THE STRUMBELLAS – Intervista a Darryl James e Jimmy Chauveau
In occasione dell’uscita del nuovo album “Part Time Believer” (Glassnote Records), ho avuto il piacere di intervistare Jimmy Chauveau e Darryl James, rispettivamente cantante e bassista della band canadese The Strumbellas.
Ciao e benvenuti su Tuttorock, parliamo del vostro nuovo album, Part Time Believer, perché questo titolo?
Jimmy: Ciao Marco! Onestamente penso che si tratti solo del fatto che la vita, a volte, ti riservi un sacco di cose brutte, si tratta quindi di cercare di trovare quella fiducia in te stesso per superare tutto. La frase è presente nella canzone “Steal My Soul” e ha risuonato in tutti noi.
Come ha influito la pandemia su questo album?
Darryl: Penso che la pandemia ci abbia costretto a essere creativi in modi diversi. Ad esempio, quando non potevamo stare insieme, abbiamo iniziato a scrivere online, quindi abbiamo iniziato a fare una session nello stesso modo in cui stiamo facendo questa intervista su Zoom e tutti abbiamo iniziato a migliorare con software come Pro Tools, questi programmi di registrazione con cui abbiamo iniziato a scambiarci idee e costruire strutture sonore e suoni diversi con sintetizzatori, chitarre o bassi. Ci trovavamo in stanze diverse ma insieme fin dall’inizio e ci scambiavamo e-mail, alla fine è stato come stare nella stessa stanza e questo ci ha dato molto tempo extra perché non riuscivamo a trovarci di persona. Abbiamo scritto un sacco di canzoni ed esplorato diverse strumentazioni. Ad esempio io suonavo i synth su cose diverse mentre Jimmy stava esplorando armonie e chitarre, e anche John suonava il basso, era semplicemente un modo davvero unico di essere creativi. È stato diverso ma anche molto coinvolgente.
Durante la pandemia in Italia si diceva: “alla fine ne usciremo persone migliori”, ma le cose non sembrano essere andate così, le guerre, l’odio tra la gente, sembra che le persone non riescano più a dialogare senza combattere gli uni contro gli altri, voi, come musicisti, sentite la responsabilità di portare la pace tra le persone?
Jimmy: Penso che, parlando di concerti e cose del genere, io sia molto entusiasta di portare questa cosa in tour e diffondere i nostri messaggi là fuori mentre ci divertiamo. Dev’essere un posto dove le persone possono staccare la spina da tutti i social media e tutto quel genere di cose e semplicemente godersi il momento di essere lì con persone con cui potrebbero non essere d’accordo accanto a loro, ballando e cantando tutti insieme. Dobbiamo ricordare che siamo umani e speriamo di poter festeggiare insieme a tutti.
Darryl: La musica unisce le persone, è sempre un qualcosa che penso sia importante. Penso che questo disco parli dei problemi delle persone e che possiamo mettere da parte le nostre differenze e sapere semplicemente che siamo tutti sulla stessa barca. Stiamo tutti attraversando un periodo difficile e stiamo tutti lavorando duro per cercare di trovare amore e sostegno e siamo tutti semplicemente umani. E si spera che la musica ci aiuti ad essere in grado di vivere tutto questo e di connetterci attraverso essa.
Ho ascoltato l’album tantissime volte e mi è piaciuto moltissimo dall’inizio alla fine, anche se devo dirvi i miei due brani preferiti, Hold Me e My Home Is You ma ad ogni ascolto cambiano. Voi, se vi trasfromaste in un ascoltatore o un vostro fan, quali canzoni scegliereste?
Jimmy: Sarà dura per me risponderti, adoro tutto l’album, a dire il vero. Amo “Running Out of Time” e “Let Down”, sono due dei miei brani preferiti.
Darryl: Penso che siano “The Hurt” e “Steal my Soul”. Puoi vedere quanto sia stato difficile scegliere un brano, nemmeno io e Jimmy siamo sulla stessa lunghezza d’onda.
Come nasce solitamente una vostra canzone, da un riff, da una parola, da un ritornello?
Jimmy: Onestamente, questa volta, almeno per quanto riguarda il mio rapporto con gli altri nella band, è stato uno di quei momenti in cui ogni brano è nato da un posto diverso. A volte da un testo, a volte dauna melodia, a volte da un riff, a volte ancora da una linea di synth o un ritmo di batteria.
C’è anche una canzone che ha il nome di una città italiana, Firenze, potete dirmi qualcosa a riguardo?
