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SHARASAD – Intervista alla rock band emiliana

SHARASAD – Intervista alla rock band emiliana

Ho avuto il piacere di intervistare gli Sharasad, gruppo rock nato a Modena nel 2019. Il progetto ha inizio in una piccola sala prove nella quale, da un’idea di Lorenzo Balestrazzi, Lorenzo Corcione (chitarre), Gabriele Campioli (voce), Edoardo Cavalletti (basso) e Filippo Ferrari (batteria), nasce la curiosità e la volontà di scrivere ed arrangiare brani inediti in grado di unire le diverse influenze rock, stoner, indie e british dei membri.
Sharasad è un viaggio notturno in un locale fumoso, mentre scorrono diapositive di nottate spese per le strade alla ricerca di reietti con una storia da raccontare: figure di donne, simili a vedove nere, che tessono spesse ragnatele tutto intorno; pesanti auto americane che si scrollano via la sabbia del deserto, sfrecciando verso le ultime ore del giorno.
Sharasad è una danza frenetica, convulsa, incontrollabile.
Nel 2022 vengono pubblicati i primi 5 singoli della band.

Dopo “Obsidian Chase”, “Odysseus” è il nuovo singolo degli Sharasad, pubblicato da Overdub Recordings e distribuito via Ingrooves (Virgin Music) /Universal.

Ciao ragazzi e benvenuti su Tuttorock, “Odysseus” è il vostro nuovo singolo, com’è nato?

Ciao Marco, grazie per il tuo tempo. Odysseus ha un percorso di creazione che abbiamo cercato di mantenere per tutto il nuovo album. In primis c’è la ricerca del suono, dello scheletro che vogliamo dare al disco; in sala prove, ci concentriamo poi sui riff di chitarra e basso, suonandoli ripetutamente tutti insieme in una sorta di jam session per improvvisare le linee ritmiche e melodiche. Per ultimo viene il testo: l’identità e il messaggio della canzone sono per noi chiari sin dall’inizio, dalla prima nota, le parole, invece, vengono scritte solo nella fase finale a struttura completa, come completamento di un immaginario, di un viaggio che ogni canzone vuole scatenare.

Che riscontri state avendo?

È una canzone che sintetizza molto bene questo nostro momento musicale, un pezzo che suoniamo dal vivo già da un anno e che ha sempre suscitato molta curiosità e coinvolgimento durante i concerti. Un bel banco di prova, insomma, per le registrazioni del disco: non è semplice portare l’energia del palco in una sessione in studio, siamo molto contenti del risultato. C’era aspettativa nei “fedelissimi” che ci seguono dal vivo, sembra siano rimasti tutti soddisfatti e vogliosi di risentirla live.

La copertina da chi è stata realizzata?

Tutte le grafiche dei singoli e del nuovo album sono state realizzate da Mattia Fundarò, un amico con una creatività fuori dal normale. Ha questo dono di comprendere con un ascolto della canzone, dell’album e poche tue parole di fare centro. Quando ti affidi, per qualsiasi supporto, ad una persona esterna non ha senso forzare troppo la mano con le indicazioni: tanto varrebbe fare tutto da soli. Mattia ha un gusto preciso, molto particolare e che a noi piace tantissimo. Amiamo le copertine e le locandine dei concerti dei Queens of the Stone Age: anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo voluto un “matrimonio” artistico con una persona della quale ci fidiamo molto e che ci possa accompagnare in tutta la parte artistica che da sempre va a braccetto con la musica rock.

Il brano, insieme al precedente singolo “Obsidian Chase” farà parte del vostro disco d’esordio che uscirà quando?

Entrambi i singoli sono estratti da Tales from The Rabbit Hole, il nostro primo album che uscirà il 18 Ottobre via Overdub Recordings.

Potete anticiparci qualcosa a proposito delle altre tracce?

Ogni traccia è un racconto in prima persona: 9 personaggi (9, come le tracce) raccontano altrettante storie diverse, il filo conduttore sono gli elementi. Non quelli naturali canonici, come terra e vento, bensì elementi che scatenano le pulsioni dell’essere umano: elettricità, sangue, fumo, tempesta, ecc.. Come pannelli di una scenografia che si alternano, questi fanno da sfondo a 9 storie raccontate da eroi che hanno vissuto passato, presente e futuro e ambiente completamente diversi l’uno dall’altro. La parola eroe non vuole essere un’accezione positiva, è il protagonista di un mondo misterioso e oscuro, dove eroismo è sinonimo di eccesso, di furore e di astuzia, un mondo labirintico. L’eroe campeggia come un enigma maestoso, un grande punto interrogativo che ci mette di fronte a domande inquietanti sul senso più profondo dell’esistenza e ci spinge a viaggiare in territori più estremi della nostra vita, ai confini dell’essere umano. Come Ulisse.

Quando e come nasce la band Sharasad?

La band è nata nel 2019 dalla voglia di mettere alla prova la nostra passione per la musica. Eravamo già molto amici prima di suonare insieme e una sera al pub è esplosa questa voglia, necessità di esprimere appunto questa passione. Anche se con nessuna/pochissima esperienza a livello strumentale, abbiamo provato fin da subito ad esprimerci seguendo un flusso di improvvisazione. Inizialmente non c’era un obiettivo predefinito, erano sessioni di prove all’insegna del divertimento e della passione per la musica. Con voglia e costanza abbiamo continuato questo progetto finché, complice la coesione venutasi a creare, hanno preso forma le prime idee.

Ci piace pensare che lo stile e il sound sono in costante evoluzione, procedono solidali alla evoluzione tecnica e personale di ogni membro e del gruppo in sé. Anche le varie influenze musicali, precedenti e contemporanee alla formazione della band e alla loro condivisione tra di noi hanno sicuramente ispirato l’esplorazione di nuovi suoni e stili musicali.

C’è una band in particolare con la quale vi piacerebbe condividere un palco?

Sicuramente aprire un live dei Queens of the Stone Age ad un bel festival europeo è uno dei nostri sogni nel cassetto.

A proposito di live, avete qualche data in programma o aspetterete l’uscita dell’album?

A Settembre ricominciamo con i concerti dal vivo, ma siamo concentratissimi sulla data di uscita dell’album del 18 Ottobre: abbiamo organizzato, per la sera stessa, un release party con lo storico club di Modena, il Vibra, coinvolgendo due band che rispettiamo molto, Le Pietre dei Giganti e gli Ziqqurhat che suoneranno con noi in questa bellissima serata, una notte di divertimento e dove daremo tutto per chi ci ha sempre seguito in questa bellissima avventura.

Grazie mille per il vostro tempo, volete aggiungere qualcosa per chiudere questa intervista?

È stata un’intervista veramente interessante, grazie Marco per il tuo tempo, a presto.

MARCO PRITONI