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PREMIATA FORNERIA MARCONI – Intervista a Franz Di Cioccio

PREMIATA FORNERIA MARCONI – Intervista a Franz Di Cioccio

LIVE @ VILLA BORROMEO (CASSANO D’ADDA MI 22-7-2015)
Largo ai giovani

L’imponente Villa Borromeo di Cassano d’Adda (MI) ospita la seconda performance della Premiata Forneria Marconi dopo l’uscita dal gruppo dello storico chitarrista Franco Mussida, sicchè curiosità ed eccitazione per questa nuova avventura sono palpabili e condivise tanto dagli spettatori quanto dai musicisti. Bastano soltanto pochi secondi e questi due sentimenti vengono spazzati via dall’energia sprigionata dal palco, gli elementi vecchi e nuovi della band sembrano suonare insieme da sempre e non si sforzano nel vano tentativo di nascondere numerosi sorrisi divertiti e soddisfatti: gli stessi sorrisi che si allargano sui volti dei presenti.
La scaletta scorre piacevolmente attraverso i numerosi album della band – con un occhio di riguardo per il capolavoro Storia di un Minuto – passando poi ad alcuni brani ereditati dalla collaborazione con Fabrizio De Andrè, coinvolgenti al punto di portare il pubblico ad abbandonare i propri posti a sedere per avvicinarsi al palco. Trova spazio anche la personale interpretazione della “Danza Dei Cavalieri” di Prokofiev prima della conclusiva “E’ Festa”, con cui il gruppo si congeda dai propri fan ponendo fine ad un’intensa e convincente performance.

Noi di TuttoRock abbiamo avuto la possibilità di fare una chiacchierata con Franz Di Cioccio qualche minuto prima del concerto, ed ecco cosa ci siamo detti…

È un piacere vedervi qui poco dopo l’incidente di Patrick Djivas ed il recente cambio di line up…
Il piacere è nostro! Per quanto riguarda il cambio di formazione siamo molto soddisfatti da come stanno andando le cose, ci stiamo avventurando in nuovi territori ed il cambiamento lo viviamo da sempre come una spinta volta a migliorarci ed a crescere. Non sarà una PFM 2,0, termine che non mi piace per niente, ma sarà un nuovo e interessante capitolo della band. L’incidente di Patrick fa parte di quella serie di eventi imprevedibili che spesso rappresentano soltanto un ostacolo da affrontare. Lui è stato stoico perchè l’incidente è avvenuto circa venti giorni fa e stasera sta suonando con una specie di spilla da balia nella mano e non so quanti punti di sutura, oltre ad essersi ripreso da una lussazione dell’omero del braccio sinistro che è rientrato sino quasi a raggiungere il cuore. Non solo gli atleti hanno tempi di recupero prodigiosi!

Parlando invece dell’ultimo arrivato, Marco Sfogli, che credo condivida buona parte del vostro background musicale e lo riesca ad ampliare arrivando da territori decisamente più heavy rispetto a quelli a cui siete abituati: quali dinamiche si sono create all’interno del gruppo?
Quando abbiamo deciso di prendere questa decisione, volevamo fare un passo di lato ed uno in avanti rispetto alla situazione in cui eravamo. Il nostro desiderio non è quello di mantenere uno status quo, ma è quello di continuare a scommettere “sul giorno dopo”. Entrambi i genitori di Marco sono musicisti e gli hanno trasmesso moltissimo per quanto riguarda la musica italiana, lui poi ha trentacinque anni ed ha le caratteristiche del musicista moderno, cresciuto  con l’influenza dei grandi del passato unita a generi nati molto più di recente. Tutto questo sposta l’asticella ancora più verso l’alto e ci porterà alla realizzazione di un disco molto diverso dai precedenti. D’altronde, non credo che la PFM abbia mai fatto un album uguale ad un altro, dagli esordi, alla classica e alla collaborazione con De Andrè: non ci piace l’idea di ripeterci! Di recente si è aggiunto anche Alberto Bravin, che grazie ad un timbro vocale molto diverso dal mio ci permette di avere molta più libertà interpretativa, ed inoltre è il nostro secondo polistrumentista. Stiamo diventando come una squadra di calcio con giocatori intercambiabili nei ruoli, terzini che possono fare i centravanti… Puro spirito dell’Atletico Marconi!

Chiudo con una domanda che si discosta dagli argomenti precedenti. Pochi mesi fa, abbiamo assistito ad una forte presa di posizione di JAx e Fedez nei confronti dell’Expo che ha suscitato diverse polemiche e relative discussioni: a mio avviso, buona parte della risonanza data alla vicenda è dovuta al fatto che è sempre più raro che un artista di spicco esprima senza mezze misure il proprio pensiero. Mi piacerebbe sapere da te – dato che la vostra carriera vi ha portato ad attraversare in prima persona numerose fasi che la musica italiana ha vissuto sino ad oggi –  come la pensi al riguardo…
Noi siamo di quella razza che “ha visto cose che voi umani…”. Personalmente credo che il processo sia ciclico, ci è capitato spesso di assistere a corsi e ricorsi storici.
Da sempre la contestazione è rivolta contro il pensiero dominante che, in quanto tale, agli occhi di molti sembra il più corretto, e proprio per questo mi piace vedere qualcuno che ha il coraggio di dire qualcosa di diverso, spingendo il pubblico a pensare, a farsi domande, a crescere. Sicuramente anni fa il cambiamento in corso era più netto, più marcato, mentre oggi è davvero difficile pensare ad una rivoluzione radicale, e parlo di rivoluzione che deve avvenire a livello intellettuale, non in piazza, partendo prima di tutto dalla crescita e fiducia nei giovani. E lo dico io, che giovane non sono!

LORENZO GANDOLFI
Photoset by ELENA ARZANI