SIMONA SEVERINI – Intervista alla cantautrice milanese sul nuovo EP “Ipotesi …
In occasione dell’uscita del nuovo EP “Ipotesi”, ho intervistato la cantautrice milanese dalla voce delicata e dall’anima soul Simona Severini.
Ciao Simona, benvenuta su Tuttorock, innanzitutto come va in generale questa ripartenza e come hai vissuto il periodo di lockdown?
Ciao Marco, grazie, la ripartenza sta andando bene, ho lavorato molto sul nuovo EP. Il periodo di lockdown è stato un po’ duro, l’ho passato da sola a Milano, completamente isolata, cercando però di tenermi occupata leggendo libri e ascoltando musica.
Parliamo di questo tuo EP “Ipotesi” uscito venerdì 10 luglio, tre inediti e tre cover, partiamo dagli inediti, “Ipotesi”, “Madre” e “Cuore”, sono brani autobiografici? Sono nati tutti nello stesso periodo?
Sono tutti brani autobiografici e sono stati scritti in periodi diversi. Parlano dei tre aspetti più importanti della mia vita, “Ipotesi”, il più recente, scritto circa un anno fa, parla della mia casa e della mia vita in generale, “Madre” parla dei miei genitori e “Cuore” parla di un mio ex fidanzato, sono tre pezzi che sono venuti da soli.
So che hai collaborato con Pacifico per questo EP, in che modo?
Sì, abbiamo fatto un po’ di sessioni di scrittura lavorando su vari pezzi e, di questi, due sono nell’EP, ovvero “Madre” e “Cuore”. Lui ha fatto una supervisione generale sulle strutture dei brani per cercare di migliorare alcuni aspetti della scrittura, sono andata da lui perchè sentivo di aver bisogno di fare qualcosa come uno scatto. È stato bellissimo e molto intenso, sicuramente ho capito tante cose dal suo modo di lavorare ed ho imparato tantissimo dal confronto con lui.
Veniamo alle cover, “I can’t make you love me” di Bonnie Raitt, “LOVE.” di Kendrick Lamar feat. Zacari e “Una mano sugli occhi” di Niccolò Fabi, c’è un motivo particolare perchè hai scelto questi brani e questi autori?
Sì, sono tutte canzoni alle quali sono molto legata. “I can’t make you love me” è un brano che ho conosciuto nella versione di Bon Iver e che ho ascoltato tantissimo, lo stesso vale per gli altri due brani, appartengono a due dischi che ho consumato, sia “Damn” di Kendrick Lamar che “Una somma di piccole cose” di Niccolò Fabi che, secondo me, è uno degli album più belli usciti negli ultimi anni.
Ho letto che hai registrato tutto in due pomeriggi e il risultato è ottimo, ti vengono sempre bene alla prima i brani quando li registri?
Di base io vengo dal live, nel senso che mi sono formata sui concerti, non nasco come musicista da studio. Ho iniziato ad andare in studio molto più tardi rispetto a quando ho cominciato a suonare, quindi mi trovo meglio e trovo più naturale fare cose di tipo live. Spesso le canzoni che registro mi vengono bene o alla prima o entro le prime due o tre versioni e, soprattutto, anche quando non è così, io di solito non le ricanto, o comunque le ricanto il giorno dopo. Quando registro, normalmente non faccio mai più di tre versioni di seguito perchè poi non viene più niente di spontaneo. In questo caso particolare, il produttore dell’EP Luca Mattioni ha cercato di riprodurre questa condizione per me, ha detto: “Tu sai fare questa cosa qui, vieni dal live, quindi cerchiamo di metterti nella stessa condizione in cui tu stai bene e sei a tuo agio e puoi dare il meglio”.
Scrivi prima i testi, nascono prima le melodie nei tuoi brani o dipende dai casi?
Dipende dai casi, però tendenzialmente vengono prima testi lunghi che non c’entrano niente con il finale, poi testo più melodia, poi canzone, di solito va così. Mi piacerebbe provare scrivere su una musica ma è una cosa che mi viene meno naturale.
Del brano “Ipotesi” esiste anche il video, puoi parlarmi un po’ di chi è stata l’idea e da chi è stato girato?
