THE DEVILS – Intervista a Gianni Blacula e Switchblade Erika
In occasione dell’uscita del loro nuovo singolo “Beast Must Regret Nothing“, estratto dall’omonimo album in uscita il 23 aprile per Goodfellas ho intervistato i THE DEVILS.
Piacere di avervi sulle pagine di Tuttorock innanzi tutto, vogliamo iniziare a raccontare come vi siete avvicinati alla musica? I vostri primi ascolti quali sono stati?
ERICA: Ciao Maurizio piacere nostro, grazie mille. Ci siamo avvicinati al rock’n’roll in tenera età. Entrambi siamo cresciuti in zone malfamate e di conseguenza l’unico genere che poteva riempire i nostri vuoti, non poteva che essere qualcosa di estremamente selvaggio.
Come vi siete incontrati e la decisione di formare The Devils?
GIANNI: Avevamo degli amici in comune nell’ambito musicale. Vidi Erica la prima volta suonare il basso in una punk band, così la contattai su Facebook, logicamente per copulare, ma poi lei mi ha fatto capire che per non sprecare e impoverire quella pulsazione, l’unica cosa buona che potevamo fare era sublimarla nella musica e mettere su una band; e così è stato. Suoniamo insieme da 5 anni ormai e siamo arrivati a fare un terzo figlio, il nostro terzo album.
Chitarre tirate, ritmo ossessivo, un suono di grande fascino che rispecchia anche il tema intrigante che proponete come musica e visual, una visione sexy e trasgressiva, musicalmente parlando. Cosa volete trasmettere con questa forma artistica?
ERICA: Ci interessano gli eccessi, trasmettere i più reconditi segreti, istinti e desideri che abitano il nostro abisso. Con la nostra musica vogliamo provocare del sano priapismo, e come è nella tradizione rock’n’roll, far muovere il culo.
Siete in tour spesso all’estero, in effetti, come altre grandi band, è possibile dire che siete più famosi oltre confine che in Italia?
GIANNI: Si perché suonando di più all’estero fin da principio, abbiamo avuto modo di farci conoscere più facilmente oltre confine. Per quel che ne sappiamo l’Italia non è mai stato un paese votato al rock’n’roll, figuriamoci proprio ora che il rock’n’roll a livello globale forse è ai minimi storici. Qui c’è molto meno interesse e spazio per questa musica a differenza di altri paesi dove il rock’n’roll è parte integrante della loro cultura, poi in Italia c’è anche troppa puzza di Dio.
Siete stati in tour con tanti grandi gruppi da Jon Spencer a The Sonics, ricordi particolari o aneddoti da riportare?
GIANNI: Per noi Jon Spencer è una specie di divinità terrestre, quindi ti lascio immaginare l’immensa gioia e sbigottimento che abbiamo provato la prima volta che ci ha contattato per aprire i live ai Boss Hog; in seguito, abbiamo anche fatto da open act per il suo nuovo gruppo Jon Spencer and Hitmakers. Un ricordo particolarmente piacevole che abbiamo dei live con i Boss Hog, è che alla fine del loro concerto ci chiamavano sul palco a suonare insieme “Goo Goo Muck” di Ronnie Cook & The Gaylads, un pezzo del 1962 che i più conoscono per la versione dei Cramps. Dei live con i Sonics ricordiamo che i loro fans “fondamentalisti garage” quando ci vedevano salire sul palco in latex e con i nostri suoni spinti storcevano il naso, per poi ricredersi alla fine del nostro set.
Che esperienza è stata lavorare con Alain Johaness? Che ha portato anche il feat di Mark Lanegan? Immagino sia stato emozionante lavorare con un artista del genere ed anche una grande soddisfazione.
ERICA: È stato incredibile collaborare con Alain. Abbiamo praticamente vissuto insieme 24 ore al giorno per tutta la durata delle registrazioni, ci ha insegnato tanto sia nell’ambito musicale che dal punto di vista umano, è un genio degli strumenti a corda ed ha una sensibilità fuori dal comune. Inoltre, siamo diventati grandi amici, cosa che non ci aspettavamo. L’ambiente musicale è un mondo generalmente ostile, o quanto meno non si riesce mai ad avere dei solidi rapporti di amicizia al di fuori della musica. Alain è genuinamente un artista eclettico, è riuscito a tirar fuori il meglio da noi in questo disco senza snaturare il nostro sound, al contrario esaltandolo. L’idea di collaborare con Mark Lanegan è stata una delle sue grandi intuizioni. Quando ce lo disse, inizialmente, credevamo scherzasse, non avremmo mai immaginato che invece facesse sul serio, né tantomeno ci saremmo aspettati che Mark fosse così entusiasta di collaborare con noi. Sapere che il proprio lavoro viene apprezzato da leggende assolute come Alain e Mark è un’emozione difficile da descrivere a parole.
I due singoli rilasciati sono un succulento anticipo, cosa ci puoi raccontare del nuovo album in uscita ad aprile? Cosa aspettarsi?
ERICA: Questo disco, per chi già ci conosce, sarà un po’ una sorpresa. A differenza dei primi due lavori, registrati e missati in soli 3 giorni e con sonorità più punk, stavolta ci siamo presi tutto il tempo che ritenevamo necessario. Abbiamo dedicato 15 giorni esclusivamente alle registrazioni, il missaggio è stato fatto poi in seguito da Alain nel suo studio di Los Angeles. Abbiamo un po’ abbandonato le atmosfere trash che ci avevano accompagnato negli scorsi anni, virando verso nuovi orizzonti musicali che attualmente troviamo più stimolanti. Nel disco c’è anche un pezzo che abbiamo scritto e suonato insieme con Alain, cantato da lui; pezzo che chiude l’album e dà il titolo al disco.
In questo clima di incertezza senza, progetti futuri? Quando si potrà un tour? Avete già qualche data e luogo in mente?
ERICA: In questa situazione drammatica bisogna cercare di sfruttare ogni occasione che salta fuori per suonare, vivere alla giornata. Come ci è capitato lo scorso ottobre prima della seconda ondata del virus, siamo riusciti giusto in tempo a organizzare un tour in Svizzera, è stata l’unica occasione che abbiamo avuto di suonare in un intero anno. Abbiamo in programma un tour per maggio in Francia, Germania, Scandinavia, Svizzera e ci auguriamo tanto di riuscire a farlo.
Musica che vi piace ascoltare al momento?
GIANNI: Da qualche anno siamo diventati razzisti; ascoltiamo solo blues e soul dalle origini fino agli anni ’70, ma rigorosamente nero.
MAURIZIO DONINI
Band:
Gianni Blacula
Switchblade Erika
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.