OTTODIX – Intervista sul nuovo album Micromega
9 Giugno 2017
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Ottodix, 2 anni dopo Chimera, ci ritroviamo ancora al FreakOut, cosa è successo in questo periodo?
Ho questo nuovo album, Micromega, sempre un concept come Chimera, mi sono avvicinato al mondo della scienza e della tecnologia, ho anche mia moglie che è una matematica. Sono temi che mi hanno sempre affascinato e che ho già trattato in passato, ho voluto ingrandirli ed approfondirli.
Quindi il concept di Micromega si basa sulla scienza?
Sulla scienza e sulla materia, in particolare sono rimasto affascinato da un racconto di Voltaire che si chiama per l’appunto Micromega, uno dei primi racconti di fantascienza della storia, parliamo del 1751 se non erro. In poche parole narra di una sorta di dialogo tra filosofi venuti da altri pianeti, tra cui quello di Sirio, che si chiama proprio Micromega, parla con quello di Saturno, che è molto più piccolo, ed avendo dimensioni diverse anche il filosofo di Saturno era molto più piccolo. Decidono di andare a fare un viaggio di istruzione nel sistema solare, arrivano sul pianeta Terra che percorrono in 5 minuti a piedi, essendo molto piccolo per loro, ed intravedono al microscopio con delle lenti, dei microrganismi che si muovono in pozzanghere d’acqua, che erano gli oceani, con una specie di coni uditivi. Si mettono quindi in contatto con i filosofi terrestri e scoprono che ci sono connessioni e dipendenza anche tra termini dimensioni diverse. Questo mi ha dato l’idea di fare questo album di 9 canzoni, in cui ho ordinato la materia in un ordine che va dalle microparticelle alle galassie, ed in queste canzoni si trovano tutte le dinamiche che possono trovare riscontro nelle dinamiche sociali. Il tema è poi quello della società umana, gli spostamenti, la vita all’interno delle metropoli, comparazioni interessanti in un periodo in cui c’è bisogno di ritrovare le giuste dimensioni.
Questo mi porta a chiederti come ritrovi il mondo dopo due anni.
Il mio lavoro più importante in ambito musicale è sui testi, ho visto questa confusione, l’incapacità di trovare una chiave di lettura, bombardati da fake, da notizie false, da una marea di dati. La scienza è l’unica cosa, a mio parere, che può dare certezze in un mare di caos. Pensare alle dimensioni ti fa capire che a volte ci diamo un’importanza superiore a quella che abbiamo veramente.
La tua musica ha subito cambiamenti in questo periodo trascorso?
Come ingredienti prettamente musicali, ricordo che io vengo dall’elettronica anni ’80 tipo Massive Attack, ho voluto ripescare questo tipo di suono che è poi il mio background, rinforzando la mia propensione agli archi ed all’orchestra. Micromega non è solo un tour di concerti, ma un progetto più grande, dove porteremo la band al completo con l’aggiunta di un quartetto di archi, ed il mio classico mix di musica e visual.
Chi non ti conosce bene, magari immagina che sei solo un musicista.
Il mio primo lavoro è fare installazioni artistiche, la mia formazione è da artista visivo. Sto lavorando molto con artisti cinesi ed ho partecipato alla biennale Italia-Cina, Micromega è stato presentato con una installazione, che è poi la scimmia che trovate in copertina, ed in Cina ho portato una grande parabola in alluminio costruita come un radar, al cui centro stava questa scimmia scolpita da me, che si copre gli occhi per ripararsi da una luce puntata sulla sua faccia, che sarebbe poi la luce della verità, della conoscenza. Questo ripararsi dalla conoscenza è dato dalla durezza che questa ti porta, il rigetto della religione, dei segni zodiacali, tutte cose cui noi ci attacchiamo per consolarci da quello che non capiamo.
Ricordo che hai partecipato anche a Torino.
Sì, lì è stato per Chimera, che era dedicata alle utopie del XX Secolo, mettevo in scena installazioni che poi venivano distrutte alla fine dell’esibizione, quindi con grande dispendio di energie. Ho portato un fungo gonfiabile, a metà tra la medusa ed il fungo atomico, di 7 per 5 metri, con un piccolo bambino giapponese scolpito che giocava con della sabbia radioattiva. Era il 2015 e si celebrava il bombardamento di Hiroshima. Quest’opera è stata anche segnalata con molta enfasi a livello internazionale.
Ed anche stasera avremo questa commistione tra musica e visual.
Sì, sto cercando anche di portare questo progetto Micromega in spazi diversi, planetari, musei, anche il CERN di Ginevra. Ci sarà anche una mostra d’arte, ed a giugno uscirà una piattaforma web multimediale con tutta una serie di sorprese, ho chiamato anche tanti altri artisti amici.
E come ascolti a cosa ti dedichi?
I miei gusti affondano negli anni ’80, quindi Depeche Mode, Teho Teardo con cui suona Laura Bisceglia che è anche con me a volte, Blixa Bargeld, i miei amati Tuxedo Moon che sono tuttora in giro.
