SELVA OSCURA – Intervista ad Umberto Maria Giardini
In occasione dell’uscita dell’omonimo Ep d’esordio, pubblicato da Overdub Recordings e distribuito via Ingrooves (Virgin Music) /Universal, ho avuto il piacere di intervistare Umberto Maria Giardini, voce e chitarra del nuovo progetto Selva Oscura, con idee musicali dagli alti volumi e dai riff apparentemente ostili dell’hard rock di chiaro stampo Sabbathiano. Quartetto classico con due chitarre, basso e batteria, non apre nessuna porta lasciata socchiusa della storia del nostro rock nazionale, tuttavia crea nuove immagini che legano l’esperienza psichedelica al rock statunitense anni 90, con testi visionari e di prima scelta. Colori e suggestioni che stordiscono trasportando l’ascoltatore in un non luogo, senza via di ritorno. Selva Oscura è tutto questo.
Ciao e benvenuto su Tuttorock, parliamo subito di questo vostro omonimo Ep, 5 brani nati in che modo?
Nati armandosi di quella consapevolezza che, suonare e scrivere musica è una cosa straordinaria.
Guardando la copertina e mettendosi all’ascolto del disco, sembra che gli ultimi due decenni per voi non siano esistiti, avete avuto la stessa percezione riascoltandovi?
Ma i tempi che corrono vanno decisamente in contrasto con lo stile di musica che proponiamo, ne siamo più che consapevoli, tuttavia non ci siamo fatti ne ci faremo troppe domande a riguardo; quello che a noi interessa è fondamentalmente divertirci, scrivendo musica esattamente di questo genere.
L’auto-tune ci affascina poco, così come tutte le stronzate che si ascoltano in radio. Abbiamo un’educazione musicale e un approccio diverso, e poi qualcuno dovrà pur farlo questo sporco lavoro un po’ retrò (sorrido).
A proposito della copertina, da chi è stata realizzata?
È stata una collaborazione tra me e la grafica ufficiale della nostra etichetta, Maria Venditti. Ci siamo capiti subito e volevamo ottenere esattamente quello che si vede.
Natura, mente umana, temi importanti che vanno a contrastare la superficialità di contenuti della gran parte della musica di oggi, considerando anche le produzioni dell’Umberto Maria Giardini solista, vi considerate più dei sopravvissuti di un mondo che purtroppo non c’è più o dei pionieri per le future generazioni che potranno farsi ispirare dalle vostre proposte?
Non abbiamo una precisa considerazione di noi stessi e del progetto in sé. Ci impegniamo a fare le cose per bene che inevitabilmente coincidono nel suonare molto ahimè momentaneamente, a porte chiuse. Francamente non abbiamo né l’urgenza, né il bisogno di avere precise aspettative, sia per un semplice sentimento di disillusione sia per una forma di coerenza verso quello che è diventato il mercato nazionale della musica, dove tutto è contro la purezza del lavoro fatto come si faceva una volta.
Sappiamo e riconosciamo il nostro valore poiché ci consideriamo decisamente capaci, sia da un punto di vista tecnico che stilistico, anche se oggi conta poco, quindi ci rimettiamo al destino degli eventi, probabilmente diversamente non si può fare.
Quando e come nasce il progetto Selva Oscura?
Nasce quasi casualmente, incontrandosi per curiosità in sala prove. Il resto è venuto da sé, accendendo gli amplificatori.
Avete già qualche data live in programma?
Abbiamo un’agenzia di booking che sta lavorando a riguardo per l’anno nuovo.
La speranza mia e di molti altri è che questo sarà il primo di una lunga serie di pubblicazioni da parte vostra, me lo potete confermare?
Assolutamente no. Oggi di certo specie nel versante ultra-indipendente non c’è nulla; la nostra speranza è quella che si materializzi la possibilità di un album, che possa mettere alla prova noi e i nostri collaboratori. Abbiamo voglia di stupirci e di stupire, ma abbiamo i piedi per terra quindi aspettiamo.
Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio piena libertà per chiudere quest’intervista come preferisci.
Auguriamo a tutti coloro che amano determinate sonorità, di capitare ai nostri futuri live, perché sarà un’esperienza attualmente rara in Italia.
Grazie infinitamente
MARCO PRITONI
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.