L’idea è stata del regista, si chiama Gigi Martinucci, ha fatto tutto lui, regia e fotografia. Il video è molto fedele allo sviluppo del testo, segue tantissimo lo sviluppo delle parole, cosa che a me è piaciuta tantissimo, perchè io do valore soprattutto al testo quando scrivo. L’idea di base del video è che sono io da sola in questa casa, che sarebbe casa mia, abbastanza vuota, non come la mia casa reale ma quasi, e tutte le cose che mi circondano non sono del tutto reali, per cui c’è tutta questa serie di disegni fatti con lo scotch, il letto, la chitarra, cose che si realizzano e poi scompaiono. Tutto il video gioca sul fatto che tutte le cose che mi circondano ci sono e non ci sono. Tra l’altro ci sono un sacco di parti in cui gli oggetti sfumano e questi effetti sono stati fatti a mano, con un’ottica anni 70. Sono molto contenta del risultato perchè è veramente molto legato a quello che volevo dire io, mi sono sentita molto capita.
Un paio di domande per chi non ti conosce, qual è stata la tua formazione musicale?
Io, di base, nasco chitarrista, ho studiato chitarra per tantissimo tempo, poi ho iniziato a cantare per passione e, per molti anni, sono cresciuta nel circuito del jazz anche se ho sempre fatto cose un po’ di nicchia in quell’ambiente, tipo musica contemporanea e musica improvvisata, cose molto diverse da quelle che faccio ora. Poi, ad un certo punto, ho iniziato a scrivere per hobby, per me, senza nessun tipo di aspirazione o aspettative, solo che ad un certo punto mi è piaciuto talmente tanto che ho messo un po’ da parte la carriera e il percorso da interprete che avevo fatto prima e ho iniziato a scrivere le mie canzoni.
Nei tuoi brani si sentono influenze jazz, soul, ma anche pop, quali sono gli artisti sia del passato che del presente che più ammiri e che più ti hanno influenzata?
Del passato direi decisamente Joni Mitchell, è quella che ho ascoltato di più. Del presente seguo tutta la scena R‘n’B, nu soul, quella in realtà più legata al jazz, come ad esempio Robert Glasper che, sicuramente, è un musicista che ha influenzato non solo me ma più o meno tutta la generazione di cui faccio parte io e ha impattato molto anche musicalmente su certe cose che faccio, anche se non si direbbe. Poi ti direi anche Bon Iver e Damien Rice.
Puoi raccontarmi la tua esperienza a Sanremo Giovani, hai bei ricordi?
È stata una bella esperienza, prima di tutto perchè è stata un’esperienza nuova, nel senso che è stata una cosa che non avevo mai fatto, ero molto incuriosita e mi è piaciuta, diversa ovviamente dalla dimensione dei concerti a cui sono abituata. Non sono abituata per niente ad un contesto televisivo però è stata una cosa molto divertente e quindi ho un bel ricordo di essa.
Ti chiedo di un’altra esperienza importante, l’8 marzo del 2019 hai cantato davanti al Presidente della Repubblica, che emozioni hai provato in quei momenti?
Quella è stata veramente una cosa emozionante, di base sono una persona che non si agita tanto e anche prima dei concerti sono molto rilassata e mi diverto. Da fuori il Quirinale può sembrare molto istituzionale, invece è un posto molto accogliente, anche lo staff delle persone che ci lavorano è estremamente accogliente, l’unica cosa che mi ha resa un po’ tesa ed emozionata è stata la presenza del Presidente della Repubblica, si sente il peso del suo ruolo, di quello che rappresenta, a livello emotivo è stato molto forte, anche per le altre persone che erano lì a parlare e a fare altre cose durante la cerimonia.
Come pensi di portare dal vivo questi nuovi brani, hai già programmato qualche live?
Ho rimandato un tour un po’ più esteso a dopo l’estate, per adesso ho uno showcase al Giardino della Triennale a Milano, di base penso che li porterò in giro da sola o al massimo in duo.
Prima mi hai detto che hai iniziato a scrivere canzoni senza particolari aspettative, adesso hai qualche sogno in particolare?
Il mio sogno in particolare è scrivere, per me il pezzo più bello è quello che devo ancora scrivere, quindi di base il mio sogno è scrivere canzoni belle.
Per finire, grazie del tempo che mi hai dedicato, vuoi dire qualcosa a chi leggerà questa intervista?
Voglio solo ringraziare te, chi ha già ascoltato l’EP e chi ha letto fin qui questa intervista.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.