SIGH – Intervista al cantante e polistrumentista giapponese Mirai
In occasione dell’uscita del nuovo album “Shiki” (Peaceville Records / Audioglobe), ho avuto il piacere di intervistare Mirai, voce e polistrumentista della leggendaria band avantgarde metal/black metal giapponese Sigh.
Ciao Mirai, benvenuto sulle pagine di Tuttorock, parliamo di questo nuovo album della tua band Sigh, “Shiki”, come sta andando?
Sorprendentemente ha ricevuto delle grandiose reazioni. Ovviamente sono soddisfatto al 100% di come si è rivelato l’album, ma spesso ciò non ha nulla a che fare con ciò che la gente ne pensa. E questo è un disco molto ma molto personale, quindi non mi aspettavo nulla, tuttavia, le reazioni sono state davvero eccezionali.
Parlami un po’ del significato del titolo, “Shiki”.
La parola “Shiki” ha molti significati in giapponese, come “tempo di morire”, “quattro stagioni”, “cerimonia”, “direzione di un’orchestra”, “morale”, “colori” ecc. I temi principali dell’album sono i primi 2, vale a dire tempo di morire e quattro stagioni. Ora ho 52 anni e sfortunatamente la morte è diventata qualcosa di molto reale. Ovviamente i Sigh hanno avuto a che fare con la morte sin dall’inizio, ma non è altro che una fantasia quando hai 20 o 30 anni. Era come un film dell’orrore. Ma ora alcuni amici hanno iniziato a morire e ho perso mio padre a luglio, il che significa che devo affrontare la morte come qualcosa di reale. Questa volta volevo esprimere nudi sentimenti sulla mia paura di invecchiare e della morte. E se la vita ha quattro stagioni, avere più di 50 anni dev’essere come un tardo autunno. L’inverno sta arrivando molto presto e, naturalmente, la primavera dopo non verrà più. “Shiki” ha anche il significato di una nota personale in giapponese, il che dimostra come questo album sia davvero molto personale.
L’album, secondo me, è un capolavoro metal e adoro davvero tutte le canzoni. Quali sono state le tue sensazioni quando l’hai ascoltato per la prima volta per intero?
Posso facilmente dire che si è rivelato esattamente quello che volevo o forse anche meglio delle mie aspettative, il che è molto molto raro per i Sigh. Di solito all’inizio ho un ideale in testa poi, una volta che la registrazione ha inizio, comincia ad allontanarsi da quell’ideale che avevo a causa dei limiti tecnici dei musicisti, ma questa volta, con super musicisti come Fred e Mike, non ho subito frustrazioni per questo. Hanno anche aggiunto le proprie idee alle canzoni e hanno portato l’album al livello successivo. Apprezzo molto il loro coinvolgimento.
Una canzone dei Sigh nasce da un tema, da un riff, da una melodia, da un’improvvisazione in sala prove o ogni canzone ha una sua storia?
Dipende. A volte viene per primo un tema. A volte nasce da un riff o da una melodia. Per quanto riguarda il mio assolo di organo, è fondamentalmente basato su un’improvvisazione ma non scriviamo mai in sala prove. Lo facevamo prima, forse fino a “Infidel Art”, poi ho scritto la maggior parte delle canzoni da solo. Una volta che scrivo una canzone, la programmo su MIDI e continuo ad ascoltarla per vedere se scorre abbastanza bene. In caso contrario, in seguito ci rimetterò mano, continuerò ad ascoltarla e ripeterò le operazioni finché non sarò soddisfatto al 100% del risultato.
Come sono state accolte dal vivo le nuove canzoni?
Finora abbiamo suonato “Mayonaka No Kaii” e “Shoujahitsumetsu”, e sorprendentemente entrambe sono state accolte bene. Suoneremo anche “Kuroi Kage” quando saremo headliner.
Oltre a te, a Dr Mikannibal e Satoshi Fujinami hanno suonato Frédéric Leclercq dei Kreator e il batterista statunitense Mike Heller dei Fear Factory e dei Raven, come mai hai chiamato loro?
