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SGRÒ – Intervista al “cantautore domestico”

SGRÒ – Intervista al “cantautore domestico”

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Ho raggiunto telefonicamente Francesco Sgrò, in arte solo Sgrò, definito “cantautore domestico”, dopo l’uscita del suo primo singolo “In differita”. Ecco cosa mi ha raccontato.

Ciao Francesco, benvenuto sulle pagine di Tuttorock, prima di tutto, ti chiedo come va in generale.

Ciao Marco, piacere! Ero per strada ed ha iniziato a diluviare, comunque io mi sento ancora in fase 1, la mia emotività non va di pari passo con i decreti del governo. Pian piano mi sto abituando a rifrequentare gli altri dopo 70 giorni chiuso in casa da solo ed è dura!

Durante la quarantena è nato il tuo primo singolo, “In differita”, vuoi parlarmi un po’ del processo di scrittura e di registrazione del brano?

A dire il vero questa canzone è nata anni fa e l’abbiamo registrata un po’ di tempo fa. L’abbiamo fatta uscire in questo periodo ma era già in programma da tempo. 3 o 4 anni fa sono andato da un produttore artistico che mi piaceva come lavorava, si chiama Andrea Ciacchini, gli ho proposto alcune canzoni, abbiamo lavorato ad esse, le abbiamo registrate e sono pronte da un po’.

Il video è praticamente un cortometraggio animato che illustra la storia di un cowboy e della sua dama, di chi è stata l’idea e chi l’ha realizzato?

Il video è stato realizzato da Pietro Borzì, è stata una sua idea e a me piaceva il fatto che non ci fossi io ad ingombrare la canzone con la mia faccia, non avevo voglia che fosse tutto autobiografico. Lui ha optato per fare un video animato in collaborazione con una illustratrice molto brava, Giulia Conoscenti. Mi ha proposto questi due personaggi e mi ha trovato subito d’accordo perchè non si incontrano nell’attualità cowboy e dame. Proprio questo rende sia la canzone che il video più condivisibile perchè sono personaggi al di là del tempo. Sono contento perchè è un bel risultato di Pietro che, insieme a Giulia ha fatto un ottimo lavoro, non direi mai “sono contento per una roba mia”, mi imbarazzerebbe troppo questa cosa.

Cliccando sul link per accedere al tuo sito appare un mini-gioco sull’amore dove la protagonista è sempre la coppia del video, è stata tua anche questa idea?

L’idea è stata mia, tutta la mia biografia si basa sul fatto di essere stato per molto tempo chiuso in riferimento alle canzoni. Non le facevo sentire nemmeno ai miei migliori amici, tanto che la prima volta che hanno sentito la mia voce è stato quando ho pubblicato “In differita”. Come tutti quelli che fanno canzoni ho iniziato in adolescenza, poi mi sono chiuso per molti anni, ora c’è stato il momento dell’apertura e, proprio pensando a questo concetto di apertura e chiusura, mi era venuto in mente di aprire un sito di incontri dove far atterrare l’ascoltatore di Sgrò. Poi, chiaramente, il sito di incontri non potevo farlo per mille ragioni ed ho optato per questo love test sperando che possa far avvicinare le persone al mio immaginario emotivo ma anche autoironico.

Che riscontri stai avendo da questo singolo?

Parto da zero, sono tuttora a livello zero, quindi tutto quello che ottengo e ricevo mi sembra qualcosa di inaspettato. Le persone mi scrivono e sono contento dei riscontri, chiaramente, essendo una canzone che ho scritto anni fa, non riesco a non essere sincero e devo dire che in quella canzone sono sì io ma ora sono già altrove.

Sei uscito con il primo singolo a 30 anni compiuti, mi racconti il tuo percorso musicale prima di arrivare a questo tuo primo brano?