Darryl: Beh, ovviamente quella canzone parla di una relazione un po’ unica. Onestamente, quel testo è nato semplicemente rielaborando alcune idee. Penso però che, istintivamente, abbiamo trascorso molto tempo in Italia, e abbiamo passato molto tempo sui treni che attraversavano l’Europa, sembra che i testi possano uscire come se uno non avesse intenzione di scrivere specificatamente su Firenze, ma è come se da qualche parte nella tua mente ci fosse un ricordo e ci fosse qualcosa che è lì e, quando inizi a mettere insieme la canzone è incredibile cosa può venirne fuori. Sembrava davvero che quella storia fosse quasi come un viaggio in una relazione diversa e, trovandoci in Italia e poter riflettere su questo, tutto si è riunito in modo naturale.
Parlando di una vostra canzone di qualche anno fa, quando scriveste “Spirits” avreste mai pensato che sarebbe diventata così popolare in tutto il mondo?
Darryl: Assolutamente no. Penso che prima che uscisse “Spirits” fossimo una band da 6 o 7 anni, e ci dicevamo cose come: “questo è il disco decisivo”, “se questo non cattura, non lo facciamo”, “Non so se possiamo andare avanti perché, sapete, abbiamo famiglie e cerchiamo semplicemente di guadagnarci da vivere”. E onestamente non sapevamo quale canzone avrebbe avuto successo. “Spirits” è stato un po’ come cercare di mettere piede nella porta per cercare di ottenere più successo radiofonico ma davvero non sapevamo che sarebbe stata quella canzone a farlo. Dal nulla “Spirits” è decollata e ha continuato a farlo. Ne ho sentito parlare molto da diversi artisti, è spesso la canzone che meno ti aspetti quella che poi va davvero bene.
Parlatemi un po’ dell’artwork di questo album.
Darryl: È opera di un artista incredibile che si chiama Matthew Jay. Ha già realizzato progetti anche per altri diversi singoli. È meraviglioso e sembra aver fatto un lavoro incredibile.
Jimmy: È un assoluto professionista in tutto. È stato magico.
Raccontatemi un po’ del tour, quando verrete in Europa e in Italia?
Darryl: Ovviamente si parla forse di alcuni festival quest’estate, so che c’è un certo interesse, ci stiamo lavorando. Non siamo sicuri che andrà in porto, ma faremo sicuramente un tour europeo in autunno, quindi speriamo di raggiungere il maggior numero di posti possibili. Onestamente, non vedo l’ora di tornare. Penso che ci sia tanta ispirazione, come artista, nel fare un tour in Italia e in diverse parti d’Europa, siamo entusiasti di tornare e speriamo che tutto possa scatenera un po’ di quella energia per continuare a scrivere nuovi brani.
A proposito, c’è una città, un paese, una tappa che ricordate in maniera particolare?
Darryl: Beh, personalmente Sestri Levante, è un posto davvero speciale. È stato uno dei nostri primi concerti quando siamo venuti in Italia per la prima volta ma, ad essere onesti, sai, non c’è davvero un brutto posto dove suonare nel vostro Paese. Ho molti ricordi divertenti, ho viaggiato lì anche prima della band e, “ci sei stato Jimmy? Sei mai stato in Italia? Hai già fatto un tour in Italia?”
Jimmy: Sfortunatamente no!
Darryl: Onestamente lo sento come un privilegio venire a suonare in Italia. È difficile credere anche solo che possiamo essere lì e avere il vostro sostegno, è surreale in molti sensi. Sono davvero molto emozionato.
Vi chiedo il momento migliore e quello peggiore della vostra carriera nella band.
Darryl: Ovviamente, uno dei momenti migliori è stato quando Jimmy è entrato nella band. È stato davvero incredibile per la dinamica del nostro gruppo, e aggiunge così tanto allo spettacolo dal vivo, è davvero divertente essere creativi. È stata una transizione meravigliosa e, onestamente, è un momento magico per tutti noi il fatto che stiamo ancora facendo musica e che Jimmy ne faccia parte. Quindi direi che il miglior momento sia proprio quello. Per quanto riguarda il peggio penso a quando sbagli mentre suoni dal vivo. Sai, sei là fuori, suoni più forte che puoi, commetti un errore e speri solo che nessuno se ne accorga, specialmente quando si tratta di un errore di gruppo, quando facciamo tutti un pasticcio allo stesso tempo è come fosse il fallimento più epico. Va un po’ meglio quando solo uno di noi sbaglia ma quando tutti dimentichiamo che dovremmo fare qualcosa succede qualcosa che ci fa pensare: “oddio, quanto potremmo riprenderci da questo errore?”
