TOMMASO NOVI – Intervista al musicista, compositore e cantautore toscano
Ho avuto il piacere di intervistare Tommaso Novi, pianista, compositore, cantautore e musicoterapista pisano. Si forma in pianoforte e composizione. Detiene una cattedra di Fischio Musicale a Pisa e attualmente collabora con il Dipartimento di Didattica del Conservatorio di Musica “L. Cherubini” di Firenze con un suo progetto su questa disciplina. Ha inciso il suo fischio nelle colonne sonore di alcuni lungometraggi come “La Prima Cosa Bella” (di Paolo Virzì) e “Una Festa Esagerata” (di Vincenzo Salemme) lavorando a fianco del maestro Nicola Piovani. Dopo sei produzioni discografiche con il gruppo I Gatti Mézzi (2005 – 2016), incide un disco da solista nel 2017 “Se Mi Copri Rollo Al Volo” (Vrec – Warner Chappell) portandolo in giro per il paese in ottanta concerti. Ha collaborato con Paolo Fresu, Brunori sas, Zen Circus, Motta, Gipi, Paolo Migone, Ascanio Celestini, Banda Bardò. Il suo nuovo singolo, “Io sapevo nuotare”, è uscito sulle piattaforme digitali e in radio il 29 ottobre 2021.
Ciao Tommaso, benvenuto su Tuttorock, ti chiedo subito che riscontri stai avendo dal tuo nuovo singolo “Io sapevo nuotare”.
Ciao Marco! Sinceramente sono piacevolmente colpito perché da quando è uscito il singolo sto ricevendo moltissime attenzioni. Soprattutto mi fa molto piacere l’interesse ricevuto da quelle persone che mi scrivono o mi chiamano per dirmi “grazie perché hai dato un nome ad un dolore”. Questo mi sta commuovendo.
L’idea del video di chi è stata?
Il video l’abbiamo fatto in famiglia con Blackcandy, l’idea è stata di Leonardo Giacomelli, il produttore, ed è stato girato da Agustin Cornejo al Mandela Forum di Firenze. È un posto molto importante, un luogo magico ricco di colori, di storie, di principi e di persone a cui voglio molto bene. Era il posto perfetto. Nel video c’è mio figlio Furio che ha 10 anni, era molto importante per me fare questo lavoro insieme a lui.
Un video che ci fa vedere come i bambini possono insegnare molte cose agli adulti.
Mi fa piacere che tu dica questo, di sicuro loro si impegnano e ci meravigliano tanto, credo sia compito nostro quello di dar loro gli strumenti giusti. Loro sono ben equipaggiati e noi dobbiamo dargli delle cose importanti perché possano cambiare qualcosa.
Un brano nato quando e come?
È partito tutto quando abbiamo visto le foto di Alan Kurdi, quel piccolo bambino morto sulla spiaggia. Lì abbiamo dato il volto a qualcosa che si conosceva già ma, assorbendo quel fenomeno su un piano più profondo e guardando quella foto, è scattata una consapevolezza diversa. Mi sono sentito molto addolorato e impotente e quindi ho scritto un pezzo. Io scrivo canzoni per curare le mie ferite, non saprei fare diversamente.
Ho notato che la copertina segue lo stile di quelle dei precedenti singoli “Aria” e “Molto bello”, chi le ha realizzate?
Queste copertine sono frutto della follia di un nostro collaboratore, Lorenzo Buzzigoli, l’altro capo di Blackcandy. È un artista mancato che fa queste copertine pazze e soprattutto quella di “Aria” mi è piaciuta tantissimo. Un plauso a Lorenzo.
A proposito, questi tre singoli andranno a far parte di un album?
Sì, l’album si chiamerà “Terzino fuorigioco” ed uscirà a dicembre.
So che hai una cattedra di fischio musicale a Pisa, il fischio, uno strumento naturale e molto particolare che ti ha portato a lavorare anche in ambito cinematografico a fianco del maestro Nicola Piovani. Quando hai scoperto questo strumento e come hai fatto a farne una professione?
Il fischio è nato quando ero molto piccolo, ho sempre fischiato come un dannato, è stato addirittura un disagio ad un certo punto. Poi, quando dei miei amici mi hanno chiesto di insegnargli a fischiare, mi sono messo a ridere ed è partito tutto. Ho iniziato a lavorare su una serie di appunti, questi appunti sono diventati un libro e ad oggi sono il primo ad aver scritto un sistema didattico sulla fisiologia del fischio. In Europa sono l’unico ad insegnare il fischio, nel mondo, invece, ho scoperto da poco che c’è un insegnante in India.
Come si diventa un buon fischiatore?
