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OTTONE PESANTE – Il nuovo album “DoomooD”

OTTONE PESANTE – Il nuovo album “DoomooD”

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Circa un mese dopo l’uscita dell’album “DoomooD” ho intervistato gli Ottone Pesante, trio faentino che, con l’ausilio di strumenti a fiato e batteria, propone un interessantissimo mix tra metal, jazz, musica classica e non solo.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Tuttorock, come state?

Ciao a tutti! A dir la verità non molto bene… Per noi OP, la musica, oltre ad essere la nostra passione, è anche il nostro mestiere; siamo fermi da 8 mesi e proprio con gli ultimi decreti sono state fugate le ultime speranze di ripartire con i concerti.

“DoomooD”, il vostro terzo album, è uscito circa un mese fa, che riscontri state avendo?

I riscontri sono super positivi, ci fa molto piacere che DoomooD sia stato accolto così bene.

È il primo album con l’etichetta Aural Music, come siete arrivati ad essa?

Con Aural eravamo già in contatto per il disco precedente “Apocalips”, poi le tempistiche non si riuscivano ad incastrare. Appena abbiamo iniziato a lavorare su DoomooD abbiamo contattato Aural che si è subito dimostrata molto interessata a far uscire il disco e così è stato.

Nei brani sono presenti una voce femminile e una maschile, volete dirmi qualcosa a proposito di questi due ospiti?

Gli ospiti in questo disco sono Sara dei Messa e Silvio degli Abaton. Contattiamo sempre cantanti che abbiamo conosciuto personalmente e a cui pensiamo possa interessare prestare la propria voce alla nostra musica. Nel disco precedente avevamo Travis Ryan dei Cattle Decapitation su “The Fifth Trumpet” mentre su DoomooD volevamo rimanere in Italia. Silvio è un amico di lunga data e spesso ci è capitato di suonare assieme agli Abaton. Sara l’abbiamo incontrata sul palco qualche volta e abbiamo pensato che la sua voce su “Tentacles” potesse essere perfetta.

Quando avete composto i brani e, solitamente, come nasce un pezzo degli Ottone Pesante?

Di solito mi occupo io (Francesco) della composizione. Per quel che riguarda i dischi precedenti abbiamo messo a punto e arrangiato i brani in sala prove (o durante i soundcheck dei concerti). Per DoomooD è stato un po’ diverso: abbiamo registrato tromba e trombone a Faenza e poi Beppe ha lavorato da casa sulle batterie. La composizione dei riffs che compongono l’album risale ad alcuni anni fa per la verità. Ho cominciato ad assemblarli la scorsa estate 2019 con l’intento di preparare il nuovo disco. Circa un anno fa i pezzi erano arrangiati e pronti per essere registrati.

Vi faccio un nome, Riccardo Pasini, quanto è importante per voi?

Riccardo Pasini (aka Il Paso) è stata una figura molto importante per la realizzazione del disco. Avevamo registrato nel 2019 uno Split con lui uscito per Subsound Records nel quale avevamo provato alcune tecniche di registrazione “nuove” per noi come l’utilizzo degli amplificatori per tromba e trombone e avevamo cercato un suono più pesante e distorto. Con DoomooD abbiamo fatto un passo ulteriore in questa direzione. Lavorare con il Paso è molto semplice e stimolante: non ci sono paletti e sa sempre metterti a tuo agio per quanto la tua musica sia fuori dagli schemi. Inutile dire che siamo molto soddisfatti del risultato finale.

Per chi ancora non vi conosce, quando vi siete conosciuti e quando avete deciso di formare una band?

L’idea della band nasce nel 2013 dove io (Paolo) e Francesco decidiamo di creare un gruppo formato da solo tromba, trombone e batteria. Un anno dopo c’è stato il primo live dove con tromba e trombone eravamo ancora acustici poi abbiamo deciso di incattivire il suono e “rubare” a chitarristi e bassisti i loro effetti per creare qualcosa di completamente diverso. La band è nata per diverse ragioni: la voglia di mettersi in gioco e sperimentare ed anche il cercare di abbattere alcune delle barriere di genere che solitamente ci auto-imponiamo. Spesso ci è stato detto “con una tromba, un trombone ed una batteria non potete fare metal”, speriamo di essere riusciti a far cambiare idea ad un po’ di persone. Ultima ma non ultima vogliamo anche incoraggiare i musicisti a pensare più fuori dagli schemi, uscire dai soliti generi che ogni strumento ha nella propria letteratura e creare qualcosa di nuovo.

La musica che proponete è molto particolare, in alcune parti mi ricordate la band norvegese Shining, capitanata da Jørgen Munkeby, siete d’accordo con me?

Diciamo che ogni band che sperimenta può essere accostata a OP, ma come approccio più che come risultato sonoro. Gli Shining norvegesi hanno avuto sicuramente quest’ attitudine e in più utilizzano uno strumento a fiato. Noi abbiamo scelto di “liberarci” dagli strumenti elettrici definitivamente ahahah…

Che musica ascoltate solitamente? C’è qualche artista di oggi che vi colpisce particolarmente?

Devo dire che spaziamo molto con gli ascolti, dal Metal, rock, alla musica sperimentale. Tuttavia ci sono alcuni artisti attualmente attivi che apprezziamo tutti come ad esempio: Colin Stetson, Ex Eye, Liturgy, Joey Molinaro, Imperial Triumphant, Sumac.

Veniamo ad un tasto dolente, la musica dal vivo, che in questo momento è uno dei settori più colpiti negativamente dal Coronavirus. Voi avete qualcosa in programma?

La situazione è veramente critica. Qualche data in programma c’è, però tra un provvedimento nazionale ed altri regionali è come fare una gimkana nel fango con un peso da 200 Kg cercare di fare qualche live in questo periodo. Abbiamo alcune date ma stiamo capendo se riusciremo a farle o le dovremo annullare.

Siamo pienamente consapevoli di essere in uno stato di emergenza ma ci sembra comunque superficiale mettere così i bastoni tra le ruote ad un settore che ha dimostrato di poter fare live in sicurezza e senza alcun pericolo per pubblico e addetti ai lavori.

Grazie del tempo che mi avete dedicato, volete aggiungere qualcosa magari per invogliare i lettori di questa intervista ad ascoltare “DoomooD”?

Grazie mille a Tuttorock per lo spazio concesso. Per invogliarvi ad ascoltare il disco vi diciamo solo che DoomooD è la perfetta colonna sonora del periodo che tutti (chi più chi meno) stiamo vivendo in questo periodo.

MARCO PRITONI