Now Reading
SHINEDOWN – Intervista a ERIC BASS a Firenze Rocks 2018

SHINEDOWN – Intervista a ERIC BASS a Firenze Rocks 2018

Shinedown Eric Bass

Ciao Eric, e grazie del tempo dedicato, amo gli Shinedown da sempre e Vi considero una della band migliori al mondo. Attention Attention è un album che ho trovato bellissimo, nella recensione gli ho dato il massimo dei voti. Ho colto un suono più duro e potente rispetto i lavori precedenti, a cosa è dovuta questa evoluzione?
E’ stato un lavoro che abbiamo voluto consciamente più pesante, è uscito dopo un periodo particolarmente difficile per noi. Brent veniva da problemi di alcoolismo, io da una profonda depressione che mi aveva portato a non riuscire più ad uscire di casa. Come produttore ed autore della maggior parte dei brani, ho quindi ritenuto fosse meglio registrare un album che avesse una carica particolarmente forte e fosse rappresentativo di quello che avevamo passato assieme.

Le 14 tracce del disco sono state scelte in una rosa di 22, che criterio avete usato? Le restanti 8 verranno inserite in un prossimo album?
Attention Attention è un concept album, racconta una storia, per cui quando ho scelto le 14 canzoni che sono entrate a farne parte, ho avvertito la necessità che dessero vita ad un disco omogeneo, che seguisse un suo filo logico. Come in ogni album ci sono momenti alti e bassi, ma quello che per noi era importante è che ci fosse omogeneità nel raccontare questa storia. Per quanto riguarda i pezzi che non sono entrati nella tracklist, noi scriviamo un disco per volta, nel tempo abbiamo messo assieme un archivio di 40-50 canzoni, che probabilmente nessuno mai sentirà.

Attention Attention è il vostro primo concept album, incentrato sul superare i propri problemi interiori, la negatività, il dolore, c’è qualcosa di autobiografico nel tema?
E’ assolutamente biografico, parla di come si può cadere fino al punto più basso per poi risalire in superficie. Dopo il tour di Amaryllis ci siamo ritrovati ognuno nella propria casa senza avere nulla da fare, e questo ha fatto riaffiorare i nostri demoni interiori, la dipendenza di Brent da alcool e droghe, la mia depressione, che come ti dicevo, non mi lasciava uscire di casa. Abbiamo quindi deciso di scrivere un disco che parlasse di noi, delle nostre storie.

Attention Attention mi pare prosegua ed approfondisca il discorso intrapreso con Threat to Survival, sui pericoli interni, i mostri che stanno dentro l’uomo.
Ci sono sicuramente dei tratti in comune tra i due album, ma penso che questo sia il disco ‘trionfale’, con cui celebriamo il fatto di esserci lasciati dietro i problemi che avevamo. Questi erano già affiorati n Threat to Survival, ma sotto un punto di vista completamente diverso; mentre lì ‘raccontavamo’ i nostri demoni, qui li ‘vinciamo’.

In questo album Ti sei cimentato anche come produttore, volevate ottenere un maggiore ‘controllo’ sulla produzione?
Si è trattato di una evoluzione naturale per quanto mi concerne, avevo già prodotto varie tracce in passato, come Cut the cord. Arrivati a ¾ della realizzazione di Attention Attention, parlando con Brent, abbiamo deciso che forse potevo prendere in mano tutta la produzione, non per avere maggior potere. Si è ritenuto che invece che far diventare pazzo qualcun altro a fare questo disco, tanto valeva diventassi pazzo io stesso.

Devil è la vostra dodicesima canzone ad arrivare al primo posto nella Billboard’s Mainstream Rock Songs, siete al terzo posto di sempre (Three Days Grace e Van Halen sono a 13).
E’ una grande, enorme, soddisfazione, perché quando ero ragazzino uno dei miei idoli era proprio Eddie Van Halen. Oltretutto noi siamo amici sia dei Van Halen, che dei Three Days Grace, quando ero ragazzino non avrei mai pensato che un giorno avrei potuto avere questa sorta di riconoscimento, faccio ancora fatica a crederci.

Il vostro primo tour fu subito con band del calibro di Van Halen, Seether, Three Doors Down, ora siete assieme agli Iron Maiden, come è cambiato il vostro approccio live?
Il nostro modo di salire sul palco si è sicuramente evoluto nel corso degli anni, prendendo anche spunto dalle band con cui siamo stati in tour. Ma la cosa che penso sia più importante è che noi non andiamo sul palco per farci vedere, ma perché il pubblico sia con noi, vogliamo essere un corpo unico con i nostri fans, fare questo tutti i giorni è per noi avere realizzato un sogno.

Il rock è stato artefice di grandi movimenti, di ideali, di lotta, di ribellione, pensate che ancora oggi la musica, ed il rock in particolare, abbiano ancora messaggi da lanciare agli uomini?
Il rock non può concedersi il lusso di essere qualcosa di falso, è nato per dare sensazioni vere e vivere di sentimenti forti, finché ci sarà qualcuno che porterà in giro questo messaggio, il rock sarà sempre, innanzitutto, una forma di ribellione, ma anche un mezzo potentissimo per divulgare messaggi che nella nostra idea è debbano essere positivi ed indirizzare i ragazzi nella giusta direzione.

MAURIZIO DONINI

Credits: si ringrazia Warner Music Italia, Live Nation e Le Nozze di Figaro per la gentilissima disponibilità ed assistenza.

Band:
Brent Smith – voce
Zach Myers – chitarra
Eric Bass – basso
Barry Kerch – batteria

http://www.shinedown.com
https://www.facebook.com/Shinedown
https://twitter.com/shinedown
https://www.youtube.com/user/ShinedownTV
https://instagram.com/shinedown
http://smarturl.it/ThreatToSurvival
http://www.shazam.com/artist/20154395/shinedown ​​
https://www.tuttorock.net/recensioni/shinedown-attention-attention