PIQUED JACKS – Il nuovo singolo, il Summerfest di Milwaukee e altro
Dopo poco più di un anno ho avuto il piacere di fare una nuova chiacchierata con littleladle, bassista dei Piqued Jacks, band alt/rock proveniente da Pistoia dal respiro internazionale. Roster Metatron Group e INRI, gruppo spalla per Interpol e Marlene Kuntz, in rotazione su Virgin Radio Italy, BBC Radio e MTV, vincitori di Sanremo Rock, artisti durante i più importanti showcase festival come Canadian Music Week, MMB Bucharest, SXSW e Mondo NYC (USA). I successi recenti con l’album Synchronizer – prodotto da Julian Emery (Nothing But Thieves), Brett Shaw (Florence + The Machine) e Dan Weller (Enter Shikari) – e i live spettacolari in tutta Europa hanno visto la band, nel 2022, suonare su palchi come Musexpo (Los Angeles) e Lechlade Festival (UK).
Il 9 luglio i Piqued Jacks saranno l’unica band italiana ad esibirsi al prestigioso Summerfest di Milwaukee negli Stati Uniti.
Ciao, bentornato su Tuttorock! Visto che è appena uscito il vostro nuovo singolo “Sunflower”, com’è stato accolto e come sono stati accolti anche gli altri due singoli usciti finora nel 2022?
Ciao Marco, grazie! “Sunflower” ha avuto dei buonissimi feedback, abbiamo suonato i tre nuovi singoli sia in Italia che all’estero, la prima volta di “Everything South” è stata a Los Angeles, ha fatto scoppiare il delirio in sala, è stato molto bello. “Particles” l’abbiamo proposta in Serbia e in Inghilterra e ogni volta è stata molto apprezzata, è un momento in cui il concerto rallenta e si fa un po’ più intenso a livello sonoro, per ora le reazioni sono state di grande entusiasmo. “Sunflower” ha debuttato in Italia dopo un concerto tributo a David Bowie, eravamo un po’ in soggezione ma anche lì è andata molto bene. Anche i nostri fan ci hanno confermato la freschezza di questi tre singoli che sono molto diversi tra loro ma che riteniamo molto nostri. Ultimamente ci è arrivata la notizia che siamo stati trasmessi su Sirius XM, un network di radio molto grande negli Stati Uniti, da uno speaker storico come Rodney Bingenheimer, uno che ha lanciato band come Red Hot Chili Peppers e Nirvana, molto attento alla scena indipendente, fa un bell’effetto e sicuramente ci dà un po’ il metro di gradimento di questi singoli.
Il video è stato girato in California immagino quando siete andati a suonare al Musexpo.
Esatto, i tre singoli sono nati a distanza ravvicinata l’uno dall’altro e quando eravamo a Los Angeles ci siamo proposti, per restituire quest’atmosfera libera e spensierata, di accendere semplicemente la videocamera e godercela. È stata una scelta che ci è piaciuta, ha trasmesso davvero quello che volevamo comunicare, abbiamo girato nel traffico di Los Angeles e abbiamo visitato i luoghi più iconici, ogni posto ha una sua storia da raccontare, ce ne sono successe di ogni.
Raccontami un po’ qualche aneddoto di quel viaggio.
Ripercorro un po’ il video mentalmente, il momento più assurdo è quando io ho portato a spasso due capre per le strade di Los Angeles. Camminavamo e abbiamo visto due tipi con le capre al guinzaglio, io ho fatto la battuta: “che bel cane!”. Loro si sono messi a ridere, abbiamo percorso qualche metro e ci siamo detti: “Questo deve finire nel video”. Siamo tornati indietro e abbiamo chiesto loro il permesso di portare in giro le capre per il videoclip, i due tipi hanno subito acconsentito (ride – ndr).
Un altro momento da raccontare è quando eravamo fuori dai Warner Bros Studios e volevamo fare una ripresa in cui camminavamo sulle strisce e in cui si vedesse la classica cisterna, mentre eravamo lì siamo stati cacciati dal tipo dentro al gabbiotto, ovviamente non abbiamo desistito finchè non abbiamo beccato il momento giusto per riprendere. Abbiamo temuto di farci arrestare…
Domanda d’obbligo, c’è un album in vista o procederete con la pubblicazione di singoli?
Per ora non c’è un album in vista, volevamo prendercela con più libertà, veniamo da “Synchronizer” che è stata una bella fatica in tutti i sensi, ci ritroviamo in un mercato molto veloce, avevamo molte canzoni che volevamo pubblicare e quindi abbiamo scelto quelle più forti da fare uscire come singoli. Già in queste settimane ci troviamo in studio per lavorare a cose nuove ma non c’è un progetto di album, ci concentriamo sui concerti, per ora la testa è al palco.
