RICCARDO INGE – Intervista al cantante

Ciao Riccardo! Sono lieta di ospitarti su Tuttorock per fare due chiacchiere con te quindi: benvenuto!
Grazie a te e a tutta la redazione di Tuttorock, è un piacere!

Innanzitutto presentati ai nostri lettori di Tuttorock, magari con tre aggettivi che ti rappresentano.
Fantasioso, Razionale e Testardo.

Il tuo primo Ep è stato pubblicato a gennaio e si intitola Giorno di Festa. Com’è nato? 
Si tratta di una collezione di canzoni che ho messo insieme per presentarmi ufficialmente al mondo della musica. Nonostante abbia avuto esperienze di tutti i tipi nel corso degli anni, non ero mai riuscito a produrre e pubblicare le mie canzoni. Ho voluto trasformare questa grande soddisfazione in quello che ho chiamato il mio “giorno di festa” (da qui il titolo dell’EP). Non solo: “Giorno di festa” è la traduzione dal latino del mio vero cognome (Diaferia), quindi doppio motivo per usare questo titolo.

Quando componi che ambiente ti è più congeniale? E da che età scrivi le tue canzoni?
Non ho un vero e proprio ambiente congeniale. Di solito riesco a trovare nuove idee in momenti in cui riesco a stare solo con me stesso. A volte anche in mezzo alla gente! È come entrare in “trance”. Uno dei momenti migliori è quando guido la moto. Canto tutto quello che mi passa per la testa e appena scendo lo registro. Molte delle mie canzoni sono nate così. Scrivo da quando ero piccolo, ma solo negli ultimi anni ho iniziato ad avere una giusta consapevolezza di come rendere davvero quello che voglio sentire da una canzone.

Da pochi giorni è in rotazione il video di Cosa Resterà di Noi in cui spicca la partecipazione di Cranio Randagio nella sua ultima apparizione in un video e in un brano. Com’è stato lavorare con lui? Questo video è stato girato sulla diga del Vajont, come mai questa scelta?
Lo incontrai alcuni anni fa quando ancora non era uscito con i suoi primi lavori. Ci eravamo ripromessi di collaborare appena fosse stato possibile e l’anno scorso è stato possibile: dopo la sua esperienza a xFactor gli feci sentire una bozza di “Cosa resterà di noi”. Sapevo che a quella canzone mancava un qualcosa che Cranio riuscì a rappresentare con la sua incredibile capacità di dare potenza alle parole. La diga rappresenta tutto quello che ci divide, la definizione a livello macroscopico del messaggio raccontato nella canzone. Il seguito di questo viaggio è rappresentato dal nuovo singolo appena uscito: “Fino a domani”. Ancora una volta è la natura a ispirare i miei video.
 
Nell’album abbracci vari generi musicali…Ma in quale di essi ti rispecchi di più? E quali sono i cantanti e le band che ti hanno fatto amare la musica?
Negli anni ho attraversato diverse fasi: dal pop anni ’90, passando per il power metal e il rock soprattutto nel periodo del liceo. Ora mi sento pop, ma nel vero senso del termine. Il pop italiano che ti coinvolge, con testi semplici ma ricercati, come nelle canzoni di Battisti. Tra le band, invece, che mi hanno fatto amare davvero la musica ci sono i Queen. Un’esplosione di musica vista attraverso generi e modalità diverse. A loro devo la voglia di rappresentare sempre qualcosa di diverso.
 
Grazie Riccardo in bocca al lupo e buona vita!
Crepi il lupo e grazie a voi per la bellissima chiacchierata.
 
MONICA ATZEI
 
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