La mia vera formazione è avvenuta nell’adolescenza. Il mondo si divide in chi parla e in chi si fa parlare dagli altri, io appartenevo a quelli che si facevano parlare dagli altri. Ad un certo punto, a 13 anni, incontrai le canzoni e mi sembrò di trovare il mio mondo in cui potevo finalmente parlare e non essere parlato. Io sono ancora quello quando mi avvicino a qualsiasi cosa, ho bisogno di trovare spazi in cui riesco ad essere me stesso. Per adesso, la canzone vista come forma d’arte riesce a farmi esprimere. Ero un nerd della canzone d’autore, comprai tutta la discografia di De Gregori, Guccini, De Andrè, Battisti, Rino Gaetano, Claudio Lolli e altri, li ascoltai all’inifinito, intanto studiavo pianoforte e chitarra e da lì è venuto tutto spontaneo come un’esigenza comunicativa per dire al mondo che esistevo anch’io e non solo quelli che urlano.

Tu sei nato a Lucca ma ti sei trasferito per motivi di studio a Bologna, hai intenzione di tornare in Toscana o continuerai a vivere nel capoluogo emiliano?

Voglio restare ancora qui, la Toscana mi manca e mi piace questo fatto ma voglio abitare a Bologna.

Tu ti definisci, o ti hanno definito, un cantautore domestico, una volta che sarà possibile ti esibirai su un palco o continuerai a cantare dalla tua stanza?

Mi piacerebbe spostarmi sopra ad un palco dove però devo trovare il coraggio di mantenere e trasportare la mia intimità domestica. Non sarò uno di quelli che saltano da destra a sinistra, poi, se dovesse capitare, accoglierò volentieri quel cambiamento. Mi auguro di poter suonare dal vivo perchè oramai è l’unico modo per potersi sostenere economicamente. La definizione di cantautore domestico me l’ha data un mio amico, tornando al discorso di prima, dicevo a qualche amico caro che scrivevo canzoni ma non le facevo ascoltare a nessuno, stavo solo in casa e allora lui mi disse: “allora sei un cantautore domestico”. Mi piace come definizione perchè è autoironica, ci sono quelli che si presentano come cantautori e se la tirano, io preferisco avere un altro atteggiamento.

Qual è la tua definizione di isolamento?

A dire la verità ho molti amici, non so se questo voglia dire che io sia socievole o meno. Funziono bene a tu per tu, mi diverto anche in gruppo ma preferisco la dinamica che mi permette di essere visto dagli altri e di vedere. Quando sono in gruppo tendo ad appassire e non so ancora bene perchè. A me piace stare da me, mi rendo conto di starci molto di più di altre persone ma ho spesso bisogno di quelle due ore in cui vado a tuffarmi in mezzo alla gente, due ore che mi servono per riconnettermi con gli altri.

Prima mi hai parlato di avere pronti alcuni brani, hai in programma un disco?

Sì, ho lavorato a varie canzoni con questo produttore artistico ed altri musicisti e sono pronte. Non ho un’etichetta ma potrebbe uscire prima o poi una raccolta di queste canzoni.

Qual è il tuo più grande sogno musicale?

Te ne dico uno da spettatore e uno da non spettatore. Da spettatore mi piacerebbe che Vasco Rossi o Zucchero facessero un live per poche persone in acustico, una cosa che non faranno mai ma non vedo l’ora, magari quando saranno vecchi, di poter assistere a un concerto loro solamente con chitarra e voce in un teatro perchè mi sembrano veramente due grandi interpreti. Il mio sogno da autore di canzoni è di scrivere un brano con un grande big, confrontarmi con esso, imparare qualcosa, riuscire ad incontrarlo e sentirmi a mio agio. Mi piacerebbe lavorare anche con uno come Gianluca Grignani.

Grazie mille per il tempo che mi hai dedicato, vuoi dire qualcosa ai lettori di questa intervista?

Grazie a te Marco! Mi fa molto piacere e mi stupisce che una persona possa aver voglia di ascoltarmi e intervistarmi. Piacerebbe anche a me intervistare te e i lettori, per ora è andata così, magari un giorno sarò io ad intervistarvi, ciao!

MARCO PRITONI