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SAMUELE CAVALLO – “COS’E’ UN PAPA’ ” PER LA FIGLIA ISA …

SAMUELE CAVALLO – “COS’E’ UN PAPA’ ” PER LA FIGLIA ISA …

Un nuovo brano per l’attore, musicista e cantautore Samuele Cavallo, si intitola “Cos’è un papà” il nuovo singolo dell’attore amatissimo di Un posto al Sole, Rai 3, con una carriera artistica parallela di cantautore e musicista, uscito il 10 gennaio scorso su tutte le piattaforme digitali proprio nel giorno del primo compleanno di sua figlia Isabel.

“Ho pensato a cosa potessi regalarti di speciale per il tuo primo compleanno. Io, l’anno scorso, per il mio, ho avuto tutto quello che mi serve per poter rispondere alla domanda “che cos’è la felicità”. E la risposta è racchiusa tra 2 parole: “Sei tu” . 

Un brano speciale, anzi super speciale, particolarissimo, profondo, che il cantautore nonchè attore di “Un Posto al sole” nel ruolo dello chef Samuel Piccirillo, ha scritto per la sua piccola bimba raccontando la grande emozione e gioia ma anche la paura e le difficoltà di essere genitore: 

Il 10 gennaio è stato il primo compleanno di sua figlia Isabel – come ci racconta durante l’intervista – e quando è arrivata è arrivata a casa il primo giorno, periodo di pieno lockdowm (Samuele non l’ha potuta vedere subito per le restrizioni sanitarie) l’ha fissata quasi incredulo la prima domanda che si è posto è stata “come faccio a fare il papà?” In questo brano ha messo tutte le emozioni, le domande, i dubbi, la gioia di diventare padre; l’impresa più difficile dell’essere genitori – lo sappiamo e lo possiamo sempre immaginare – è lasciare che le nostre speranze per i figli abbiano la meglio sulle nostre paure. Loro ci insegnano cosa conti davvero nella vita. Tante le domande perchè il ruolo genitoriale è il più complesso che ci sia. Samuele Cavallo, artista di anima profonda e linguaggio emozionale, ci ha aperto il cuore ai ricordi ed alle proprie emozioni, durante l’intervista. Lo abbiamo raggiunto ed intervistato per Tuttorock:

Hai un’anima profonda che traspare anche da questa nuova canzone. Parliamo del tuo ultimo brano, si intitola “Cos’è un papà” il tuo nuovo singolo uscito il 10 gennaio scorso, su tutte le piattaforme digitali, proprio nel giorno del primo compleanno della tua bimba Isabel. Raccontiamo la canzone in omaggio alla vostra splendida figlia Isabel.
“Ho pensato di regalare a mia figlia qualcosa di speciale x il suo primo compleanno. È stato un anno bellissimo quanto complicato, c’è stata una preoccupazione forte nel suo primo mese di vita che per fortuna grazie allo scrupolo di un pediatra e alla successiva professionalità dei medici dell’ospedale Buzzi di Milano siamo riusciti a risolvere. Per cui ho trovato in una canzone la possibilità e l’importanza di esternare tutto quello che avevo dentro e dimostrarle l’amore speciale che rappresenta per me. Io purtroppo non ho avuto un rapporto idilliaco con mio papà da bambino, e so quanto la presenza di un padre sia fondamentale nella vita, perció sto facendo e farò sempre tutto il possibile per far sentire Isabel speciale e importante per me. La cosa bizzarra è che sono io che non posso fare a meno di lei e del suo contagiosissimo sorriso”

Nel brano racconti la gioia, le emozioni, la felicità ma anche le complicazioni di essere padre, di essere genitore oggi, in una società così frenetica e liquida:
“Oggi essere genitori è una scelta molto complicata da prendere, c’è una consapevolezza direttamente proporzionale al continuo mutamento delle esigenze quotidiane. Non ti nascondo che, nonostante volessi diventare padre, alla notizia che questa possibilità si era concretizzata ho avuto timori, paura di non essere all’altezza, una forte propensione a pensare che la mia vita avrebbe assunto un cambiamento radicale. Non è un caso se le nascite, secondo gli ultimi dati ISTAT, hanno subìto un calo significativo. Posso dire, per esperienza che essere genitori necessita di amore, forza e generosità, ma in cambio si riceve qualcosa per cui personalmente lo rifarei subito e per cui sono pronto a tutto per mia figlia”

Qual è stata la prima domanda che ti sei posto quando hai visto per la prima volta la tua bimba?
“All’inizio ho solo pensato “è incredibile, io sono papà, lei è mia figlia” che leggendola può sembrare una risposta ovvia. Ma prova a pensare di trovarti in un ospedale in piena emergenza Covid, senza la possibilità di vedere tua figlia e con una foto sul telefono scattata dall’ostetrica oltre il muro dove aspetti di sapere cosa fare e cosa aspettare…poi ho iniziato a chiedermi cose del tipo “ come la prendo in braccio!? E se le faccio male? Come le cambio il pannolino?”Avevo paura di sbagliare qualcosa. Ero diventato da un secondo all’altro un apprensivo patologico e nello stesso tempo avevo gli occhi pieni di lacrime di gioia. Ho aspettato 5 giorni per vedere dal vivo mia figlia, finché dall’ospedale non l’hanno portata a casa”

Come siete come genitori? Come vi siete calati nel vostro prezioso e importantissimo ruolo?
“Cerchiamo di migliorare, di fare dei nostri errori subito uno spunto di riflessione
Una nascita mette a dura prova la quotidianità della vita di coppia, rivoluziona tutto. Essere genitori è un ruolo che si impara fondamentalmente sul campo. C’è poco spazio per la teoria, perché ogni famiglia ha una sua storia, un suo percorso. Sicuramente si sposta l’assetto delle priorità. Ci si confronta come genitori e come coppia. È una grande prova di crescita e di unione. Perché poi quello che si è come coppia, lo si trasferisce ai figli”

Da sempre porti avanti la tua carriera artistica parallela, la recitazione e la musica: quali sono le tue esigenze creative, musicali, narrative, di recitazione?
“Per essere creativo ho bisogno della giusta dose di Luce e di crisi. Senza le due cose sarei piatto. Mi capita di sentirmi piatto per cercare la luce e mi capita di sentirmi piatto per andare in crisi. Considero il vuoto come un passaggio necessario per connettermi con l’una d con l’altra sponda. Una la cerco per necessità, l’altra per costrizione. La forza e la debolezza sono i punti cardine per tutto quello che faccio. Spesso mi viene associata la simpatia in quello che faccio, che sono, ma dietro, spesso vivo la malinconia. La uso per pensare. E Pensare mi porta a tirare fuori quello che ho dentro: ho trovato nella recitazione e nella musica il mio linguaggio. Per questo mi sento artista, non per merito, ma per esigenza”

Come sta andando questo nuovo anno sul set di Un posto al Sole? Hai un ruolo amatissimo. Come riesci a conciliare lavoro e famiglia, ruolo genitoriale?
“Il ruolo di Samuel mi ha dato tante soddisfazioni, la gente mi riconosce per strada, si complimenta ovunque mi riconosce. È molto amato dal pubblico di UPAS. Con le riprese, spesso sono lontano da casa, ma quando ci sono cerco di stare con mia figlia il più possibile, partecipare alle sue attività ludiche, ricreative, all sua crescita a 360 gradi. È complicato, ma non impossibile. E come tutte le cose complicate, spesso la loro realizzazione porta sempre momenti di felicità. Quindi essendo alta la posta in gioco, io mi ci butto a capofitto”

Alessandra Paparelli