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THE MONKEY WEATHER – Intervista al trio indie rock

THE MONKEY WEATHER – Intervista al trio indie rock

In occasione dell’uscita dell’album “Palazzo Britannia 107” (Ammonia Records), ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con i The Monkey Weather, trio indie rock di ispirazione britannica originario di Domodossola, in Piemonte, nato nel 2010 in seguito a un viaggio fra Liverpool e Londra sulle tracce dei Beatles.

Ciao ragazzi, benvenuti su Tuttorock, è uscito il vostro nuovo album “Palazzo Britannia 107”, un vero e proprio concept da me apprezzatissimo dove avete inventato dei personaggi ispirati da cosa?

Ciao, grazie per lo spazio che ci concedete e per i complimenti! Ci fa molto piacere che Palazzo Britannia 107 ti sia piaciuto! Effettivamente questo è un vero e proprio concept: il sottotitolo può essere l’elogio della normalità. Una sera parlavamo di come ormai, attraverso i social, non ci sia più una persona che fa cose normali. Tutti bellissimi, tutti felicissimi a fare cose straordinarie. Allora ci siamo chiesti: ma ci sarà ancora qualcuno che fa cose normali o dobbiamo inventarcelo?!

Da quella domanda, ispirati anche da The Green Village Preservation Society dei The Kinks ci siamo adoperati per inventarci questi personaggi che raccontano una storia, senza troppe morali o insegnamenti. Un po’ come i Racconti del Focolare dei Fratelli Grimm, cerchiamo di preservare queste storie di normale quotidianità, di raccontare l’impresa eccezionale di essere normale come avrebbe detto Lucio Dalla.

Sono già usciti 4 singoli, “Samantha”, “Tony”, “Noè” e “Matilda”, che riscontri avete avuto?

Possiamo dire molto buono! Ognuno ha avuto un impatto diverso: Matilda era la novità del sentirci cantare in italiano, Noè era uno strappo stilistico se così possiamo dire e Tony quello un po’ più potente. Samantha è fuori da pochi giorni, non abbiamo avuto ancora tanti feedback ma colpisce la grande orecchiabilità.

L’abbandono della lingua inglese la ritenete una scelta definitiva?

Non c’è niente che sia per sempre (cit). Abbandonare la lingua inglese è stata una scommessa nella necessità. Ci ha fatto maturare nel songwriting, nell’ascolto e nell’approccio ad un pezzo. Una sfida che ci ha lanciato il nostro produttore Alfredo Kappa Cappello a cui non sappiamo dire di no.

Quindi i vostri ascolti si sono orientati più verso il nostro paese o continuate ad essere assidui ascoltatori di musica d’oltremanica?

Come accennavamo, il passare dall’inglese all’italiano ha modificato anche i nostri ascolti abituali. Abbiamo ripreso molto il cantautorato e abbiamo scoperto molti artisti emergenti che altrimenti forse non avremmo notato. Abbiamo riascoltato album importantissimi spaziando da Dalla fino a Salmo, da Battisti a Willy Peyote, dai Bluvertigo a Motta; tutto con l’intento di entrare in una nuova fase compositiva, in una nuova ispirazione. Ma le cose che ci piacciono non le abbiamo abbandonate! Ci esaltiamo sempre per i singoli di Liam e dei Kasabian, seguiamo la carriera solista di Tom Meighan. Insomma, teniamo sempre care le vecchie abitudini e siamo sempre curiosi delle cose nuove.

La copertina è opera di?

La copertina è opera di Mr Beard al secolo Andrea Lenny Legnaioli. Ci piaceva molto il suo stile colorato e psichedelico e ci siamo entusiasmati all’idea di far interagire le nostre canzoni con la sua arte. Oltre la copertina ha disegnato tutti i protagonisti dell’album ed è stato emozionate vedere come i brani ispirassero la fisionomia dei personaggi. Siamo molto contenti della collaborazione!

Mi raccontate l’origine del nome “The Monkey Weather”?

Cercavamo un nome che rappresentasse noi e il nostro stile di vita. Quella sera, come spesso accade nella nostra bella Ossola, pioveva e faceva freddo. Ci chiedemmo “chissà come si dice fa un cazzo di freddo in inglese?!” e ci apparve qualcosa del tipo Cold Monkey Weather, cioè tipo “che tempo da lupi” come diciamo noi… lo abbiamo trovato calzante e rappresentativo.

Avete superato i 10 anni di carriera, immaginate di mettere le vostre esperienze, positive e non, su due diversi piatti di una bilancia virtuale, dove penderebbe l’ago?

Sicuramente dalla parte del YEAH! Abbiamo avuto la fortuna di vivere avventure fantastiche facendo la nostra musica. Di suonare in locali davanti a 5 persone e poi davanti a 5000. Abbiamo fatto 4 album, conosciuto un sacco di gente, preso e regalato un sacco di sorrisi. Si poteva fare di più? Sempre! Ma quello che abbiamo fatto lo abbiamo sempre fatto con il cuore.

Avete già pianificato il tour di supporto al nuovo album?

Riprendere dopo tutto quello che è successo non è facile. Stiamo capendo come muoverci. Abbiamo fatto la release dell’album e adesso stiamo pianificando le prossime mosse. Presto vi aggiorneremo!

Grazie mille per il vostro tempo, potete chiudere l’intervista come volete.

Grazie a voi per la vostra attenzione. Speriamo di incontrarvi ai nostri prossimi concerti per scambiare qualche chiacchera su Palazzo Britannia 107. Nel frattempo, se volete ascoltarlo, lo trovate su tutte le piattaforme. Scriveteci che ne pensate. A presto!!!

MARCO PRITONI