“Synchronizer”, un disco che ha avuto un lancio molto particolare, raccontami un po’ le sensazioni di quei momenti.
È stato uno spettacolo molto divertente, ci siamo lanciati da un aereo col paracadute in diretta streaming su Facebook per poi atterrare sulla pista e iniziare subito a suonare i nostri strumenti. Siamo molto soddisfatti, è stata una cosa da matti, difficile da descrivere, nessuno l’aveva mai fatta prima, non avevamo fatto prove, era una cosa in stile “o la va o la spacca”. Poi, qualcuno di noi, avrebbe preferito fare un giro in gondola a Venezia però alla fine è stato super emozionante per tutti, anche perché poi siamo riusciti a buttare tutta l’adrenalina del volo nel concerto iniziato subito dopo.
Parlando di festival importanti, vi attende un appuntamento che vi vede come unica band italiana, il Summerfest di Milwaukee, quanto vi rende fieri rappresentare il nostro paese su quel palco?
Questo concerto è una notizia che dovevamo già annunciare nel 2020, poi tutti sappiamo dei ritardi vari. Non ci sembra vero, il Summerfest per anni è stato il festival musicale più grande del mondo come capienza di persone, ha un sacco di palchi, non saremo su quello principale ma comunque in un’area da 12mila spettatori, apriremo ai The Pretty Reckless, non molto conosciuti da noi ma parecchio affermati negli Stati Uniti. Da un lato siamo molto orgogliosi, felici ed impazienti, non vediamo l’ora di lasciare il segno su quel palco, dall’altro andiamo là con un po’ di amaro in bocca perché ci rendiamo conto di quanto sia possibile scommettere sulla musica emergente, indipendente. Noi siamo stati chiamati da una persona che ci ha visti suonare live, ci ha messo la faccia e si è preso tutti i rischi nel voler metterci su un palco così prestigioso, qui in Italia, purtroppo, queste cose non accadono. Prima di calcare un palco del genere in Italia forse dovremo aspettare ancora del tempo, all’estero invece ci siamo, ce lo siamo guadagnato ma nel nostro paese siamo un po’ indietro, come accade un po’ per tutte le cose. Prevale però la felicità di essere lì, l’orgoglio di portare lo spirito che ci contraddistingue, canteremo in inglese, sì, ma lo faremo in maniera mediterranea.
Un’altra cosa bella che abbiamo notato, all’estero, è che ad un festival nelle campagne inglesi come il Lechlade, c’era gente davanti ad ogni palco, anche quelli più piccoli, noi avevamo suonato prima di Bob Geldof su uno dei 4 o 5 palchi, siamo andati un po’ in giro e c’era davvero gente ovunque, non solo davanti a quello principale.
A proposito, avete mai pensato di scrivere un brano in italiano?
Sicuramente l’inglese ci risulta più immediato ma non abbiamo mai chiuso la porta alla lingua italiana. Dovrà essere però una cosa naturale, che ci rappresenta, non abbiamo comunque pregiudizi nei confronti di brani in italiano, non è assolutamente un capitolo chiuso.
Oltre questa data negli USA ne avete altre in programma?
Suoneremo ad Arezzo mercoledì 6 luglio poi faremo un concerto di ritorno dagli USA nella nostra città, Borgo a Buggiano in provincia di Pistoia, il 29 luglio, ci ritroveremo con amici, famiglie e fan della zona, suoneremo solo noi in piazza. Poi avremo un festival sul mare in Romania il 21 agosto in cui apriremo il live dei Balthazar, band belga che ha avuto un bel successo con un singolo e qualche anno fa ha suonato al Firenze Rocks in apertura ai The Cure. Poi abbiamo qualcos’altro in arrivo a settembre che ancora non possiamo annunciare.
Grazie mille per il tuo tempo, ti lascio libero di chiudere come vuoi questa intervista.
Ciao Marco, direi che abbiamo detto tutto, anzi, penso di aver parlato anche troppo, grazie a te da tutta la band!
MARCO PRITONI
Band:
Voce, piano, tastiere: E-King
Chitarre, tastiere, cori: Majic-o
Basso, moog, cori: littleladle
Batterie, percussioni, piano, tastiere, cori: HolyHargot
https://www.facebook.com/piquedjacks
https://www.instagram.com/piquedjacks_/
Sono nato ad Imola nel 1979, la musica ha iniziato a far parte della mia vita da subito, grazie ai miei genitori che ascoltavano veramente di tutto. Appassionato anche di sport (da spettatore, non da praticante), suono il piano, il basso e la chitarra, scrivo report e recensioni e faccio interviste ad artisti italiani ed internazionali per Tuttorock per cui ho iniziato a collaborare grazie ad un incontro fortuito con Maurizio Donini durante un concerto.