TOMMASO PRIMO – Intervista al cantautore napoletano
In occasione dell’uscita del nuovo album “Vangelo Secondo Primo”, ho avuto il piacere di intervistare Tommaso Primo, cantautore napoletano classe 1990.
Ciao Tommaso e benvenuto su Tuttorock, “Vangelo Secondo Primo” è il tuo nuovo album, da me molto apprezzato, com’è nata l’idea di questo concept?
Ciao Marco, grazie davvero. È un disco che era sepolto dentro di me da tanto tempo, è stata un’esigenza non solo autorale ma anche e profondamente umana. Quando sei bambino e perdi un genitore come è successo a me, l’ambiente circostante (famiglia, scuola) ti spinge a trovare nella religione delle risposte. Ma quel cammino a volte può tramutarsi in gabbia e non in sentiero. Ho capito che c’è differenza fra religione e spiritualità. La seconda è fondamentale per l’evoluzione umana.
Tu che rapporti hai con le religioni e la spiritualità?
La spiritualità è il futuro. La religione prova un po’ ad allontanarcene. La spiritualità è come l’ispirazione, una cosa divina, metafisica, sincera. La religione è politica.
Come nasce solitamente un tuo brano, da una parola, da un’idea, da un accordo o ognuno di essi ha una propria storia?
Da tutte le cose che hai elencato. I cantautori sono pescatori, l’iperuranio il mare, la metafisica, la penna e la chitarra canne da pesca. Arriva elettricità nei cromosomi e poi sta all’esperienza e al talento farne uscire una canzone.
La copertina da chi è stata realizzata?
Dal mio amico Francesco Filippini, come tutte le copertine dei miei album dal 2015 ad oggi. È un grande artista, dell’animazione e del disegno. È un onore essere affiancato da lui nel mio percorso musicale.
Quando e come ti sei avvicinato alla musica?
Da bambino comprarono una chitarra a mio fratello, non l’ha mai suonata! Finì però tra le mie mani e nonostante sia il peggior chitarrista del mondo, non mi ha più lasciato.
Cosa ti porti dentro dell’esperienza che hai vissuto a Londra nel 2019?
L’aver scritto un disco sulla chitarra di Bob Geldof. Ero ospite del suo produttore, Pete Briquette, gli chiesi una chitarra per scrivere e lui mi disse: “ti presto quella di Bob”. Londra è stata la mia salvezza. È una sirena, come Napoli, una sirena di fiume. Mi manca molto, mi manca il suo grigiore accogliente.
Quali sono gli artisti che apprezzi maggiormente?
Saramago, Orwell, Borges, Picasso, Michelangelo Buonarroti, Eduardo De Filippo, Joni Mitchell, Aretha Franklin, Raffaele Viviani, Bob Marley, Akira Toriyama. Ce ne sono troppi… ho un debole, inoltre, per quelli che scrivono capolavori nascosti, che per una moltitudine di cose non arrivano alle folle. Ogni volta che mi arriva il brivido di un’opera poco conosciuta (in tutti i settori dell’arte) la rendo partecipe della mia ricerca creativa.
Hai già programmato qualche esibizione live?
Ci stiamo preparando. Mi sento un po’ come Goku nella stanza dello spirito e del tempo.
Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà per chiudere questa intervista come preferisci.
La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone. Libertà non è uno spazio libero… libertà è partecipazione.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.