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TARANTOLA – Intervista al fondatore Mauro Lacandia

TARANTOLA – Intervista al fondatore Mauro Lacandia

In occasione di “Original Terron”, nuovo singolo feat. Sabaman, pubblicato da The Sound of Everything e distribuito da The Orchard, ho avuto il piacere di intervistare Mauro Lacandia, fondatore nel 2018 della band reggae Tarantola.

Il viaggio della band ha inizio nella vibrante Londra, metropoli dove i Tarantola incontrano una variegata comunità di musicisti, artisti, produttori provenienti da ogni parte del mondo. Ed è in questo contesto che la passione dei Tarantola per la narrazione, i valori, le radici e i diversi stili musicali si accende.

La band coinvolge da subito una serie di musicisti di origini diverse e crea una vera e propria famiglia musicale. La musica che scaturisce da questa esperienza è una fusione di ritmi reggae moderni e melodie coinvolgenti unite ad influenze ritmiche, dialetto e suoni provenienti dal Sud Italia e dal Mediterraneo. Il sound si evolve, anno dopo anno, e travalica ogni sorta di confine. Sul palco i Tarantola combinano una grande energia a momenti più intimi di connessione con il pubblico. Il loro scopo è unire e ispirare le persone, creando in ognuno un senso di appartenenza che non dipende dalle origini.

Le loro elettrizzanti performance incantano luoghi e festival prestigiosi come il Koko di Londra, dove accompagnano The Feeder, Bestival, Hootananny, Arts by River Festival e molti altri palchi.

In questi mesi i Tarantola stanno lavorando al prossimo album intitolato One Blood che sarà pubblicato il prossimo autunno e sarà anticipato da una serie di singoli e videoclip che ospiteranno una serie di ospiti nazionali e internazionali.

Ciao e bentornato su Tuttorock, parliamo subito di questo singolo “Original Terron”, brano nato quando e come?

È nato circa un anno fa, dopo aver incontrato Stefano (Sabaman) in una serata Reggae/Dancehall in cui cantava Brusco a Londra. Ci siamo conosciuti e scoperto da subito di essere entrambi salentini. Il giorno dopo ci siamo incontrati in studio e iniziato a scrivere il testo e la melodia mentre ho lavorato a parte sulla produzione.

Che riscontri state ricevendo?

La reazione iniziale è stata migliore di quella che ci aspettavamo, finalmente vediamo i vari gruppi e artisti Reggae mostrare interesse e voglia di collaborare e questo era uno degli obbiettivi che ci eravamo fissati. Non mi aspettavo succedesse già con il primo singolo. Inoltre, vedo molto supporto non solo dalla gente italiana ma un po’ da tutti.

Il coinvolgimento di Sabaman dimostra ancora una volta come il progetto Tarantola sia una sorta di collettivo aperto ad ingressi da parte di artisti provenienti da varie culture musicali, proseguirete anche in futuro su questa strada?

Esatto, questa è forse la descrizione più giusta ricevuta fino ad ora. Tarantola è una famiglia che vuole allargarsi, includere ed invitare più gente possibile a collaborare, condividere per crescere insieme.

So che il brano andrà a far parte di un album, “One Blood”, quando uscirà?

L’album uscirà a novembre e sarà composto da 8 canzoni con una o due bonus tracks.

Nel frattempo, avete qualche data live in programma?

Suoneremo a Londra a giugno, luglio ed agosto, mentre stiamo programmando alcuni shows in Italia. Siamo in fase di progettazione, vogliamo suonare molto, ma vogliamo farlo nei posti giusti. Londra è grande, ma non ha molto senso suonare troppo spesso nella stessa città.

Il momento più bello e, spero non ci sia ma te lo chiedo ugualmente, quello più brutto del percorso dei Tarantola?

Il ritorno sul palco dell’Hootananny Sold Out dopo essere stato 9 mesi senza cantare a causa di un’operazione alle corde vocali. Quello è stato il periodo più difficile della mia vita. Ritornare sul palco con il nostro primo album nel 2019 con la platea piena di gente che cantava le nostre canzoni e con una band di nove persone è il ricordo più bello. È quel momento di rivincita, rinascita, che ti rimane impresso nella mente per tutta la vita.

Il momento più brutto è quando il Covid ci ha tagliato le gambe, il gruppo si era sciolto perché non aveva più stimoli, visto che non si poteva più suonare, ma ho ricostruito tutto con pazienza e duro lavoro. Il gruppo ora è fortissimo, le canzoni sono anche migliorate molto e si spera di continuare su questa strada.

Consiglieresti ad un ragazzo meridionale desideroso di intraprendere una carriera nel mondo della musica di trasportare lui stesso e le sue radici in un Paese straniero?

Se penso al risultato direi di sì, ma se penso a quanto lavoro duro, momenti difficili, solitudine e delusioni ho dovuto affrontare non saprei se sia la cosa giusta da consigliare. Ho un fratello di appena 18 anni che è già un grande musicista e il mio consiglio per lui è di trovare il modo di essere felice a casa. È comunque una domanda a cui non è facile rispondere, ci sono tantissimi lati positivi e tantissimi negativi. Quindi il mio consiglio più onesto è sì, se sei disposto a lottare e a soffrire per i tuoi sogni. Io lo ero e lo sono ancora.

Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere questa intervista?

Vogliamo mandare un abbraccio gigante a tutti i lettori di TuttoRock che ci supporta da un po’ e che apprezziamo molto.

Grazie mille per il supporto alla musica indipendente.

MARCO PRITONI

Band:
Mauro Lacandia (Italia, Salento) – Cantante, Autore e Produttore
Bruno Pinto (Brasile) – Basso
Erica Macchi (Italia, Pisa) – Cori e arrangiamenti
Alessandro Gugel (Venezia, Italia) Chitarre
Jermaine Alexander (Regno Unito, Essex) Batteria
Sabaman (Salento, Italia) DJ, MC, Autore e Produttore

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