Direi che ce ne sono stati alcuni e quelli sono sempre momenti orribili.
È divertente pensarci ora, ma in quel momento è terrificante.
Conosco il problema perché suono il piano da solo, se sbaglio provo a sistemare tutto e spero che la gente non se ne accorga…
Darryl: In quel caso vivi un’esperienza terribile da solo, noi siamo in sei a dover recuperare, almeno si spera, ma da solo, amico, hai tutta la nostra solidarietà. È incredibile (ride – ndr).
Grazie mille per il vostro tempo, volete aggiungere qualcosa ai lettori di questa intervista e ai vostri fan?
Jimmy: Sì, solo grazie mille per averci ospitato. Siamo molto emozionati per il nuovo album e speriamo di venirvi a trovare molto presto ragazzi.
Darryl: È come se seguissimo i nostri dati, come se guardassimo tutti i luoghi in cui le canzoni vengono trasmesse e ascoltate e stanno andando molto bene in Italia. Siamo davvero onorati di poter avere l’opportunità di venire in Italia e far ascoltare la nostra musica lì quindi grazie mille, è davvero un onore.
MARCO PRITONI
** ENGLISH VERSION **
On the occasion of the release of the new album “Part Time Believer” (Glassnote Records), I had the pleasure of interviewing Jimmy Chauveau and Darryl James, respectively singer and bassist of the Canadian band The Strumbellas.
Hi and welcome to Tuttorock, Let’s talk about your new album, Part Time Believer, why this title?
Jimmy: Hi Marco! I think honestly, it’s about just life throws you a lot of bad things at times and it’s about kind of trying to find that belief in yourself to push through everything. The line came up in the song Steal My Soul, and it kind of resonated with all of us.
How did the pandemic affect this album?
Darryl: I think the pandemic forced us to be creative in different ways. Like when we couldn’t get together, we started writing online together so we started doing a session in the same way we’re doing this sort of Zoom. And we all started getting better with softwares like Pro Tools, these are recording software programs that we would start to exchange ideas around and build sound structure and different sounds with synths or guitars or bass. So we’d been in rooms together right off the top and maybe we were sending an email back and forth, but eventually we’d be like writing together in a room so this gave us a lot of extra time because we couldn’t get together. We compiled a whole bunch of songs in the process and we explored different instrumentation. I was playing synths on different things, and I know Jimmy was exploring like harmonies and guitars, and John was doing bass too so it was just a a really unique way to be creative. That was different but also super engaging in.
During the pandemic people said in Italy, “in the end we will be better people”, but things don’t seem to have gone that way, wars, hatred between people, it seems that people are no longer able to engage in a dialogue without fighting against each other, like musicians, do you feel a responsibility to bring peace among people?
Jimmy: I feel like about our gigs and stuff like that, I’m so excited to get this thing on the road and to get, like, our messages out there kind of thing and just have a good time. A place where people can switch off from all the social media and all that sort of stuff and just kind of enjoy the moment and be there, present with people they might not agree with next to them dancing and singing along. We’ve got to remember that we’re human and it’s hopefully we can just have a celebration together with everybody.
Darryl: Music brings it’s always something that I think is important, music brings people together. I think this record speaks to issues people have and we can put our differences aside and just know that we’re all engaged. We’re all having a hard time with certain things in life, and we’re all working hard and trying to find love and support and we’re all just being human. And music hopefully helps us to be able to, you know, live through that and connect through that.
I listened to the album many times and thoroughly enjoyed it from start to finish, although I have to tell you my two favorite tracks, Hold Me and My Home Is You but with every listen they change. You, if you turn into a listener or your fans, which songs would you choose?
Jimmy: It’s going to be tough for me right now. I love the whole, to be honest. I do love “Running out of Time” and “Let Down”. They are two of my favorites.
Darryl: I think it would be “The Hurt” and “Steal my Soul”. You can see how hard it was to pick a single, Jimmy and I are not even on the same page at all.
How does one of your songs usually originate, from a riff, from a word, from a chorus?
Jimmy: Honestly, this time, at least in terms of my relationship with the others in the band, it was one of those moments where every song came from a different place. Sometimes from lyrics, sometimes from a melody, sometimes from a riff, sometimes again from a synth line or a drum rhythm.
