamo malinconici perché facciamo rock piuttosto facciamo rock perché siamo rock! Volendo rispondere alla tua domanda diciamo quindi che la musica è un mezzo utile a veicolare messaggi e sensazioni, quindi ottima per protestare ed essere attendibili se fatta bene. Sull’efficacia ancora qualche dubbio, siamo ancora in fase di test, di certo provoca molta aggregazione poiché chi ascolta e chi ci si affeziona ci si riconosce, ma che riesca ancora a cambiar le cose, dobbiamo prima dimostrarlo… Notiamo tanta voglia di condividere cose leggere, premendo un tasto, di conseguenza vengono sempre meno quelle pesanti, profonde… Stiamo protestando?
Oltre ai talent-show, oggi come oggi, si utilizzano sempre di più social network e piattaforme tecnologiche per diffondere la musica e voi -a tal proposito- gestite una pagina Youtube che sembra essere molto attiva: come vi trovate in questa dimensione? Siete riusciti ad avere più ascolti grazie al web?
Ormai sono anni che gestiamo social network e possiamo dire che, sebbene siano un ottimo sistema di visibilità, nel tempo l’abbiam visto sempre più evolversi in una direzione commerciale e lucrativa… Ovviamente. Significa che apparentemente sei alla portata di tutti ma realmente se non ci metti i soldini ti vedono sempre i soliti. Abbiamo dovuto erudirci su questi sistemi per sfruttarli con qualche tecnica, alternativa al pagamento, semi-efficace, per un po’ di numeri in più. Questo fa capire che l’artista adesso deve essere un commerciale prima di tutto per poter esser visibile… il resto lo fa la qualità, chi condivide, la fortuna. In definitiva ci hanno aiutato ma forse hanno cambiato una situazione di mercato più consona a noi e al nostro rock, non riusciamo a ignorare chi col cuore ci dice che se fossimo nati 10 anni prima avremmo fatto la rivoluzione. Di certo non per questo la tecnologia non deve proseguire, dispiace solo che le cose belle nel rock nascevano dalla collaborazione di gruppi, ora più che mai ci si fa la guerra per emergere… e tutti possono definirsi artisti…
I vostri video sono molto “spontanei”, ma ben studiati; quanta importanza date alla parte “visual”? L’idea per un video nasce da ciò che desiderate comunicare attraverso i testi oppure è una questione “a sé stante”?
Siamo indipendenti, non c’è nessuna struttura che investa o metta a disposizione mezzi per produrre nostro materiale. Di conseguenza ci auto finanziamo, puntiamo a una buona organizzazione per rendere di più nelle nostre produzioni low-budget. Detto questo la cosa più bella per noi è l’esperienza in sé, non c’è cosa più inestimabile che coinvolgere persone che ti apprezzano e che voglio provarci, sperimentare, mettersi a disposizione… E allora vai! Tutti dentro! Registi e attori! Nessun super professionista, spesso alle prime armi ma con tanta voglia di mettersi in gioco, per noi è ancora più importante che avere standard qualitativi da mercato discografico. Questione di gusti, che dovranno cambiare, ma non potevamo che iniziare così, e forse sarà così anche nel prossimo video! Di sicuro porta molto, essere attivi nella produzione ci ha insegnato tanto e quello che abbiamo creato è unico proprio per la sua imperfezione. Bisogna vederli diverse volte per capire queste parole. Apprezzando le ragazze, apprezzando le ragazze, apprezzando l’impegno, le ragazze, la storia, l’impegno, e infine ricordandosi di ascoltare la canzone!
Francesco, tu sei il leader dei “No.Ta”: la tua vocalità è estremamente grintosa e roca e mi incuriosisce sapere che riferimenti musicali hai avuto a livello di cantanti? Ascolti musica italiana?
Inizio a dirti che da quando scrivo il mio rapporto con la musica è cambiato molto, da allora la ascolto senza far caso a chi appartiene senza darle un nome, e per lunghi periodi non l’ascolto neanche. Forse per non esserne influenzato, forse per questioni di concentrazione sulla mia, per bisogno di silenzio.. non so dirti perché ma è più una necessità che una scelta. Alcuni riferimenti comunque son chiari, a dirla tutta nel tempo me ne han dette di tutti i colori! Vasco, Liga, Piero, Rino, Masini! Io ho sempre approcciato a tutta la musica estera e italiana, chi mi ha insegnato tanto sono: Aerosmith, Skunk Anansie, Nirvana, Pearl Jam, Tears for Fears, Janis Joplin, Baglioni, Pino Daniele, Zero, Litfiba, Vasco, Rino Gaetano. Potrei andare avanti per molto a scavare nelle mie esperienze, benché la mia voce non trovi riferimenti in tutti gli artisti che ho scritto, la composizione è loro allieva e anche quella fa parte del modo di cantare e forse il nostro essere eighties è proprio dovuto al fatto di insistere a mettere in poesia i nostri messaggi, con sintesi e non in prosa come si tende di più a fare adesso. La voce è quella che ho, un po’ forzata agli inizi, nettamente più matura, controllata e piacevole adesso.
“Sentire che manca” è una traccia molto forte, che, a mio parere, è nucleo fondamentale dell’album. Cosa “sentite che manca” nel nostro Paese per far sì che le cose funzionino meglio?
Sentire che manca è la traccia più personale dell’album, per scriverla ho scavato davvero tanto in me stesso, non so se riuscirò a rifarlo. Ciò che manca in questo paese per funzionare è la voglia di dare un senso alla nostra vita, preferiamo esser i più furbi che esser le persone migliori. Si da un senso alla propria esistenza quando si è un ingranaggio funzionante nel benessere. L’erudizione, il lavoro di ognuno di noi ha valore quando non lede ma avvantaggia la società. L’obiettivo più ambito sembra essere invece arricchirsi, abbellirsi, atteggiarsi, fregare il prossimo. Il denaro che dovrebbe essere al servizio dell’uomo, ci rende schiavi ed è visto come miglior fonte di ricchezza. Ciò che serve è chiudere gli occhi a pubblicità e televisione, aprirli alla vita e alla vera informazione, accettare i difetti e lavorare su se stessi e utilizzare le proprie capacità al servizio della società e non esclusivamente del proprio ego. Torniamo coi piedi per terra… a livello pratico servirebbe un test attitudinale ai cittadini per poter andare al voto! Sai quale governate stai votando? Forse qualcosa migliorerebbe perché comunque qualcuno di onesto ancora c’è che parole COSCIENZA e BONTÀ’. Regalano una felicità ben più grande di ricchezza e bellezza.
Avrei una domanda per te Dafne, perché le donne ci fanno sempre le più belle domande?
Ringraziando Francesco per il suo quesito che racchiude un complimento, non divago oltre sulla differenza tra donne e uomini perchè potrei dire cose abbastanza crudeli su questi ultimi. Mi limito quindi a ringraziare e a gioire del fatto che esistono sempre le eccezioni.
Rimanendo -infine- in tema musicale vi invito ad ascoltare quest’album degno di NO.TA.
Ciao TuttoRock grazie mille e buona musica!
DAFNE D’ANGELO
Members:
Francesco Gaetano (Voce)
Rino Zizzo (Basso)
Corrado Frank Zerni (Chitarra elettrica)
Jvan Tagliabue (Batteria)
https://www.facebook.com/NO.TAfanpage