SAVERIO GRANDI – Intervista su SEGNALI DI FUMO
In occasione dell’uscita del suo terzo album “SEGNALI DI FUMO” e del nuovo singolo “L’amore crede l’amore può” scritto da Pacifico, ho intervistato SAVERIO GRANDI.
Saverio Grandi è fra gli autori delle più importanti canzoni del panorama discografico italiano. Compone sia musiche che testi, e ad oggi ha pubblicato più di 300 brani e oltre 100 singoli. Ad oggi, come autore ha venduto più di 20 milioni di copie e totalizzato oltre 650.000 milioni di visualizzazioni su YouTube. Ha all’attivo 2 album a suo nome, “La pianta del piede” e “Pattinando sul ghiaccio sottile”, e due singoli, “Lei” feat. Gaetano Curreri e “Le donne”. Ha scritto brani per e con Vasco Rossi (tra le quali “Un senso”, “Ti prendo e ti porto via” e l’ultima hit del rocker di Zocca “Una canzone d’amore buttata via”), Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Marco Mengoni, Luca Carboni, Gianni Morandi, Mango, Stadio, Raf, Alessandra Amoroso, Emma, Annalisa, Noemi, Fiorella Mannoia, Irene Grandi, Il Volo, Nek, Ornella Vanoni, Anna Tatangelo, Virginio, Chiara Galiazzo e molti altri. Grandi è produttore degli Stadio, da “Occhi negli occhi” a “Miss Nostalgia”, per i quali ha scritto “Un giorno mi dirai”, brano vincitore del Festival di Sanremo nel 2016. Ha ricevuto anche molti riconoscimenti, come il Premio Lunezia e il Premio Siae come autore dell’anno nel 2007. Canzoni da lui composte hanno vinto due edizioni di XFactor (interpretate da Marco Mengoni e Chiara Galiazzo) e due di Amici (interpretate da Marco Carta e Virginio). Nel 1997 ha fondato la band Taglia 42, con la quale ha realizzato due album, l’omonimo “Taglia 42” e “Due”.
Ciao Saverio, piacere di conoscerti e averti sulle pagine di Tuttorock. Hai lavorato per tanti grandi artisti, raccontaci come è iniziato tutto, quali sono stati i tuoi primi ascolti?
Io vengo dalla musica classica, materia in cui mi sono anche diplomato, questa è la musica che ritengo più bella e nobile. Mi sono avvicinato alla musica leggera a causa del mio idolo, Lucio Battisti, amore condiviso con i miei genitori. Quindi mi sono avvicinato a tutto questo mondo, Lucio Dalla, De Gregori, Vecchioni, poi che musica classica e leggera siano due mondi diversi è un dato di fatto, io ho cercato di metterli assieme.
La musica classica è spesso vista come un mondo un poco chiuso su sé stesso, a volte anche accusato di snobismo.
Non ero un grande chitarrista classico, privo della capacità di fare il concertista, la musica leggera mi ha dato questa possibilità. Ancora oggi ascolto tutti i generi musicali, compreso il jazz che mi piace tanto. Non amo lo streaming, ma colleziono tantissimi cd e vinili in compenso.
Hai lavorato con Vasco Rossi, il più grande rocker italiano, con il maggior successo.
Le canzoni le scrive lui, ma si avvale di alcuni collaboratori, io sono stato fortunato a essere scelto per contribuire. Ma è una fortuna che nasce anche dalla capacità, perché se non sei bravo non ti chiama più; invece, sono 20 anni che lavoro con lui. Sai, essere in studio con Vasco è come stare a fianco di Mick Jagger, lui riesce a fare convivere assieme cinque generazioni.
Non solo Vasco Rossi, ma hai vinto anche 2 volte con X-Factor e 2 con Amici.
Sì, ho scritto le canzoni che poi hanno vinto in questi casi che hai ricordato, aggiungo Sanremo 2016 con gli Stadio, anche se non è una manifestazione che non amo troppo. Non per la musica, ma la trovo molto dispersiva fra tutti gli ospiti e gli intermezzi, alla fine vedo che ci sono state molte più grandi canzoni fuori da Sanremo, che dentro al Festival. Mi piace molto l’Eurosong dove presentano solo i cantanti, senza varietà a contorno.
L’autore di una canzone rimane sempre qualcosa di nascosto, tutti conoscono il cantante o la band, ma pochi vanno a vedere i crediti.
Lo streaming ha certamente amplificato questo fenomeno, togliendo un poco di mistero ai brani. Oggi gli autori appaiono ancora meno, coprono tanti ruoli, autori e produttori.
Con il cd e il vinile poi avevi la copertina da studiare mentre ascoltavi il disco, con lo streaming le informazioni sono praticamente invisibili.
Molti cantanti famosi vendono di tutto, non solo musica, ma si va da linee di moda a tutto il resto.
Parliamo della tua carriera personale, siamo al terzo disco con questo nuovo.
E’ il mio progetto parallelo, sono canzoni autobiografiche che non vedo nate per essere proposte ad altri, quindi, quando possibile, me le pubblico in proprio. Ora ho prodotto questo disco, tra i problemi di questi ultimi tempi, la pandemia che è arrivata e la perdita di mio padre, e sono nati questi pezzi molto personali.
Disco molto bello, e comprendo ancora meglio il senso della canzone che hai dedicato a tuo padre.
Sono pezzi nati da soli in un periodo particolare, ho vissuto tre anni in America, quando sono tornato ho perso mio padre e pensavo di tornare là, poi è successo tutto quello che sappiamo. E’ un disco con testi poco pop, che sento molto miei, ti ringrazio dei complimenti.
Di tutte le canzoni del disco, quella sceglieresti in particolare?
Direi “A mio padre”, quella che sento più vicina e in cui ho fatto il lavoro di arrangiamento più contemporaneo. E’ una canzone dark, molto notturna, coinvolgente. Un’altra è “Come è giusto che sia”, questa in effetti avrei potuto proporla anche ad altri artisti, ma mi piaceva così tanto che ho deciso di tenerla per me. Tratta dell’amore, in un momento in cui la violenza contro le donne è così presente, dovremmo agire molto di più a livello scolastico su questo.
Oltre i testi si sente anche una trama musicale molto potente, ricca.
Io sono un musicista, quindi parto da lì e poi cerco di metterci dentro le parole giuste.
Progetti futuri? Forse un tour?
Sto lavorando a cose che per scaramanzia non cito, sicuramente cercherò di fare progetti che non mi annoino. Quindi scrivere canzoni interessanti. Il live non è proprio la mia dimensione preferita, sono stato anche sul palco di Sanremo con gli Stadio, ma non mi fa impazzire. Tour ne ho fatti, ma preferirei fare uno spettacolo multimediale, cosa molto complicata, servono location ad hoc. Mettermi lì da solo a cantare con la chitarra mi fa un poco di tristezza, sicuramente uno spettacolo con visual e talk, seguendo un filo conduttore lungo tutto lo scorrere, sarebbe molto bello.
MAURIZIO DONINI
Band:
Saverio Grandi
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CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.