Ho iniziato a scrivere le canzoni per l’album all’inizio del 2020, che è coinciso con l’inizio della pandemia. Non pensavo quindi che saremmo stati in grado di riunirci in uno studio musicale per provare o per registrare l’album. Questo è stato il motivo per cui sono entrato in contatto con Mike, perché sapevo che aveva il suo studio e poteva fare tutto a casa sua e, ad essere onesto, volevo lavorare con musicisti senza limiti tecnici. Come ho detto prima, è sempre stata una delle mie più grandi frustrazioni. In realtà il nostro chitarrista avrebbe dovuto registrare le sue parti una volta che Mike avesse finito di registrare la batteria, tuttavia, ha iniziato a comportarsi in modo strano a causa del lockdown o per qualcosa del genere. Ci sono volute 3-4 settimane solo per rispondere alle mie e-mail e i file che mi ha inviato erano tutti orribili, quindi ho dovuto lasciarlo andare. Conosco Fred da molto tempo, gli piace il Giappone, viene spesso qui e, ogni volta che lo fa, usciamo molto insieme. Inoltre, come sai, è un grande chitarrista / bassista e lui e Mike hanno già avuto un progetto insieme, allora, mi sono detto, perché no?
Le idee per l’artwork e i video sono tue?
L’artwork si basa su una poesia della tradizione giapponese, che è una delle ispirazioni del concetto di “Shiki”. La poesia è stata scritta circa 800-900 anni fa e descrive la scena in cui un vecchio osserva i fiori di ciliegio spazzati via dal forte vento primaverile. Il fiore di ciliegio è molto bello ma è anche simbolo di fragilità in quanto scompare molto velocemente in una sola settimana, sta ad indicare che il tuo periodo di massimo splendore è breve. Il vecchio identifica i petali nel vento con sé stesso, ovvero sa che deve morire molto presto. Ho pensato che fosse davvero intrigante raffigurare qualcuno di 800 – 900 anni fa che avesse lo stesso pensiero di noi ora. Tante cose sono cambiate in 800 – 900 anni. Ora abbiamo Internet, l’intelligenza artificiale ecc., ma la paura della morte non cambia mai. E come vedi, l’artwork rappresenta perfettamente la poesia.
Il video di “Mayonaka No Kaii” è basato sulla mia esperienza molto inquietante. Per farla breve, ho vissuto la mezzanotte due volte in una notte. Potete leggere i dettagli alla fine del video o nel booklet dell’album. Il video è stato realizzato da Costin Chioreanu, gli ho spiegato l’accaduto e lui ha catturato perfettamente la sua atmosfera sinistra! Questa è la rappresentazione perfetta della mia esperienza.
Sono passati quasi 30 anni dal primo album “Scorn Defeat” nel 1993, pubblicato dall’etichetta Euronymous, hai qualcosa in mente per festeggiarlo?
Sì, se ne parla. Se richiesto, faremo qualcosa, come ad esempio riprodurlo nella sua interezza.
Com’è l’attuale scena metal nel tuo paese?
Ad essere sincero, non lo so! Ora ho 52 anni e non è più facile tenere il passo con la scena locale. Credo ci siano molte giovani band promettenti, però.
Avete in programma un tour europeo e, se sì, verrete anche in Italia?
Suoneremo con gli Anaal Nathrakh a Londra il 14 dicembre. Stiamo parlando degli altri paesi in questo momento e speriamo di visitarne il più possibile!!
Grazie mille per il tuo tempo, vuoi aggiungere qualcosa per chiudere questa intervista?
Grazie a te per l’intervista. Immagino che “Shiki” sia un album che solo l’io cinquantenne avrebbe potuto fare. Non ce l’avrei fatta a 20 o 30 anni, o addirittura a 40. Mi sono sempre chiesto che senso avrebbe avuto fare un album metal estremo a più di 50 anni, perché è una musica nata come cultura per i giovani. Penso che “Shiki” sia una risposta alla mia stessa domanda.
MARCO PRITONI
**ENGLISH VERSION**
On the occasion of the release of the new album “Shiki” (Peaceville Records / Audioglobe), I had the pleasure of interviewing Mirai, voice and multi-instrumentalist of the legendary Japanese avantgarde metal/black metal band Sigh.
Hi Mirai, welcome to the pages of Tuttorock, let’s talk now about this new album by your band Sigh, “Shiki”, how is it going?
Surprisingly the album has been getting a lot of great reactions. Of course I am 100% satisfied with how the album turned out to be, but often it has nothing to do with what people think of it. And this is a very very personal album, so I was expecting nothing, however, the reactions have been outstanding.
Tell me a little about the meaning of the title, “Shiki”.
