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Sanremo International Guitar Festival & Competition: Intervista a Roberto Fabbri

Sanremo International Guitar Festival & Competition: Intervista a Roberto Fabbri

In occasione dell’ imminente esibizione al “Sanremo International Guitar Festival & Competition” abbiamo intervistato il chitarrista Roberto Fabbri

Buongiorno Roberto! Domani parteciperai alla decima Sanremo International Guitar Festival & Competition, come ti senti prima di questa esibizione? 

Prima di un’ esibizione c’è sempre una grande emozione, ma la voglia di salire su un palco prestigioso e poter portare al pubblico la mia musica, la fa passare in secondo piano.

Quali le aspettative?

È un importante occasione per arrivare ad un grande pubblico, facendogli apprezzare in che modo la chitarra classica possa attingere a repertori apparentemente lontani da quelli solitamente affrontati dai chitarristi classici.

Per l’occasione ti esibirai con la tua Ramirez Anniversario, lo stesso strumento usato dallo spagnolo Andrés Segovia, considerato uno dei maggiori chitarristi classici del novecento. Mi racconti la storia dietro a questa chitarra?

Andres Segovia cominciò la sua carriera nei primi anni del ‘900, proprio suonando una chitarra Ramirez. Con gli anni questa chitarra purtroppo si deteriorò e non fu più possibile ripararla in maniera che potesse affrontare altri concerti. Segovia così passò alla tedesca Hauser. Fu Josè Ramirez III, che aveva sempre coltivato il desiderio di far tornare il Maestro spagnolo a suonare su una chitarra della famiglia  Ramirez a mostrargli il nuovo strumento agli inizi degli anni ’60. Segovia se ne innamorò e non l’abbandonò più fino alla morte. Così le chitarre Josè Ramirez passarono alla storia.

Quali le motivazioni che ti hanno spinto a sceglierla per l’esibizione?

Il mio modello di Ramirez, che si chiama Anniversario. E’ il top di gamma di questa casa dal costo di circa 30.000 euro. Si rifà ovviamente al mitico strumento che suonava Segovia. E’ uno strumento affidabile dalla grande sonorità ed il suono inconfondibile, per questa importante manifestazione non potevo suonare con altro.

Oltre a questo strumento ci sono altre chitarre o attrezzatura a cui sei particolarmente affezionato o di cui non potresti assolutamente fare a meno?

Come chitarrista classico ho necessità della mia chitarra, nient’altro!

Eseguirai alcuni brani tratti dal tuo repertorio: “I successi di Lucio Battisti”, “Guitar Meets Movie”, “Guitar Pure Emotions” e “Italian & International Pop Songs”, quale criterio hai impiegato nell’annotazione della scaletta?

Ho cercato di dare varietà al programma alternando le “cover” come quelle di Battisti o la musica da film , alle mie composizioni originali, in maniera da tenere sempre alta l’attenzione del pubblico. Il mio concerto è un viaggio fra le emozioni suscitate dai ricordi che evocano i brani famosi e quelle che sanno creare a nuovo i brani originali.

Hai seguito un iter certosino o ti sei fidato del tuo istinto?

No, non vado mai a caso ma studio attentamente ogni programma, fa parte del mio background di musicista classico.

Quale il “cavallo di battaglia” della performance?

Il mio brano omaggio ad Eddie Van Halen dal titolo Jumping. Ispirato chiaramente a “Jump” , da cui riprende il tema delle tastiere. Nel 1986 pubblicai il mio primo libro dedicato proprio alle trascrizioni di Eddie Van Halen e quindi questo è un sentito tributo che dimostra che sulla chitarra classica si può suonare tutto!

Hai una “routine” particolare a cui ti sottoporrai prima dell’esibizione?

Di solito mi piace dormire il pomeriggio prima di un concerto per essere al massimo, poi un rapido ripasso e si va in scena!

Quale il rapporto con gli altri musicisti Maurizio di Fulvio (Chitarra), Simona Capozzucco (Voce) e Ivano Sabatini (Contrabbasso) che ti precederanno?

Sono carissimi amici e colleghi con cui sarà un piacere condividere la serata. Ognuno suonerà il suo programma autonomamente, io sono un solista, il mio concerto è più intimo, loro suoneranno in trio.

Possiamo chiederti in che modo la tipologia di formazione che ti è stata impartita ti ha aiutato a sviluppare il tuo approccio allo strumento?

Sicuramente avere una formazione classica ti da delle basi tecniche e musicali con cui poi puoi affrontare qualsiasi genere con grande sicurezza e consapevolezza.

Hai all’attivo ben trenta pubblicazioni per chitarra tradotte in cinque lingue (compreso il cinese) e distribuite in tutto il mondo, grazie alla prestigiosa casa editrice italiana Carisch. In che maniera ti sei approcciato alla scrittura di questi metodi e in che modo ritieni che differiscano da altri?

I miei libri hanno avuto grazie a Dio un grande successo, oltre 300.000 le copie vendute in 25 anni. Uno dei punti di forza  sicuramente sta nel fatto che non ho mai dato nei miei testi nessuna informazione per scontata ed ho cercato di essere sempre chiaro ed esaustivo senza mai cadere nel tedioso ma cercando di far appassionare allo studio coloro che decidevano di affrontare questo percorso con i miei testi.

Sei docente ordinario al Conservatorio Statale “Giulio Briccialdi” di Terni ed insegnante di chitarra classica presso il Conservatorio “Gaetano Braga” di Teramo. Come bilanci l’impegno didattico con quello professionale?

Con molta difficoltà ma con l’entusiasmo di vuole trasmettere una passione alle nuove generazioni!

SUSANNA ZANDONÀ