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THE LOYAL CHEATERS- Intervista su LONG RUN… ALL DEAD!

THE LOYAL CHEATERS- Intervista su LONG RUN… ALL DEAD!

In occasione dell’uscita del loro nuovo album “LONG RUN… ALL DEAD!” ho intervistato la band THE LOYAL CHEATERS.

Il rock potrà forse essere in declino, venire sfruttato nominalmente per fare successo nei talent show o bistrattato dalle major – eppure è sempre vivo nei cuori di tantissimi, alcuni pronti a riportare in auge sonorità anche classiche e con un occhio alla modernità: fulgido esempio di ciò sono i giovani Loyal Cheaters con il loro incandescente e divertente debut album Long run… all dead! che abbiamo già avuto modo di recensire. I ragazzi (Lena alla voce, Richie alla batteria, Max alla chitarra e Tommy al basso) hanno molto da raccontarci – scopriamoli in questa intervista…

Ciao ragazzi, è un piacere potervi intervistare: potete introdurre la band a chi ancora non vi conosce raccontando un po’ della vostra storia?
RICHIE: Ciao a tutti, noi siamo i Loyal Cheaters, un quartetto “turbo rock’n’roll“composto da Lena, Max, Tommy e Richie, formatosi poco prima della pandemia. L’idea è partita da me e Lena dopo una serata trascorsa tra musica live e birrette. Avevamo già capito cosa avremmo voluto fare, infatti da lì a pochi mesi iniziammo subito a comporre gran parte delle tracce che caratterizzano Long Run…All Dead! Qualche tempo dopo salirono a bordo per completare la formazione Max e Tommy e con loro terminammo anche il disco. Sfruttammo il periodo di lockdown per cercare un’etichetta e ultimare tutti i dettagli in modo da partire a 1000 una volta tornati alla normalità. Il nostro debut album è stato pubblicato il 18 febbraio 2022 sotto Dead Beat Records e ora finalmente possiamo presentarvelo live!

A quanto vedo vivete a parecchi chilometri di distanza – Lena in Germania e il resto della band in Italia: come riuscite a gestire gli impegni della band? Riuscite a organizzare delle prove in sala?
MAX: Siamo tutti molto laboriosi e cerchiamo di incastrare sempre tutto al meglio, ovviamente proviamo nei periodi in cui Lena è in Italia. Quando lei non c’è invece, lavoriamo sul nuovo materiale in remoto e ci troviamo comunque intanto noi maschi qui, per mettere giù la musica decisa e per non perdere il ritmo! 

Introduciamo il vostro nuovo album Long run… all dead – che ho parecchio apprezzato – partendo proprio dal significato del titolo: potete parlarcene?
LENA: Long Run… All Dead! non è solamente il titolo del nostro album e una citazione di J.M. Keynes, ma soprattutto è il motto dei Loyal Cheaters: tocca fare le cose (bene) ora, che ad aspettare mesi, anni, decenni la vita scorre veloce e magari siamo già sottoterra. Le canzoni racchiudono un po’ questa frenetica voglia di fare, di vivere il presente e soprattutto di libertà individuale. Non è mai troppo tardi per prendere consapevolezza del tempo che scorre, ma bisogna ricordarsi che la vita è una sola e nel lungo periodo, siamo tutti morti! Le tematiche delle canzoni dell’album orbitano attorno a questo pensiero: combattere i propri demoni e prendere consapevolezza della propria strada da affrontare.

Sono 10 brani – tra cui due cover ottimamente interpretate: vi è un collegamento, un argomento comune tra tutte le tracce?
TOMMY: Si! Uno dei nostri obiettivi, e ciò che cerchiamo di trovare sempre quando ascoltiamo un disco è avere un collegamento tra una traccia e l’altra, qualcosa che ti tenga attaccato allo stereo dall’inizio alla fine, un filo conduttore. Personalmente sono un grande fan dei concept album, in quanto una sorta di film in musica. Abbiamo cercato quindi di inserire questo filo conduttore all’interno del nostro album, sui temi che Lena ha accennato prima. Missione compiuta?

Abbiamo accennato alle cover presenti sul disco, rispettivamente degli Slade e dei Cheap Trick: sono brani che già avevate in scaletta e che avete poi voluto portare con voi in studio? Avete in programma anche altre cover da poter presentare dal vivo?
MAX: Lock Up your Daughters degli Slade e Surrender dei Cheap Trick sono due canzoni proposte da Lena e Richie, di due band che personalmente amo e che sono grandi punti di riferimento per la band. Le due cover erano già nella scaletta dell’album che mi diedero da studiare nel 2020 e ho amato il modo in cui avevano in mente di inciderle. In alcuni show presentiamo anche altre cover dei KISS, AC/DC e Sweet, vi invitiamo a venire a sentirci live per scoprire quali!