The word ‘Shiki’ has a lot of meanings in Japanese such as time to die, four seasons, ceremony, conducting an orchestra, morale, colors etc. The main themes for the album are the first 2, namely time to die and four seasons. Now I am 52 and unfortunately now death has become something very real. Of course Sigh have been dealing with death from the very beginning, but it’s nothing but a fantasy when you are 20 or 30. It was like a horror movie. But now some of the friends started passing away and I lost my dad in this July, which means I have to face death as something real. This time I wanted to express naked feelings about my fear of getting old / fear of death. And if life has four seasons, being over 50 must be a late Autumn. Winter is coming very soon and of course Spring will not come after that. Also ‘shiki’ means a personal note in Japanese, which implies that this album is a very personal one.
The album, in my opinion, is a metal masterpiece and I really love all the songs. What were your feelings when you listened to the complete album for the first time?
I can easily say it turned out exactly I wanted, or maybe even better than my expectation, which is very very rare for Sigh. Usually I have an ideal in my head at first, but then once the recording starts, it begins to stray away from the ideal I had because of the technical limitations of the players, but this time, with super musicians like Fred and Mike, I didn’t have to get frustrated with that. They even add their own ideas to the songs and brought the album to the next level. I truly appreciate their involvement.
A Sigh song comes from a theme, a riff, a melody, an improvisation in the rehearsal room or does each song have its own story?
It pretty much depends. Sometimes a theme comes first. Sometimes it’s a riff or a melody. As far as my organ solo goes, it’s basically based on an improvisation. But we don’t write in the rehearsal room. We used to do that before, maybe up to “Infidel Art”, but after that I write most of the songs on my own. Once I write a song, I will program them on MIDI and keep listening to it to see if it flows well enough. If not, I’ll rearrange it and keep listening to it. I repeat that until I am 100% satisfied with the result.
How were the new songs received live?
So far we have played ‘Mayonaka No Kaii’ and ‘Shoujahitsumetsu’, and surprisingly they both were received well. We will also play ‘Kuroi Kage’ when we headline.
In addition to you, Dr Mikannibal and Satoshi Fujinami played Frédéric Leclercq from Kreator and US drummer Mike Heller from Fear Factory and Raven, why did you call them?
I started writing the songs for the album in early 2020, which was also the beginning of the pandemic. So I didn’t think we’ be able to gather in a music studio to rehearse or record the album. That was a trigger that I got in touch with Mike as I knew he had his own studio and could do everything at his own place. And to be honest, I wanted to work with musicians with no technical limitations. As I said above, it was one of my biggest frustrations. Actually our guitarist was supposed to record his parts once Mike finished recording the drums, however, he started acting strange because of the lockdown or something. He took 3 – 4 weeks just to reply my emails and the files he sent to me were all horrible, so I had to let him go. I know Fred for a long time. He likes Japan and often visits here. Whenever he is here, we hang out a lot. And you know he’s a great guitarist / bassist and he and Mike did a project together before, then why not?
Are the artwork and videos ideas yours?
The artwork is based on a Japanese tradition poem, which is one of the inspirations on the concept of “Shiki”. The poem was written around 800 – 900 years ago, and it describes the scene where an old man watches the cherry blossoms being blown off by the strong Spring wind. The cherry blossom is very beautiful but it is also a symbol of fragility as it goes away very quick like in a week. It implies that your heyday is short. The old man identifies the petals in the wind with himself, who has to die very soon. I thought it was really intriguing somebody from 800 – 900 years ago exactly felt the same as we do now. So many things changed over 800 – 900 years. Now we have the Internet, AI etc., but the fear of death never changes. And as you see, the artwork perfectly visualizes the poem.
And the video for ‘Mayonaka No Kaii’ is based on my very eerie experience. Long story short, I experienced midnight twice in one night. You can read the details at the end of the video or in the booklet of the album. The video was made by Costin Chioreanu. I explained what happened to me and he perfectly captured its sinister vibe! This is the perfect visualization of my experience.
Almost 30 years have passed since the first “Scorn Defeat” album in 1993, released by Euronymous label, do you have anything in mind to celebrate this?
Yes, there are some talks about it. If requested, we will do something like playing it in its entirety.
How is the current metal scene in your country?
To be honest, I don’t know! Now I am 52 and it’s not easy to keep up the local scene anymore. I believe there should be a lot of promising young bands though.
Are you planning a European tour and, if so, will you also come to Italy?
We will play with Anaal Nathrakh in London on December 14th. We are talking about the other countries right now. We hope to come to as many countries as possible!!
Thank you very much for your time, do you want to add something to close this interview?
Thank you for the interview. I guess ‘Shiki’ is an album, which only 50-year-old me could make. I couldn’t make it when I was 20 or 30, or even 40. I always wonder what is the point in making an extreme metal album when I am over 50 as it was born as the culture for youth. I think ‘Shiki’ is an answer to my own question.
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.