There is also a song that has the name of an Italian city, Florence, can you tell me something about it?
Darryl: Well, that one obviously that song’s just about a bit of a unique relationship. Honestly, that lyric came a little bit of just through riffing on some ideas. But I think, you know, instinctively, we spent a lot of time in Italy, and we spent a lot of time on trains going through Europe. So it’s like songwriting is unique in that way, where it feels like lyrics can come out like you’re not intending to write about specifically Florence, but it’s like somewhere in your mind there’s like a memory and there’s something that’s there. And when you start to piece together the song it’s amazing what can come from it. And it really felt like that story is just about like a journey in a different relationship. And being in Italy and being able to reflect on that, it just all sort of came together in a natural way.
Talking about one of your songs from a few years ago, when you wrote “Spirits” did you ever think that it would become so popular around the world?
Darryl: Absolutely not. I think before “Spirits” came out we had been a band for 6 or 7 years, and we were saying things to each other like: “this is the breakthrough record”, “if this doesn’t catch on, we’re not doing it”, “I don’t know if we can keep going because, you know, we have families and we’re just trying to make a living.” And we honestly didn’t know which song was going to be successful. “Spirits” was kind of like trying to get our foot in the door to try and get more radio success but we really didn’t know that song was going to do it. Out of nowhere “Spirits” took off and has continued to do so. I’ve heard a lot about it from various artists, it’s often the song you least expect that turns out really well.
Please tell me a little about the artwork of this album.
Darryl: It’s from an incredible artist called Matthew Jay. Basically he made up these designs for different singles on there as well, too. It looks so gorgeous and like, he’s done an incredible job.
Jimmy: He’s just been an absolute pro with everything. It’s been magic.
Tell me a little about the tour, when will you come to Europe and Italy?
Darryl: There’s obviously some talk maybe of some festivals this summer, I know that there’s some interest, we’re working through some of that. We’re not sure if that will work out, but we’ll definitely be doing a European tour in the fall so hopefully to as many places as we can get to. We just honestly, I can’t wait to come back. I think there’s so much inspiration as an artist to to tour through Italy and in different parts of Europe, we’re excited to get back and hopefully it’s going to spark some of those juices to keep writing even more.
By the way, is there a city, a town, a stage that you remember in particular?
Darryl: Well, personally, Sestri Levante was a really special spot. It was one of our first shows when we first went to Italy but to be honest, you know, there really isn’t a bad location to play in Italy. I have a lot of fun memories, I did some traveling there but kind of before the band and, “have you been there, Jimmy? Have you been to Italy? Have you toured through Italy yet?”
Jimmy: Unfortunately no!
Darryl: I just honestly feel like it’s just a privilege to be there and to play music in Italy. It’s hard to believe even possible that we can be there and have your support. It’s surreal in many ways. I’m so super excited.
I ask you the best and the worst moment of your career in your band.
Darryl: Obviously, one of the best moments is having Jimmy in the band. Jimmy has been just so incredible for our group dynamic, and he just brings so much to the live show, and it’s just so fun being creative with them. It’s just been such a wonderful transition and honestly, it’s just a magical moment for all of us that we’re still making music and Jimmy is part of that. So I would say that’s the best. As far as the worst, you know, it’s always the worst when you mess up apart playing live. You know, you’re out there just playing as hard as you can and you make a mistake and you just hope nobody notices, especially when it’s a group mistake, like, we all kind of mess up at the same time, that’s like the most epic failure. It’s a little bit better when it’s just one of us and you play through it, but when we all forget we’re supposed to do something and it’s like, “oh dear, how well can we recover from this mistake?” I would say there’s been a few of those and those are always horrible moments.
It’s funny to look back in, but in that moment it’s terrifying.
I know the problem because I play piano solo and if I do a mistake I try to adjust all and I hope people doesn’t notice about it…
Darryl: You have the most terrible experience alone. We have six of us to sort of hopefully recover from it, but by yourself, man, good on you. That’s amazing (he laughs – Editor’s note).
Thank you very much for your time, do you want to add something to the readers of this interview and to your fans?
Jimmy: Yeah, just thank you so much for having us and we’re so excited for the new album and hopefully come see you guys very soon.
Darryl: It’s like we follow our data, like we look at all of where the songs being streamed and listened to and it’s doing so well in Italy. And we’re just so honored that we can have have the opportunity to come to Italy and be have our music listened to there. So thank you so much, it’s just truly an honor.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.