Il fischio che insegno io è fatto protendendo le labbra chiudendole in un piccolo foro senza l’uso delle dita. Per imparare venite a lezione da me, scrivetemi a tommasonovi@gmail.com o sui social e io vi racconterò tutto. Fischiare è semplice, per farlo diventare uno strumento basta studiare ed applicarsi come si fa per tutti gli altri strumenti.
Un musicista che lavora al fianco di un mostro sacro della musica come Nicola Piovani come esce da quell’esperienza?
Ingrassato di 30 kg., volavo per aria. A parte questa grande gioia ed emozione nel lavorare con l’ultimo maestro vivente italiano delle colonne sonore d’autore è stato un motivo di grande orgoglio perché questa cosa del fischio è nata come una scommessa poi ha preso piede ed è diventata una cosa veramente importante.
Abbiamo parlato di quando nasce il Tommaso Novi fischiatore, invece quando nasce il Tommaso Novi musicista e quando quello cantautore?
Musicista a 5 anni, ho iniziato a studiare pianoforte da piccolissimo con studi classici che poi sono diventati jazz, blues, poi sono passato alla composizione al Conservatorio Cherubini di Firenze. Le canzoni sono arrivate quando avevo circa 25 anni, con i Gatti Mézzi, un progetto pazzesco che ho avuto e che ha dato vita a 6 dischi e a più di 700 concerti in 10 anni, è stata un’esperienza fantastica e lì ho iniziato a scrivere canzoni.
Tu sei anche musicoterapista, perché, secondo te, in Italia questa disciplina è ancora così poco diffusa?
Perché non abbiamo ancora un apparato legislativo che possa farne un lavoro serio. In Italia la musicoterapia assomiglia un po’ troppo alle clownerie da corsia. La musicoterapia dovrebbe essere qualcosa in più, purtroppo è molto difficile farla qui nel nostro paese. La mia esperienza è stata piccola, ho lavorato con l’autismo infantile e con le patologie degenerative della tarda età, ho visto cose meravigliose ma non si può ancora secondo me farne un lavoro decente, bisogna andare in altri paesi dove le cose funzionano meglio.
Che tipo di musica ascolti solitamente?
Ho un rapporto particolare con l’ascolto, c’è un ascolto di cuore, sincero, molto raro e una fase di ascolto sistematica che è diventata un esercizio formativo. Se fosse per me ascolterei poca musica, mi piace moltissimo la musica sinfonica, i nostri pianisti di inizio novecento, amo l’impressionismo, Debussy, mi piacciono tanto il rock ‘n’ roll, il boogie woogie, Lucio Dalla, Frank Zappa, Thelonious Monk, però ascolto poco. C’è un momento in cui mi forzo, l’ascolto diventa quasi una medicina e cerco di ascoltare cantautori non solo dei nostri posti. Ascolto molto Enzo Carella, un cantautore del passato, in concerto interpreto la sua canzone “Malamore”. Mi piace scoprire cose meno emerse, sto ascoltando Laszlo De Simone e poi vado ancora più nel piccolo, andatelo a cercare, Ernesto Fontanella, un autore che scrive cose meravigliose ma deve ancora emergere e sta per uscire con il suo primo disco, ricordatelo.
Il tuo sogno artistico più grande qual è?
Il mio grande sogno di sempre è fare l’attore di cinema, è una cosa che non ho mai coltivato a parte qualche bischerata da ragazzo. Se, per non so quale motivo, arrivasse Tarantino e mi dicesse: “Guarda, ho una parte per te”, lascerei tutto, il lavoro, la mia donna, piglierei ed andrei, prima di morire voglio fare l’attore di cinema (ride – ndr).
Hai qualche concerto in programma?
Ho due date di presentazione del disco di cui non posso ancora dire niente. Per “Se mi copri rollo al volo”, il primo disco che ho fatto al di fuori dei Gatti Mézzi, abbiamo fatto 80 date in tutta Italia, Questa volta mi piacerebbe, senza voler essere presuntuoso, suonare meno ma fare concerti un po’ più importanti, mi piacerebbe suonare a Milano e Roma nei posti giusti.
Come ti presenterai sul palco?
In trio, con Daniele Paoletti alla batteria e Mirco Capecchi al basso. La mia forma preferita è quella, io suono molto, lo vedo come un difetto, metto già tanta roba e basso e batteria servono ad incorniciarla bene.
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere quest’intervista?
Vorrei specificare che il disco è prodotto da Blackcandy Produzioni e sarà distribuito da Believe con Warner Bros Chappell Musica Italiana. I concerti sono venduti da Musiche Metropolitane e da Salty Music che sono i miei due agenti di booking. Red&Blue di Marco Stanzani è il mio ufficio stampa. Siamo una bella squadra, sono contento di questo disco e non vedo l’ora di suonarlo, un saluto a tutti e ci si vede sotto al palco!
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.