Torna “The Busking Contest” – Intervista alla direttrice artistica Cance
Si appresta a vivere la terza edizione The Busking Contest, l’unico contest in Italia per musicisti di strada.
Per chi volesse partecipare ricordo che il 23 Giugno si chiuderanno le iscrizioni, dunque avete tempo fino a quella data per inviare la vostra candidatura.
Nel frattempo ho voluto scambiare due chiacchiere con la direttrice artistica Giulia Cancedda a.k.a. Cance per farmi raccontare qualche novità a tal proposito.
Ciao Giulia nel chiederti cosa ci aspetta in questa nuova edizione partirei proprio dal nome, che fino a quella precedente era Lavagna Busking Contest mentre ora è cambiato in The Busking Contest. Come mai?
C’è stato questo cambio nome in virtù della crescita che sta avendo la manifestazione. Dato che quest’anno la cornice del contest non si limiterà unicamente alla città di Lavagna, abbiamo pensato di rinominarlo appunto “The Busking Contest”. L’aggiunta di una tappa di qualificazioni venerdì 26 Luglio a Chiavari, oltre a semifinali e finale sempre a Lavagna, è un simbolo che attesta l’ulteriore espansione del progetto, dopo il legame che si è creato con il Ferrara Buskers Festival nella precedente edizione. Altro segno della crescita è l’aver vinto un piccolo finanziamento messo in palio dalla regione Liguria. Si tratta di un bando denominato Lab Liguria aperto a progetti lanciati da giovani Under 35. Ci siamo aggiudicati questo finanziamento mostrando loro il nostro progetto ed il suo eventuale sviluppo che abbiamo in mente, con la conseguente capacità di promuovere ancor più il nostro territorio.
Com’è nato tutto ciò?
Riguardo la nascita del contest c’è da dire che a Lavagna esisteva un evento dedicato agli artisti di strada chiamato Festivart. Artisti di strada inteso in senso largo, si andava quindi dall’arte figurativa alla giocoleria ma quello che mancava era proprio la musica. Vedendolo, io che ero appena tornata da Londra dove avevo avuto le mie esperienza da busker e avevo partecipato anche ad un importante contest per buskers, ho detto agli organizzatori: “Ragazzi ma qua bisogna inserire anche i musicisti!” E così l’edizione zero del Lavagna Busking Contest è stata all’interno di Festivart. Non era inteso come un contest all’epoca ma fu la prima prova su strada di questa manifestazione. Poi sono venute le prime due edizioni con il format di contest vero e proprio, che hanno dato i loro frutti portando molte persone a Lavagna e successivamente è nato il sodalizio, nella seconda edizione, con Ferrara Buskers Festival.
Il contest è aperto anche a chi non è un busker?
Assolutamente sì! La mia idea è, oltre ad avere la partecipazione dei buskers di professione e che quindi hanno già una loro carriera in quest’ambito, quella di far provare l’arte del busking a ragazze e ragazzi che non l’hanno mai fatto prima. Io stessa mi sono basata su quella che è stata la mia esperienza a Londra, dove nell’approcciarmi a quest’arte inizialmente ero timorosa perché, specialmente in Italia, spesso viene vista con pregiudizio. Da noi infatti capita che non le si attribuisca il giusto valore. Sono convinta che The Busking Contest possa dare quindi non solo nuove emozioni agli artisti, che sperimentano questa esperienza, ma possa anche cambiare lo sguardo del pubblico. Il mio cuore si riempie d’orgoglio quando qualche amico mi dice: “Sai che adesso dopo aver assistito al contest ammiro e ascolto con molta più attenzione gli artisti di strada quando me ne trovo di fronte uno?”. La considero è una vittoria.
Nella tua veste di Direttrice Artistica pensi che possa averti aiutato il background maturato in questi anni all’interno della macchina organizzativa di Music For Change?
Senza dubbio. Già posso citarti Gennaro De Rosa (presidente di Musica contro le Mafie ndr.) con il quale spesso mi confronto e che rappresenta per me, seppur a distanza, un prezioso supporto. Music for Change mi ha aiutato sia dal punto di vista organizzativo sia nel modo di pormi con gli artisti. Da un lato perché essendo stata io in primis una partecipante a contest musicali sono a conoscenza di problematiche che possono venir fuori e quindi cerco di facilitare la vita agli artisti venendo loro incontro. Dall’altra parte però ho imparato a mantenermi alla giusta distanza poiché spesso capita che a dare un dito si possa perdere tutta la mano. Diciamo che Music For Change mi ha fornito complessivamente un bel bagaglio di esperienza.
Sul finire del 2023 hai dato alla luce il tuo album “Sublunare”, come sono stati i passi che ha mosso finora?
“Sublunare” ha fatto un po’ di strada e ne sono molto contenta, tenendo conto della breve durata di vita che hanno la maggior parte dei dischi al giorno d’oggi. Mi sento onorata per i riconoscimenti che ha ricevuto, come l’attestato di stima di Michele Monina che proprio in virtù di “Sublunare” mi ha inserito in un lotto di artisti emergenti da tenere d’occhio. Ma in generale sono soddisfatta di tutti i commenti in merito a quest’album, per il quale ho profuso moltissime energie. La speranza sarebbe di poter avere maggiore spazio per esprimere live tutto quello che è poi il lavoro che c’è dietro. Ci sono delle date in programma, mi piacerebbe potessero essercene di più, però in questo paese è sempre complicato trovare spazi per la musica inedita ed è un peccato poiché il la dimensione live è qualcosa che a cui tengo particolarmente. Sarebbe fantastico avere molte più opportunità per andare a portare in giro questo disco con tutta la band.
Intervista a cura di Francesco Vaccaro
Studente di Ingegneria delle Telecomunicazioni presso l'università La Sapienza di Roma, da sempre animato dalla passione per la musica. Nel 2012 entra nel mondo dell'informazione musicale dove lavora alla nascita e all'affermazione del portale Warning Rock. Dal 2016 entra a far parte di TuttoRock del quale ne è attualmente il Direttore Editoriale, con all'attivo innumerevoli articoli tra recensioni, live-report, interviste e varie rubriche. Nel 2018, insieme al socio e amico Cristian Orlandi, crea Undone Project, rassegna di musica sperimentale che rappresenta in pieno la sua concezione artistica. Una musica libera, senza barriere né etichette, infiammata dall'amore di chi la crea e dalle emozioni di chi la ascolta.