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PILAR – INTERVISTA ALLA CANTANTE PER PARLARE DEL SUO NUOVO CD

PILAR – INTERVISTA ALLA CANTANTE PER PARLARE DEL SUO NUOVO CD

Abbiamo incontrato alla libreria dell’Auditorium Parco Della Musica di Roma, la cantante Pilar subito dopo la sua esibizione. Pilar ci ha parlato del suo passato, del suo presente e del suo futuro. Ciò che segue è il resoconto dell’intervista.
 
Ciao Pilar, grazie per aver accettato l’intervista e complimenti per il tuo concerto di poco fa. Inizierei subito con il chiederti di parlarmi di te, come hai scoperto di avere questo talento, la voce, che ti ha fatto poi decidere di diventare cantante?
Grazie a te, sinceramente non so dirti da quando tempo, penso di aver iniziato a cantare prima di imparare a parlare. Mio padre, musicista professionista che suona la chitarra, già quando avevo 3 anni mi insegnava qualche canzone, io gli andavo dietro cantando, lui cambiava tonalità per vedere se io gli andavo dietro, quindi non ho memoria, ho sempre cantato.
 
Ricordi invece come è avvenuto il tuo incontro con Bungaro? Tu hai trovato lui o lui ha trovato te?
Diciamo che ci siamo trovati entrambi, avevo appena pubblicato il mio primo album nel 2007 e già molti addetti ai lavori, musicisti, giornalisti, mi dicevano che avrei dovuto lavorare con Bulgaro e nello stesso momento molti dicevano a lui che avrebbe dovuto lavorare con questa ragazza che si chiama Pilar. Poi sempre nel 2007 ci siamo incontrati nel backstage di Musicultura, lui mi disse che gli piaceva molto il mio modo di cantare e io che amavo il suo modo di scrivere. Ci siamo poi ritrovati un anno dopo o poco più e non ci siamo più lasciati.
 
Quindi è un sodalizio che dura da un po’ di anni quindi!
Si, dal 2009 circa.
 
Parlami del tuo nuovo disco “L’Amore è Dove Vivo”, sembra quasi che vuoi parlare d’amore, senza però parlarne troppo, senza sbilanciarti!
Si, è esatto e la realtà dei fatti è che avevamo già molto materiale pronto, tanta musica, perché Tony (Bungaro nda), aveva scritto delle musiche bellissime, ma non avevamo dei testi completi e la sfida era proprio questa, di coinvolgere amici, persona che in tutti questi anni mi hanno dimostrato stima e per Tony questa è stata una grande cosa, essendo abituato a scrivere canzoni bellissime, ci piaceva l’idea di fare un progetto libero dove poter coinvolgere altri autori. Quando avevamo tutti i testi completi, come quando nasce un bambino, lo guardi e gli dai il nome, ci siamo resi conto che erano quasi tutte canzoni d’amore, ma in realtà queste canzoni d’amore che parlano del sentimento amoroso da punti di vista diversi  e verticali, niente è stato lasciato al caso e alla banalità. Poi quando abbiamo avuto il testo di Pacifico di “L’Amore è Dove Vivo”, non poteva che essere quello il titolo che rispondeva alla domanda di stato in luogo dell’amore astratto o un’astratta descrizione.
 
Mi ha sempre incuriosito il titolo del tuo precedente album, “Sartoria Italiana Fuori Catalogo”, qual è il significato?
Esattamente quello che sembra, nel senso che  in copertina c’ero io con una giacca e una benda, come un manichino, l’idea era di dire che la sartoria italiana, quindi la manifattura, la piccola media impresa, la bellezza italiana, l’artigianalità, oggi è un po’ fuori catalogo invece di essere coccolata, messa su un piatto d’argento da parte delle nostre  istituzioni, invece è pressata, quando invece la manifattura italiana, il Made in Italy è il nostro marchi di riconoscibilità nel mondo, quindi quella benda, il fuoricatalogo era una sorta di provocazione, visto che la bellezza in questo nostro Paese viene violentata, ma invece ne abbiamo così tanta. 
 
Sei appena tornata da un tour in Canada, come è andato?
Si, è andata benissimo, ho fatto una tournèe infinita con bravissimi musicista, ho partecipato al progetto discografico e live di Michael Occhipinti che è un  compositore italo canadese nativo di Toronto è stato finalista 9 volte al Juno, che sono gli oscar del jazz canadese, con lui e anche con suo fratello Roberto Occhipinti che è un altro musicista multi premiato e poi con Don Byron al clarinetto, tutte stelle del jazz canadese. E’ stata un’esperienza fantastica, ma non finisce qua, sicuramente continuerà.
 