In tutto l’album si respira un’aria vintage, ritrovando riferimenti a grandi band degli anni 70 – dagli AC/DC agli Sweet, dai Blondie alle Runaways. A parte questi gruppi (e quelli già citati), avete riferimenti anche in musicisti più moderni?
TOMMY: Come si può sentire dal disco le influenze principali sono sicuramente quelle delle grandi band del passato, come hai detto tu dagli AC/DC alle Runaways, ma ci sono tanti altri musicisti moderni a cui prendiamo ispirazione, in primis gli immortali Hellacopters che sono una fonte di ammirazione per noi, in quanto rappresentano un punto saldo della musica Action rock underground. Ci sono tante altre band moderne a cui ci ispiriamo, come gli Hardcore Superstar o gli Airbourne rimanendo in campo Rock. Ascoltiamo tutti anche derivazioni del rock come il glam, hardcore, new punk and more.

Avete qualche aneddoto da raccontarci relativamente al percorso che vi ha portato a comporre e registrare questo album?
LENA: In realtà sì, esattamente il giorno e il motivo per cui i Loyal Cheaters sono nati! Era il 1° Maggio 2019, avrei dovuto fare una data molto interessante all’aperto con la mia band precedente. Last minute veniamo a sapere che la batterista della band cadendo si era rotta il c…oggice, per cui abbiamo dovuto preparare io e l’altra chitarrista una scaletta acustica rimediata poche ore prima del concerto. L’esibizione non è andata male, ma ovviamente l’energia era diversa da quella che avrebbe potuto essere un concerto elettrico. Sia chiaro, non era colpa di nessuno, è stata una grandissima sfortuna che ha lasciato l’amaro in bocca! Nel pubblico quel giorno c’era Richie, il batterista, con cui esisteva un’amicizia pregressa da anni. Abbiamo fatto due birrette dopo il live e confrontandoci sulle nostre ambizioni musicali, abbiamo capito di essere sulla stessa linea d’onda. La voglia di suonare non ci mancava sicuramente, e nemmeno la determinazione di fare qualcosa di più di una jam in sala prove. Quella sera non lo sapevamo ancora, ma sono nati i Loyal Cheaters!

Domanda marzulliana: il rock è davvero morto o ci sono ancora speranze?
RICHIE: Sono dell’idea che per rispondere a questa domanda bisogna prima di tutto definire che cosa si intende con la parola “ROCK”. Al giorno d’oggi, purtroppo, tutto può essere classificato come rock, avendo un outfit trasgressivo o semplicemente facendo una foto mentre si imbracciano due strumenti, magari con un po’ di eyeliner, basti pensare ai gruppi che escono dai talent e soprattutto al pubblico: fino alla sera prima nessuno sa cosa sia, il giorno dopo tutti rockers. Beh, se si intende questo per rock, allora son pronto a dire che non morirà mai, anzi è un sottogenere nuovo che stanno inventando proprio in questi mesi. Se però invece tu intendi quello vecchio, quello dove i musicisti ormai son tutti sulla settantina, quello che morde insomma, senza compromessi, beh ahimè, penso che stia andando verso il declino.  Son convinto che non morirà mai nei cuori degli amanti, però come si può ben vedere non c’è ricambio a livello di gruppi. Con questo non voglio nemmeno lontanamente addentrarmi in quei discorsi da “metallaro da tagliatellata della domenica” Per noi non è una moda, non lo è mai stata, semplicemente ci piace, ci divertiamo e lo stiamo facendo controcorrente nel momento più sbagliato!

Nello specifico per Lena: quali sono le differenze che noti principalmente tra la scena rock in Germania e quella Italiana, soprattutto per quanto riguarda la scena emergente?
LENA: Posso dire che dipende da regione a regione. Per esempio, in Assia, dove abito, secondo me manca un poco la scena underground rock, anche per mancanza di piccoli club. In altre città o regioni so esserci molto più fermento, anche se rimane un fenomeno non più mainstream, e ricordiamoci che in Germania il metal ha molto più seguito. In Italia abbiamo la stessa situazione, in alcune regioni o città c’è più movimento, anche grazie a club underground, piccole realtà culturali che poi invogliano le persone ad ascoltare musica, a fare delle band e scrivere musica propria. In Romagna non stiamo male, oltre ai locali è rimasta molto la cultura musicale e la voglia di andare a vedere band dal vivo!

E per concludere, i saluti: volete aggiungere qualcosa da comunicare ai fan ed ai lettori di TuttoRock?
LENA: Grazie a tutti voi per continuare a credere nel rock’n’roll, in tutte le sue forme.

SANTI LIBRA

Band:
Lena McFrison – voce e chitarre
Max Colliva – chitarre e cori
Tommy Manni – basso e cori
Richie Raggini – batteria

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