SERENA ALTAVILLA – Intervista alla cantante
In occasione dell’uscita del suo nuovo disco “MORSA” abbiamo intervistato la cantante SERENA ALTAVILLA.
Pronto Serena sono Leonardo DeLarge di Tutto Rock, disturbo?
Ciao, assolutamente.
Buon pomeriggio, cosa fai di bello?
Guarda stavo lavando a terra, ho finito da poco, stavo dando la candeggina. Da dove mi chiami?
Da Trani, vicino in Bari in Puglia.
Wow bella Trani ci sono stata l’anno scorso o due anni fa, bella bella bella. La cattedrale spicca madonna, meravigliosa.
Mentre tu dove vivi?
Io abito a Prato sono di Prato, Toscana.
Non distiamo tanto.
Assolutamente, col pensiero siamo vicinissimi.
È la musica che avvicina tutti, accorcia le distanze. Poi il cielo che guardiamo è sempre lo stesso. Allora Serena partiamo con le domande: il tuo primo singolo Epidermide è secondo me un brano dal sound non facilmente definibile, ti accarezza l’anima perché c’è questa parte di percussioni che parla da sola e il testo è una danza poetica. Com’è nato il brano?
Allora l’idea iniziale è quella di una lotta, un contrasto, una rissa a rilento qualcosa di cui sei stanco, una stanchezza nel lottare che ti sfinisce così tanto fino all’abbandono, questo segue la canzone. La batteria ritmica è eccezionale, è opera di Alessandro Cau. Il produttore Marco Giudici ha guidato e interpetrato i mondi di tutti i musicisti che sono tanti incredibili ed eccezionali, e il batterista in questione ha dato il massimo. In tutti i brani del disco ci sono così tanti musicisti incredibili e appassionati che hanno dato molto.
Serena come ti sei iniziata al canto? Da autodidatta o prendendo lezioni?
Allora cantare è un istinto che ho sempre avuto, ho sempre cantato non vedevo l’ora di andare a lezione, e niente mi sono alternata tra lezioni private, ho cambiato sempre insegnante e sono stata fortunata perché ne ho avute tanti davvero brave e bravi insegnanti e nulla, dopodiché è una cosa che sento di voler fare da sempre, ho sempre cantato molto.
Mi ha colpito molto la canzone che hai cantato coi i Calibro 35, sono fortissimi, sono un gruppo strumentale di nicchia che viaggia tanto, contano un sacco di concerti tenuti all’estero. Come ti sei ritrovata a incidere questo brano con loro?
Allora con i Calibro ci siamo incontrati mi pare nel 2012 e io già conoscevo Enrico e Luca e nulla è stato amore a prima vista, perché cantare con loro è stata un’esperienza potente e leggera insieme, è stato bellissimo, li ringrazio di tutto, te ti riferisci al brano “il tempo che non ho vissuto mai”?
Sì, tratto dal film indipendente.
Esatto, è stato molto divertente, il testo è stato scritto con Patrizio Giuffredi che è la persona con cui ho scritto i testi di Morsa il mio disco in uscita, quindi è tutto un giro che torna.
Siete la stessa famiglia musicale.
Sì, anche il regista del video di Epidermide, sì nel senso che gli intrecci sono molti e i talenti anche. Ognuno apporta il suo, questa è la storia di queste canzoni.
Beh, sì credo che ogni brano ha una sua storia, dalla singola traccia da quella che spopola per anni, c’è in tutti del lavoro e amore dietro. Serena, che rapporti hai coi social? Come li vivi?
Allora io ho fatto l’adolescenza senza, dopo sono nate la chat, ricordo My Space che era molto divertente era una specie di social, intelligente e fatto bene, potevi ascoltare la musica… era fatto in modo semplice. Era divertente e utile per la musica. Sui social ho fatto fatica ad approcciarmi, sono un po’ timida è mi sembra invadente come spazio, come piattaforma. Questa comunicazione rapida e tutto questo parlare e parlare…
Il punto è se parli così tanto on line quando ti vedi poi di cosa parli? Di cose già dette per iscritto?
Sì, infatti, ho vissuto i social come satellite per i miei gruppi e la musica, rimangono una bacheca, all’inizio nel 2005/2006 andavamo attaccando i volantini, adesso è tutto in digitale, li uso con sincerità. Sono un mezzo promozionale, una realtà a tutti gli effetti. La vivo così cosà li uso per promuovere la mia musica.
Serena al momento in questi giorni, in queste settimane, in questi mesi, che musica stai ascoltando?
Mmm… allora fammi pensare. Ultimamente sto ascoltando il disco dei Sangue Misto tutt’intero non l’avevo mai ascoltato. Un gruppone che non avevo mai ascoltato prima, il disco è del 92’ del genere hip hop e rap, è il primo disco per intero italiano hip hop, c’è anche Neffa dentro.
Ah anche non sapevo.
È un discone, in questo periodo loro.
Non l’avrei mai detto perché i tuoi brani sono di tutt’altro genere, non avrei mai pensato che tra le tue influenze ce anche il rap.
Mah sai è come una giornata, non puoi riproporre mai la stessa cosa, diciamo che provi a fermare quello che ti piace di più. Ma ascolto tutti i generi.
Inoltre, impari tanto.