Il pubblico canadese come ti ha accolto? E’ diverso da quello italiano?
Si un po’ è diverso, il pubblico italiano è come dire, si è italiani perché dire nessuno è profeta in Patria è vero. Quindi il pubblico italiano mi ha sempre dato e mi dà moltissimo affetto, come per esempio il concerto di questa sera, mentre chi non ti conosce si approccia non con attenzione ma quasi con provocazione, vediamo se riesci a rapire la mia attenzione, vediamo cosa sai fare. In Canada sono invece tutti estremamente entusiasti, soprattutto quando sentono palare italiano sono ancora più entusiasti, noi non ci rendiamo conto di quanto siamo amati all’estero, è una grande ingenuità da parte nostra. Grande calore ho ricevuto in Canada, poi dalla comunità italo canadese veramente  tanto, incredibile.
 
Come definisci la tua musica, io ci sento il jazz, il soul, il pop non banale ma molto intelligente ed anche il rock, soprattutto nella tua voce, la teatralità anche nei tuoi movimenti.
Devo dirti la verità , anche se non so se succederà mai, ma a me piacerebbe molto in futuro fare un processo al contrario, in genere chi nasce cantante rock, con il passare degli anni sceglie una strada, un’atmosfera più acustica, io invece vorrei fare il processo contrario.
 
Posso assicurarti che la tua voce te lo permette senza nessun problema.
Si, ma questa è una cosa che ho scoperto ultimamente.
 
Per esempio oggi sentendoti cantare ho scoperto che puoi cantare anche come una soprano!
Si infatti, fa parte dei miei studi, sono diplomata in conservatorio ed ho fatto molti studi classici. Comunque tornando alla tua domanda io non riesco a descrivere la mia musica, lascio che siano gli altri a descriverla. Possiamo chiamarla Popular Chic.
 
Ottimo, hai inventato un nuovo genere musicale!
Si, Popular Chic, anche se poi non so quanto sia chic, visto che mi dicono tutti che sono molto raffinata, ne sono contenta e grata, però voglio rivendicare il fatto che in quella raffinatezza c’è tanta “pancia”, tanta passione, non c’è distanza, assolutamente!
 
Vorrei parlare se ti va della tua partecipazione alla trasmissione di TV 2000, “Beati Voi”. Hai partecipato perché hai dovuto ricoprire la parte musicale o perché in realtà hai un vero rapporto con la fede cristiana?
No, assolutamente, la realtà dei fatti è che è stato Alessandro Sortino (il conduttore – nda) a contattarmi e a volermi fortemente. Io sono molto rispettosa del credo altrui, qualsiasi, sono cresciuta con un’educazione cristiana, cattolica, ho preso le mie distanze da ciò che penso non mi appartenga, anche perché sono un battitore libero, i dogmi non fanno parte assolutamente della mia impostazione, non potrei mai. Però devo dire che è proprio nel confronto tra diversi, ti spiego, per me è più interessante parlare con una persona che la pensa diversamente da me, ma che ha gli strumenti per potermi spiegare perché lo fa, piuttosto che parlarsi addosso tra simili, in questo l’incontro con Alessandro nella trasmissione mi fa sempre piacere, non aspetto solo il momento di cantare, ma ascolto con interesse tutti gli ospiti, anche perché Alessandro invita sempre degli ospiti molto interessanti, trasversali e lo trovo quindi un arricchimento culturale molto forte.
 
Se dovessi invitare una persona ad ascoltare il tuo disco, la tua musica, cosa gli diresti?
Io credo che le cose che faccio, siano dischi abbastanza intimi spesso e volentieri, è io momenti live che è corale, ma i miei dischi sono veramente molto intimi. Prendetevi quindi il lusso di ascoltare, di stapparvi una buona bottiglia di vino e ascoltare, perché in genere io mi auguro che i miei dischi siano come quelli che piacciono a me, in genere succede così con i dischi che mi appassionano e li sniffo per mesi e a volte quando li ascolto non riesco a capirli, non mi arriva subito, mi arrivano delle cose ma non riesco a capire, poi secondo, terzo e quarto ascolto, allora sono sfottuta, diventa una droga. Spero quindi che possa arrivare tutto il lavoro che c’è dietro e che non esiste nessuna canzone tappezzeria, questo lo posso dire. C’è una grande distanza tra un disco e l’altro.
 
Grazie ancora Pilar, è stato un vero piacere parlare con te e ancora tanti complimenti per il tuo concerto, veramente bellissimo.
 
FABIO LOFFREDO
 
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