MAURIZIO DONINI
Ho questo nuovo album, Micromega, sempre un concept come Chimera, mi sono avvicinato al mondo della scienza e della tecnologia, ho anche mia moglie che è una matematica. Sono temi che mi hanno sempre affascinato e che ho già trattato in passato, ho voluto ingrandirli ed approfondirli.
Quindi il concept di Micromega si basa sulla scienza?
Sulla scienza e sulla materia, in particolare sono rimasto affascinato da un racconto di Voltaire che si chiama per l’appunto Micromega, uno dei primi racconti di fantascienza della storia, parliamo del 1751 se non erro. In poche parole narra di una sorta di dialogo tra filosofi venuti da altri pianeti, tra cui quello di Sirio, che si chiama proprio Micromega, parla con quello di Saturno, che è molto più piccolo, ed avendo dimensioni diverse anche il filosofo di Saturno era molto più piccolo. Decidono di andare a fare un viaggio di istruzione nel sistema solare, arrivano sul pianeta Terra che percorrono in 5 minuti a piedi, essendo molto piccolo per loro, ed intravedono al microscopio con delle lenti, dei microrganismi che si muovono in pozzanghere d’acqua, che erano gli oceani, con una specie di coni uditivi. Si mettono quindi in contatto con i filosofi terrestri e scoprono che ci sono connessioni e dipendenza anche tra termini dimensioni diverse. Questo mi ha dato l’idea di fare questo album di 9 canzoni, in cui ho ordinato la materia in un ordine che va dalle microparticelle alle galassie, ed in queste canzoni si trovano tutte le dinamiche che possono trovare riscontro nelle dinamiche sociali. Il tema è poi quello della società umana, gli spostamenti, la vita all’interno delle metropoli, comparazioni interessanti in un periodo in cui c’è bisogno di ritrovare le giuste dimensioni.
Questo mi porta a chiederti come ritrovi il mondo dopo due anni.
Il mio lavoro più importante in ambito musicale è sui testi, ho visto questa confusione, l’incapacità di trovare una chiave di lettura, bombardati da fake, da notizie false, da una marea di dati. La scienza è l’unica cosa, a mio parere, che può dare certezze in un mare di caos. Pensare alle dimensioni ti fa capire che a volte ci diamo un’importanza superiore a quella che abbiamo veramente.
La tua musica ha subito cambiamenti in questo periodo trascorso?
Come ingredienti prettamente musicali, ricordo che io vengo dall’elettronica anni ’80 tipo Massive Attack, ho voluto ripescare questo tipo di suono che è poi il mio background, rinforzando la mia propensione agli archi ed all’orchestra. Micromega non è solo un tour di concerti, ma un progetto più grande, dove porteremo la band al completo con l’aggiunta di un quartetto di archi, ed il mio classico mix di musica e visual.
Chi non ti conosce bene, magari immagina che sei solo un musicista.
Il mio primo lavoro è fare installazioni artistiche, la mia formazione è da artista visivo. Sto lavorando molto con artisti cinesi ed ho partecipato alla biennale Italia-Cina, Micromega è stato presentato con una installazione, che è poi la scimmia che trovate in copertina, ed in Cina ho portato una grande parabola in alluminio costruita come un radar, al cui centro stava questa scimmia scolpita da me, che si copre gli occhi per ripararsi da una luce puntata sulla sua faccia, che sarebbe poi la luce della verità, della conoscenza. Questo ripararsi dalla conoscenza è dato dalla durezza che questa ti porta, il rigetto della religione, dei segni zodiacali, tutte cose cui noi ci attacchiamo per consolarci da quello che non capiamo.
Ricordo che hai partecipato anche a Torino.
Sì, lì è stato per Chimera, che era dedicata alle utopie del XX Secolo, mettevo in scena installazioni che poi venivano distrutte alla fine dell’esibizione, quindi con grande dispendio di energie. Ho portato un fungo gonfiabile, a metà tra la medusa ed il fungo atomico, di 7 per 5 metri, con un piccolo bambino giapponese scolpito che giocava con della sabbia radioattiva. Era il 2015 e si celebrava il bombardamento di Hiroshima. Quest’opera è stata anche segnalata con molta enfasi a livello internazionale.
Ed anche stasera avremo questa commistione tra musica e visual.
Sì, sto cercando anche di portare questo progetto Micromega in spazi diversi, planetari, musei, anche il CERN di Ginevra. Ci sarà anche una mostra d’arte, ed a giugno uscirà una piattaforma web multimediale con tutta una serie di sorprese, ho chiamato anche tanti altri artisti amici.
E come ascolti a cosa ti dedichi?
I miei gusti affondano negli anni ’80, quindi Depeche Mode, Teho Teardo con cui suona Laura Bisceglia che è anche con me a volte, Blixa Bargeld, i miei amati Tuxedo Moon che sono tuttora in giro.
MAURIZIO DONINI
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Maurizio Donini
CEO & Founder di TuttoRock - Supervisore Informatico, Redattore della sezione Europa in un quotidiano, Opinionist in vari blog, dopo varie esperienze in numerose webzine musicali, stanco dei recinti mentali e di genere, ho deciso di fondare un luogo ove riunire Musica, Arte, Cultura, Idee.