Ma scherzi, però sai mi viene in mente che in questo disco abbiamo usato strumenti come violino o clarinetto, marimba e anche percussioni come quasi a farli sembrare campioni. Il senso è quello che uno strumento come clarinetto violino o quello che è si percepisca come elettronico o viceversa, dopodiché abbiamo usato le voci come campione, un piccolo coro lavorato come un campione. L’hip hop non si sente. Poi, comunque nell’hip pop ce il soul, nel soul ce in funky, poi ce il jazz quindi il rock, capito è un percorso infinito. Come fai a non essere influenzato da tutto?
Uno tiro l’altra, tutti i generi hanno quel gene che li accomuna tutti.
Non ci sono regole, non metto bandiere. Un’altra roba che sto ascoltando tantissimo è una cantante jazz scandinava anni ‘60 Karin Krog, davvero eccezionale. Questo per dire che ascolti quello con cui riscontri risonanza in quel momento, se un giorno è la primavera di Vivaldi poi passi al metal va bene lo stesso.
Non esiste un genere che diresti “quel genere no”.
No, non lo dico, non lo penso proprio.
Sei eclettica, prendi influenze da tutto è bellissimo.
Wow grazie mille.
Secondo te quale sarebbe un modo per tornare a fare concerti?
Non ho le conoscenze per rispondere a questa domanda, ma ho la speranza che con la mascherina e all’aperto si possa fare, ovviamente distanziati. Spero che un inizio ci possa essere, che il treno riparta.
Tipo non so se lo sai se sai in Inghilterra a gennaio si è tenuto un concerto dei Flaming Lips, un gruppo neo-psichedelico americano, che per rispettare il distanziamento sociale hanno pensato di eseguire uno show in completa sicurezza con musicisti e pubblico, dentro delle bolle dotate di tutti i comfort tipo ricambio di aria fresca, speaker supplementari per ascoltare meglio la musica, bottiglia d’acqua e asciugamano oltre cartelli per far sapere se si aveva troppo caldo o la necessità del bagno. Fu a mio parere una valida alternativa e rimedio.
Ah, non sapevo! Io non ci andrei non ha senso, ma è senza dubbio un’esperienza qualcun altro si diverte.
Certo non è come un concerto vero e proprio dove ce il pogo, il contatto e lo scambio d’energia da vicino. Serena il tuo disco Morsa esce il 09 aprile, parlami un po’ dell’album, quante tracce? In che formato uscirà?
Allora l’album uscirà il 9 in digitale e cd, dieci tracce.
Wow escono ancora i cd!
Si è spero anche di fare il vinile sarebbe bellissimo, la copertina è di Jacopo Benasi un artista della Spezia, un fotografo che già da fine anni ‘80 spacca i culi, questo per dire che tutto il disco è lavorato con tanto amore da persone eccezionali e bravissime, da tanti talenti e ciò mi rende felice.
Il vinile sta andando tanto…. Poi la musica è nata in vinile. Del tour si sarà ancora nulla? Toccherà tutt’Italia? Mi permetto di chiederlo perché alcuni artisti hanno già date per il 2022.
Per ora non si sa ancora niente, non saprei però spero che anche in versione ridotta anche in giro solo in due, spero si possa fare, vedremo. Bisogna navigare a vista.
Vabbè intanto esce il tuo disco è queto è importantissimo. Voglio dire Battisti dagli anni ’70 iniziò sfornare dischi senza tournée.
Ahahaha, sì infatti, volevo fare questo disco, pieno di sorprese e di cose molto belle che si scoprono via via, si sente la produzione delicatissima. Poi già nel momento che registri il destino del brano è di mutare e avere altre forme, queste prendono vita anche tramite i concerti. Però una forma già ce l’hanno.
Hai altro materiale per progetti futuri? Che hai in mente?
Guarda devo mettermi con concentrazione, non ci ho ancora pensato.
Ti verranno nuove idee, l’appetito vien mangiando.
Che in puglia parecchio poi.
Ahahahah.
Mi piacerebbe anche un album di remix.
Eh perché no. Stasera impegni?
Guarda sono stata a registrare un’intervista e suonare, ora ho pulito e penso che la mia giornata andrà verso l’aperitivo, perché oggi sono libera, domani lavoro faccio la baby sitter. Comunque salutami il mare spero di tornare presto a Trani.
Certo, spero tanto il tuo tour tocchi la puglia, se passi a suonare da queste zone mi faccio trovare in prima fila e porto il tuo cd per farmelo autografare, inoltre ti dirò se mi è piaciuto tanto o tantissimo. Serena grazie del tempo che mi hai dedicato, buona serata e buona musica.
Grazie a te, buona serata.
Leonardo DeLarge
Serena Altavilla
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Nato sotto le stelle del 06 dicembre 1993 a Trani (BT) è appassionato di ogni forma d’arte fin da piccolo, dal 2018 è l’autore di vari racconti fantastici e surreali tra cui: “FigaPower - In cerca d’Amore”, “C’era una volta la Musica” e “Corsa nella Notte” che l’inseriscono nell’ambiente underground letterario italiano; nel 2021 è pubblicata la sua prima raccolta: Eroi e Fregature a cui segue nel 2023 Birre, Rose e Fantasia. Dal 2020 la passione e devozione per la musica lo conduce a intraprendere una collaborazione con TuttoRock, arricchendo l’area blog e recensioni.